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Uno Stato evoluto e democratico tutela il diritto all'aborto. E parlo dell'Italia, non della Polonia

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Nel 2021 succede ancora che un magistrato di sorveglianza sia sanzionato, con una censura dal Consiglio Superiore della Magistratura, per aver negato ad una donna – detenuta agli arresti domiciliari – il diritto di uscire temporaneamente dalla propria abitazione per poter interrompere una gravidanza indesiderata. Il magistrato si è giustificato invocando il diritto all’obiezione di coscienza. La detenuta è riuscita, in seguito, ad ottenere il permesso, ma la situazione che si è creata ha rischiato di minare la salute psicofisica della stessa.

Questa, purtroppo, non è un’eccezione, né un caso isolato in Italia e nel mondo in generale.

A Varsavia, in Polonia, le donne sono scese in piazza contro la legge voluta dal governo conservatore, che ha al suo interno il partito ultra-cattolico Legge e Giustizia (PiS), e che ha reso di fatto illegale l’aborto. Marta Lempart rischia fino ad otto anni di carcere per essere scesa in piazza con migliaia di polacche per difendere diritti e autodeterminazione delle donne.

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Mentre nelle Marche, è stata boicottata la pillola RU486, negando libertà e diritti, favorendo in questo modo, il ricorso all’aborto clandestino, pratica che mette a rischio la vita e la salute della donna.

Io penso che le donne debbano poter aver piena e libera scelta circa il proseguimento o meno di una gravidanza. Non è tollerabile che il diritto all’aborto sia messo in discussione dagli uomini e dalla società civile. È una violenza inaccettabile, che porta in eredità una dote culturale pesante in cui la violenza negli anni passati è stata addirittura istituzionalizzata. Basti pensare che fino al 1996 la violenza carnale era un reato contro la morale e non contro la libertà sessuale, la libertà di autodeterminarsi.

In uno Stato di diritto l’interruzione della gestazione deve poter essere garantita a tutte.

Nonostante gli interventi legislativi, tuttavia, la situazione oggi è molto critica circa una reale tutela del diritto di aborto.L’interruzione volontaria è una manifestazione della propria volontà interiore, cosciente e responsabile. Riconoscere alla donna il diritto di abortire è fondamentale per rispettare ogni donna, a prescindere dall’età, dalle condizioni di salute ed economiche. Ecco perché è necessario sensibilizzare su queste tematiche, trattate, tuttora, con vergogna e imbarazzo generale.

Mettere al mondo un figlio è una responsabilità morale, etica, umana, sociale ed economica. Nessuno, al di fuori di colei che si trova in stato di gravidanza può sostituirsi ad una decisione così personale e delicata. Nessuno, al di là di colei che si trovi in questo stato, può sapere cosa sia meglio.

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E se nella realtà attuale ci imbattiamo in situazioni in cui è necessario bilanciare il diritto all’obiezione di coscienza e il diritto di abortire, è anche vero che tale condizione non giustifica nessun medico a ledere la dignità della donna, che abbia deciso per tutelare la propria salute psico-fisica di porre fine a questo percorso. Dovremmo essere in una società democratica, evoluta, che rispetta i diritti di ognuno di noi. Purtroppo non è così.

Di fronte a questo macabro scenario, a questa realtà che spaventa, le donne si trovano, giorno dopo giorno, private della propria dignità, che viene calpestata da coloro che invece dovrebbero accoglierle e tutelarle.

Il cambiamento culturale e sociale è possibile, non ci dobbiamo arrendere ma fare una seria battaglia civile per sostenere le donne e i loro diritti, sempre.

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