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Uomini complici - La Stampa

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Dietro al colpo fatale per Deborah, inferto al collo con l’accetta dall’ex marito Lorenzo, le trenta coltellate contro Clara, che si era pagata già il funerale, spinge un’enorme “questione maschile” irrisolta. In Italia, ormai ogni cinque giorni una donna viene ammazzata eppure questo fenomeno fa gridare solo le donne, come se non fosse soprattutto una questione di noi uomini, delle nostre miserie e perdute nobiltà. Basta osservare le manifestazioni fuori dal negozio di Clara, a Genova: lì in silenzio con i gagliardetti fucsia, gli occhi lucidi a chiedere tutela e giustizia non c’era l’Italia ma solo mezzo Paese, quello femminile. Le scarpe rosse sono sempre rappresentate con tacco 12 centimetri, mai come mocassino o stivaletto maschile. Eppure riguarda soprattutto noi, complici muti.

Al netto d’inevitabili generalizzazioni, questo silenzio spettrale non è figlio della distrazione o dell’indifferenza. E’ che viviamo ancora nelle caverne dell’immaginaria città preistorica di Bedrock, dove Hanna e Barbera nel 1960 avevano ambientato le avventure di Fred e Wilma. Certo oggi è tutto digitale, la rete internet è il nostro strumento ma l’inciviltà dell’epoca, il disequilibrio nei doveri, la diseguaglianza come metodo d’approccio sono uguali. Per banalizzare la fortunata serie di cartoni animati: ecco la donna serve le pietanze e l’uomo s’abbuffa, lei lava i piatti e lui si sollazza. Insomma, l’uomo nei diritti e la donna s’arrabatta nei doveri. In questa costruzione sociale deresponsabilizzata, noi maschietti coltiviamo scarsa sensibilità quando le tragedie colpiscono l’altro sesso. Non ci lamentiamo della mattanza, né percepiamo il pericolo di una deriva che coinvolge ogni generazione. E questo soprattutto nell’oggi pandemico che ci blocca nelle grotte, radicalizza e rende siderali le distanze, riduce e disabitua le relazioni di persona, cristallizza l’individualismo, lascia tutti ostaggi dei device, degli stereotipi che crescono e ci fagocitano.

Infatti, con la dad sono sparite le compagne di classe e d’ateneo, con le videoconferenze le colleghe d’ufficio. Non ci si incontra più nei pub, ai concerti, in discoteca. Così accelera il processo di assimilare le donne alle protagoniste dei video di youporn, hangar della solitudine dove decollano le nuove tendenze che climatizzano l’inferno e normalizzano l’estremo. Si prenda “old e young”-, è tra le sezioni dei video più cliccate -, dove “old” è declinato rigorosamente al maschile e young rappresenta ragazze appena maggiorenni, chiamate innaturalmente a soddisfare ogni desiderio di imbarazzanti maschi alfa con il triplo dei loro anni. Si prendano alcuni giochi elettronici di largo consumo tra minorenni: vince chi sfrutta senza indugio la prostituzione femminile in strada. Al dodicenne via gioco si spiega che fare il magnaccia fa vincere. E’ il primo passo per giustificare chi elimina la donna quando si rompe l’incantesimo: “L’ha uccisa? Eh ma lei lo aveva tradito, civettava sui social…se l’era andata a cercare”. E noi, avidi di menzogne, annuiamo silenti nella grotta.

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