Manifestazione in forma statica delle associazioni contro la campagna anti-aborto: "Legge sotto attacco"
Un nutrito gruppo di soggetti e associazioni che si battono sulle tematiche femminili si danno appuntamento per una manifestazione che si terrà sabato in piazza Ordelaffi a Forlì, davanti alle prefettura. L'incontro è previsto alle ore 16,30 e il suo simbolo sarà una mela rossa, che ogni partecipante dovrà portare con sé, una mela insomma come quella che avvelena Biancaneve, per contrastare la recente campagna pubblicitaria di affissioni contro l'aborto che ha illustrato la pillola abortiva Ru486 come un veleno.
“Alla data attuale la manifestazione è confermata dalla questura, con la quale siamo in costante contatto al fine di garantire le misure di sicurezza per la prevenzione del Covid-19. Qualora ci fossero ulteriori restrizioni ci rimetteremo alle indicazioni ricevute e le comunicheremo prontamente sui canali social delle realtà organizzatrici. Chiediamo alle partecipanti e ai partecipanti di aiutarci a garantire il corretto svolgimento dell’iniziativa rispettando il distanziamento interpersonale di almeno due metri con l’ausilio dei dispositivi di protezione”, spiega una delle organizzatrici, l'ex assessore Elisa Giovannetti. La manifestazione comunque si terrà in forma statica, con l'alternanza di relatori al microfono, e il distanziamento sarà segnalato con adesivi sul fondo stradale.
A focalizzare l'obiettivo della manifestazione è Anna Falcini (Un secco no): “Per contrastare l'allarmismo disinformativo della campagna anti-abortista. Chiediamo alle istituzioni il rispetto dovuto alle nostre madri e nonne che si sono battute per il nostro diritto di scegliere, le istituzioni in primis devono tornare a vigilare sulle leggi e sui diritti, non diffondendo allarmismi anti-scientifici ma rafforzando i servizi dei consultori”. Sulla stessa linea Stefania Collini, coordinatrice del Tavolo delle associazioni contro la violenza sulle donne di Forlì: “Di quella campagna ci disturba il fatto che cancella il ricordo degli aborti clandestini e di quelli all'estero per chi poteva permettersi il viaggio”. Per Collini ci sono “attacchi continui alle legge 194 a partire dalle obiezioni di coscienza dei medici che ha reso impraticabile il diritto di aborto in diverse regioni”. Per Brunella Turci “la guerra continua”, mentre per Lodovico Zanetti “la destra vuole togliere un diritto fondamentale”.
Una nota spiega il motivo della protesta: “Ci mobilitiamo in coordinamento con realtà che ci sostengono da tutta la Romagna, in risposta alle campagne di disinformazione sostenute dalle forze estremiste della destra italiana ed europea che arrivano oggi a tappezzare le pubbliche affissioni e gli spazi delle nostre città con un messaggio distorto e antiscientifico, con l'obbiettivo di riportare le donne ad una condizione di sottomissione, che diffondono una visione oscurantista della donna senza libertà di scelta sul suo corpo e sulla sua vita. Anche questa è violenza di genere”.
“Dall’inizio del 2021 sono 10 le donne vittime di femminicidio: una donna ogni 5 giorni perde la vita, per mano di un uomo. Questo fenomeno è frutto della cultura patriarcale e discriminante in cui viviamo, che riconosce alle donne il solo ruolo di assistenza, cura e maternità. Sabato saremo in piazza per gridare forte che questi femminicidi non sono casi, che gli autori di queste violenze non sono facilmente liquidabili come mostri, che questo “massacro” di genere, compiuto in un assordante silenzio mediatico, inizia nella quotidianità, dalla precarietà lavorativa e dalla disoccupazione, dal debole potere di rappresentanza nelle istituzioni e nella socialità, dalla rappresentazione oggettificata del corpo e della sessualità, ma soprattutto dall’attacco sistematico e subdolo al diritto civile di autodeterminazione, che ha il suo fondamento nel diritto all’aborto. Per questo chiediamo che non sia più concesso spazio o suolo pubblico a campagne e iniziative violente contro le donne. Chiediamo alle istituzioni di riconoscere il diritto all’aborto come base su cui si fondano i diritti civili delle donne e per questo motivo garantire l’applicazione della legge 194, potenziando il ruolo centrale dei consultori pubblici, quali sede di prevenzione, di ascolto e di garanzia di contraccezione sicura e gratuita a tutela della salute della donna, e di farne uno strumento attivo per contrastare allarmismi disinformativi”.
Aderiscono alla mobilitazione: Gruppo Parità Di Genere Forlì, Tavolo Permanente Delle Associazioni Contro La Violenza Di Forlì, Udi Forlì, Consulta Laica Di Forlì , Un Secco No Forlì , Collettivo Rea, Forlì Città Aperta, Forum Delle Donne Forlì, Cgil Forli, Uil Forli, Legacoop Romagna, Cna Impresa Donna, Il Progresso Delle Idee Forlì, La Materia Dei Sogni Forlì, Fondazione Lewin Forlì, Rivista Una Città, Associazione Luciano Lama, Circolo Uaar Di Forlì-Cesena, Tutto A Sinistra-La Sottile Linea Rossa, Associazione Culturale Gruppo Teatrale Malocchi E Profumi, Rete Degli Studenti Di Forlì, Rete Women Delle Donne Del Mediterraneo Est E Sud Europeo, Anpi Forlì | Anpi Provinciale Forlì-Cesena, Anpi Forlimpopoli, Coordinamento Libera Forlì Cesena, Presidio Libera Forlì, Presidio Libera Forlimpopoli, Barcobaleno Forlimpopoli, Vocedonna Castrocaro, Ipazia Cesena, Rimbaud Cesena, Pride Off Rimini, Non Una Di Meno Rimini, Casa Madiba Network Romagna, Arcigay "ALAN Turing" Rimini, Messaggeri Del Mondo, Casa Delle Donne Di Ravenna, Amigay Aps, Famiglie Arcobaleno Emilia-Romagna, Arcigay Ravenna Elio Venturi, Gruppo Consiliare 'Forlì & Co'. Danno il loro sostegno i sindaci di Forlimpopoli, Castrocaro, Bertinoro, Santa Sofia, Modigliana.