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Donne in difesa dei propri diritti imprigionate i Saudi Arabia(5 di 7)

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Nassima al-Sadah, solo perché ha giustamente scritto sui suoi profili social: “Perché una donna in questo paese non diventa mai adulta? Responsabile delle proprie azioni? Perché dovrebbe esserci un uomo, anche minorenne, responsabile della sua vita?”, è stata arrestata il 31 Luglio 2018 e da allora non si è più saputo nulla di lei, se non che è apparsa di nascosto dai media e dai suoi parenti e dal suo avvocato, davanti ai giudici faziosi al servizio di Mohammed bin Salman e delle sue visioni.

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Nassima ha combattuto per i suoi diritti e quelli delle donne in Arabia Saudita, e dei diritti della minoranza shiita nella parte Est del paese. Con la sua attività di difesa dei diritti inviolabili di libertà e delle donne, già nel 2016 quando scrisse: “Perché un ragazzo minorenne dovrebbe essere il tutore di una donna adulta?”, fu presa di mira dagli oscurantisti del regno saudita, e messa sotto stretta sorveglianza, ricevendo minacce in continuazione.

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Minacce che si son trasformate in realtà quando il potere dei Saud. la fecero invalidare nella campagna di elezioni del 2015, cosi impedendole di poter portare avanti i diritti fondamentali delle donne saudite.

Nassima, da vera donna forte e sicura saudita, che rappresenta tutte le donne del regno, ha continuato la sua battaglia, sapendo ciò che rischiava. Infatti, ha subito le conseguenze della sua voglia di libertà come molte altre donne saudite imprigionate dal potere misogino ancora in carica.

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La BBC, che è una delle uniche testate giornalistiche internazionali che cerca di informare il mondo intero sulle angherie del potere in Arabia Saudita, ha riferito che è comparsa in tribunale a novembre 2020, ma nessun dettaglio sul suo caso è stato reso pubblico.

E’ ancora imprigionata nel carcere di al-Mabahith a Dahahban vicino Jeddah. Ella è un membro cofondatore del Centro per i diritti umani Al-Adalah, a cui è stato negato il permesso di lavorare per i diritti umani nel regno saudita, dove il futuro principe ereditario porta in giro per il mondo la sua Vision 2030, che a quanto pare serve solo per gli stranieri e per specchietto delle allodole.

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