Festival del dialogo femminista, flash mob in piazza, sciopero e molto altro nell'8 marzo delle donne di Ravenna
Le donne non ci stanno a farsi mettere all’angolo dalla pandemia e l’8 marzo si riprendono le piazze, per un giorno di mobilitazione che non è “festa”, né “commemorazione”, ma lotta intersezionale, come insegnano i moderni movimenti femministi. Cioè difesa dei diritti delle donne, in tutte le loro diversità: di età, condizione sociale, nazionalità, colore della pelle, e così via. Contro ogni discriminazione, insomma.
Il calendario di proposte e appuntamenti pensati per l’8 marzo è stato presentato questa mattina con una conferenza stampa online, dalle associazioni femminili e femministe di Ravenna, riunite online.
Foto2 di 2Nel giorno clou delle celebrazioni, l’8 marzo appunto, si terrà un evento di piazza, il flash mob “Lotto marzo” organizzato da Casa delle Donne, Udi, Linea Rosa e Non Una Di Meno che, nel rispetto dei distanziamenti previsti e con la massima osservanza di ogni normativa anticovid, rappresenterà l’occasione di tornare a far sentire la propria voce. L’appuntamento è in piazza del Popolo, dalle 17 alle 18.
Per tutta la giornata dell’8 marzo poi, il movimento femminista NUDM (Non una di meno) nazionale ha poi lanciato, come già da qualche anno, lo sciopero femminista e transfemminista globale, cioè una intera giornata nella quale le donne sono chiamate ad astenersi da qualunque forma di lavoro, non solo retribuito, per dimostrare alla società quanto il loro contributo sia essenziale. Il claim di quest’anno è infatti: “essenziale è il nostro sciopero, essenziale la nostra lotta”.
“Dobbiamo creare l’occasione per dare voce a chi sta vivendo sulla propria pelle i violentissimi effetti sociali della pandemia – affermano le giovani di Nudm Ravenna -, e per affermare il nostro programma di lotta contro piani di ricostruzione che confermano l’organizzazione patriarcale della società contro la quale da anni stiamo combattendo insieme in tutto il mondo”.
Nella stessa giornata poi, si terrà il tradizionale appuntamento con le mimose dell’Udi. A causa della pandemia però, l’iniziativa non si terrà in piazza come sempre, ma all’interno dei locali della Casa delle Donne di via Maggiore 120. Chiunque voglia sostenere l’associazione potrà dunque prenotarsi (mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o 338/8318701 Renza e 348/4028724 Lia) per ritirare il rametto di mimosa in sicurezza ed evitando qualunque assembramento. Le consegne avverranno tra le 8 e le 14 dell’8 marzo e, esclusivamente per chi risiede in città, c’è anche la possibilità della consegna a domicilio.
La punta di diamante degli eventi pensati l’8 però, anticipa la data di un paio di giorni – si terrà infatti sabato 6 marzo dalle 14 alle 18 sulla piattaforma Hopin e con iscrizione gratuita e obbligatoria. Si tratta di “Femtalk – Festival del dialogo femminista”, una vera e propria full immersion nei temi del femminismo, con nomi celebri del panorama nazionale ed esperte di vari settori, interamente curato da Casa delle Donne di Ravenna.
Dopo i saluti di Ouidad Bakkali, assessora alle politiche di genere del Comune di Ravenna, la parola passerà alla travolgente Giulia Blasi, giornalista e autrice di due illuminanti libri come “Manuale per ragazze rivoluzionarie” e “Rivoluzione Z”, due perle per spiegare il femminismo alle giovani generazioni, in modo diretto e anche divertente. Giovanna Badalassi, esperta di politica ed economia di genere parlerà di una NextGeneration paritaria.
Con Ouiza Queens Day Obasuyi si cercherà di decostruire il complesso sistema del razzismo in Italia, mentre Jennifer Guerra spiegherà come si è arrivate dal femminismo storico a quello intersezionale.
Annalisa Corrado parlerà di ecofemminismo mentre Michela Cicculli racconterà l’esperienza della Casa delle Donne Lucha Y Siesta di Roma. Dopo una breve pausa la ripresa sarà affidata a Maura Cossutta, presidente della Casa internazionale delle Donne di Roma, per proseguire con Mara Mibelli e Chiara Meloni, blogger attive contro la grassofobia. Sarà poi il turno dell’unico relatore uomo, il critico cinematografico Attilio Palmieri, che aiuterà a rispondere alla domanda: “Anche gli uomini possono definirsi femministi?”. Seguirà l’intervento di Porpora Marcasciano, presidente del MIT (Movimento Identità Transessuale), che parlerà di lotta all’omotransfobia.
Giorgia Cannarella, editor di Vice parlerà delle disuguaglianze di genere nel mondo della cucina: “Perchè le donne cucinano da sempre, ma i grandi chef sono uomini?”. Chiuderà l’intervento di Simona Lancioni, sociologa ed esperta di donne e disabilità.
Il giorno seguente, domenica 7 marzo alle 11, sulla pagina facebook della Casa delle Donne si terrà uno degli eventi classici e più amati organizzati dalla Casa delle Donne, rivolto ai più piccoli: una nuova puntata del ciclo “Le Pioniere”, con protagonista Rosa Parks. Abitualmente si tratta di un incontro in presenza, nei locali della “Casa”, che inizia con una colazione in compagnia e finisce con il racconto della storia di vita di una donna celebre, attraverso il quale si vuole trasmettere alle bambine e ai bambini che si può lottare per i propri sogni, a prescindere dal sesso di appartenenza, contro ogni stereotipo e pregiudizio.
“Siamo reduci da un intero anno durante il quale, a causa della pandemia, siamo state costrette a frenare le nostre attività e le nostre forme di lotta – ha commentato Barbara Domenichini della Casa delle Donne -. È stato per tutte noi motivo di grande sofferenza. Per questo, l’8 marzo del 2021, nonostante le necessarie precauzioni a difesa della salute nostra e di tutti, abbiamo deciso di esserci, con i nostri corpi, nel corpo della città”.
“È stato un anno durissimo – ha aggiunto – ma non allo stesso modo per tutti e per tutte. Fuori da ogni retorica, è importante ricordare che la pandemia ha esasperato le differenze, portando ancor più alla luce quel sistema patriarcale, razzista e sessista che si manifesta in modi evidenti e insopportabili. I femminicidi hanno continuato a ripetersi, nel 2020 come negli anni precedenti, ma oggi c’è forse più indignazione pubblica perché noi donne che lottiamo per i diritti di tutte, ad ogni nuovo delitto ci portiamo dietro tutte le donne che sono state uccise prima, non ci dimentichiamo di nessuna”.
“Allo stesso tempo vengono ridotti i finanziamenti ai centri antiviolenza, alle associazioni, agli enti pubblici – ha concluso-. In ambito lavorativo, il 70% dei posti di lavoro persi con la pandemia, sono stati persi dalle donne, che sono quelle maggiormente impiegate anche nei settori sanitari e di cura, dunque le più esposte al virus. Di tutte queste gravi discriminazioni noi abbiamo sempre parlato, ma ora la pandemia le ha disvelate con chiarezza”.