Un samba "live" sui social in nome dei diritti delle donne
Camille Siston.
Tutti conoscono il samba. Ma non tutti sanno che è anche una forma di ribellione civile per i diritti delle donne e i diritti umanitari in genere. L’Incontro Nazionale delle Donne nella Roda de Samba è il più grande movimento femminile di cantanti e musiciste del samba nel mondo. Ideato dalla cantante brasiliana Dorina Barros, classe 1961, medaglia Chiquinha Gonzaga (concessa dal Comune di Rio de Janeiro a personalità femminili che si sono distinte professionalmente in cause umanitarie, artistiche o culturali), l’evento ha aggregato nel 2018 gli artisti di Brasile e Argentina ma due anni dopo già riuniva, oltre ai due Paesi, anche il Portogallo, l’Olanda, la Francia e il Giappone.
«Lo scopo della manifestazione rendere le donne protagoniste nella difsea dei loro stessi diritti», spiega Camille Siston, 37 anni, giornalista, ricercatrice e produttrice culturale. Con la pandemia le sambisteappartenenti a tre diversi continenti hanno realizzato un programma "live" sui social media lo scorso dicembre e promettono nuove performance per il 2021, con l’obiettivo di abbattere ogni possibile confine geografico e culturale per portare quel che viene definito dal grande poeta brasiliano Vinicius de Moraes «una benedizione allegra che in realtà grida il proprio dolore e la propria rivolta perché il samba è la tristezza che si dondola e possiede sempre la speranza di non essere più triste, un giorno», come recita il celebre “Samba di Benedizione” di Vinicius e Tom Jobin. IUn evento è atteso a marzo, per ricordare la figura di Marielle Franco.
Il samba (semba in lingua angolana kimbundu, che significa “panciata”) fu introdotto in Brasile dagli africani fatti schiavi dai colonizzatori delle “navi negriere” nella metà del XVI secolo. Dalle viscere del continente africano il samba si è diffuso ed è stato tramandato tra le varie generazioni sopratutto dalle donne, in quellla che fu una sorta di resistenza culturale, religiosa e politica dei vari popoli africani. «Sono passati più di 100 anni da quando le cantautrici di quel genere avevano lasciato la propria impronta nella storia e nella cultura brasiliana, ma da allora le donne continuano ad essere ancora discriminate. Un evento come l'Incontro Nazionale delle Donne nella Roda de Samba vuole essere un simbolo della lotta e della resistenza delle donne in un Paese in cui prevale ancora il genere maschile, quindi giustifichiamo l'importanza di questo progetto come un'affermazione del protagonismo delle donne in samba e delle influenze delle religioni africane, a livello nazionale, chiamando con una sola voce gli occhi dei media, degli uomini, della società», spiega Camille Siston.
La cantautrice nata in Bahia, ma fiorentina di adozione, Mariane Reis, spiega così la sua adesione al progetto della Roda di Samba: «Sono nata in una famiglia umile, nel centro storico di Salvador di Bahia e l’arte è stata per me un riscatto, una crescita umana e allo stesso tempo una sorta di liberazione. Il samba è la musica dei miei antenati, un racconto del tempo passato che torna presente, come adesso, con quanto sta accadendo oggi in Brasile, nelle manifestazioni di razzismo e nella violenza in generale, nei confronti degli afro discendenti e degli indigeni. Noi donne non siamo un totem, ma persone con una forte capacità di resistenza e di cambiamento e il samba non è solo una musica, ma un grido, una rivoluzione culturale e ci invita a viaggiare nel passato, presente e condividere da ogni epoca le proprie sensazioni, per imparare a rispettare il tempo e il ciclo della vita». Così ci spiega Mariane e conclude: «Il samba è musica sacra e nacque in una terra che non vive attualmente una democrazia. Prima di poter diventare una democrazia multi razziale il nostro Paese, il Brasile, deve ridiventare una democrazia. L’oppressione delle donne nere è oggi ancora più forte, rispetto alla discriminazione razziale in generale, perché racchiude in sé la discriminazione di genere, di classe e di razza. Così le donne nere sono discriminate tre volte di più rispetto ad altri soggetti».
«Per me suonare il surdo, un strumento prevalentemente suonato da uomini e che nella samba è il suo cuore pulsante, che scandisce la cadenza forte della musica, dai toni bassi ma determinanti, è davvero un privilegio», aggiunge Silvia Baraldi, 40 anni, originaria di Bologna, ma brasiliana di adozione. «All’interno della Roda di Samba mi sento a casa e mi riapproprio di un senso di appartenenza (pur non avendo antenati brasiliani), che so di possedere nel mio intimo e questo mi accomuna e mi unisce alle altre Donne di Samba. Essere in mezzo a queste persone, a questa armonia magica e antica mi riempi il cuore di gioia». Con la fine di tutti gli eventi culturali, a causa della pandemia Covid-19, il Meeting Nazionale delle Donne nella Roda de Samba ha lanciato la campagna “Caixinha Solidária” (scatoletta Solidale) e, attraverso donazioni, ha aiutato innumerevoli donne che lavorano con la samba.
Come detto all'inizio, nel ricordo di Marielle Franco, la consigliera comunale della Città di Rio di Janeiro assassinata il 14 marzo di due anni fa dalle milizie brasiliane per il suo impegno nella difesa dei diritti umani, Mariane Reis invita tutti ad un live di samba che si terrà questo mese di marzo, come un modo per chiedere giustizia non solo per Marielle, ma anche per le centinaia di donne e uomini assassinati a causa del loro impegno umano, sociale, ecologico e ambientale in Brasile in questi ultimi anni.