"Più che festa della donna andrebbe chiamata giornata internazionale della donna"
Viterbo - Fortunato Mannino (Cisl) sulla ricorrenza dell'8 marzo
Viterbo – Riceviamo e pubblichiamo – Si avvicina l’importante data dell’8 marzo, ricorrenza che siamo soliti chiamare festa della donna, ma che in realtà sarebbe più appropriato definire come giornata internazionale della donna, in quanto momento di ricordo e di profonda riflessione sulle conquiste politiche, sociali ed economiche del genere femminile.
Il ricordo non riguarda solamente, come si crede, la tragedia del 1911 durante la quale morirono in un incendio le operaie dell’industria tessile Triangle di New York, ma piuttosto tutto l’insieme di avvenimenti e lotte di rivendicazione della parità dei diritti che portarono nel corso del ‘900 all’acquisizione da parte delle donne del diritto al voto o all’approvazione della legge sull’aborto.
Riteniamo che quest’anno l’8 marzo assuma una rilevanza ancora maggiore, se consideriamo il periodo dal quale stiamo cercando faticosamente di uscire, e cosa sta comportando per tutte le famiglie; le restrizioni legate al contenimento dell’epidemia da Covid-19 hanno avuto una ricaduta enorme sull’intera società, ma come sempre le donne solo quelle che ne hanno pagato il prezzo maggiore: rappresentano il 98% di chi ha perso il lavoro nell’ultimo anno, una cifra mostruosa e che ci dà l’esatta misura di ciò di cui stiamo parlando.
Tutto questo, è superfluo dirlo, sta avendo gravi conseguenze sul bilancio economico delle famiglie, che hanno sempre maggiori difficoltà ad arrivare a fine mese. Per questo motivo, la Ust Cisl di Viterbo con il suo coordinamento Donne, con l’aiuto dell’Anteas Cisl, con tutte le sue categorie e con il patrocinio della Fidapa, hanno pensato di avviare una raccolta fondi a favore della Caritas diocesana di Viterbo, che permetta di dare un supporto alle famiglie in crisi e che contribuisca alla creazione del nuovo centro di ascolto diurno gestito dalla Caritas che si troverà a Viterbo in via Volturno 18.
Siamo fermamente convinti che solo facendo rete riusciremo ad uscire da questo momento di crisi che stiamo attraversando, e celebrare l’8 marzo serve a ricordarci che non ci può essere una reale ripartenza se non mettiamo la figura femminile al centro delle politiche di rilancio dell’economia del paese.
Ormai ci sono tantissimi studi, infatti, che dimostrano come il Pil aumenterebbe sensibilmente se si raggiungesse la parità lavorativa (intendiamo salariale ma soprattutto quella relativa al tasso di occupazione) tra donne e uomini. Traguardo che raggiungeremo, se non cambiamo passo, tra 108 anni (dato del global gender gap report).
Incoraggiare le donne a entrare nel mondo del lavoro richiede “l’approvazione sia di uomini che di donne”, ha ricordato la direttrice generale del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde, in un intervento a Londra. Ad oggi, gli impedimenti alla partecipazione femminile esistono ancora nella costituzione o nell’ordinamento giuridico di oltre l’80% dei paesi membri dell’Fmi.
Comunichiamo altresì che la campagna fondi sarà presentata ufficialmente venerdì 5 marzo alle 15 in diretta streaming sulla pagina Facebook Ust Cisl Viterbo e sul corrispondente canale Youtube.
Elisa DurantiniSegretaria organizzativa Ust Csl Viterbo
Fortunato ManninoSegretario generale Cisl Viterbo
2 marzo, 2021