Donata Bianchi (Presidente Commissione Pari opportunità, pace, diritti umani): “Destinare almeno la metà delle risorse del Next generation Eu a misure che includano le donne nella vita sociale ed economica del Paese”
Un gruppo di donne, ma anche di uomini, dell’associazionismo, delle aziende, dell’università e delle istituzioni hanno promosso un manifesto di proposte per salvare il Paese valorizzando le potenzialità delle donne. Non si tratta di astratti principi, ma di una rilevante questione economica.
Per la Commissione Europea, la diseguaglianza di genere costa all’Unione 370 miliardi di euro all’anno perché senza il lavoro femminile produciamo un Pil più basso e minore gettito fiscale. Il nostro Paese ha chiuso l’anno 2020 con una contrazione del Pil dell’8,9%, non far tornare le donne sul mercato del lavoro significa favorire la recessione. Half of it ha indirizzato al governo, una sorta di indicazione programmatica molto concreta sugli investimenti necessari per far crescere l’occupazione femminile e quindi il Pil con le risorse europee e il riordino della spesa nazionale, e per fronteggiare l’emergenza delle famiglie italiane creando nuove infrastrutture con misure di lungo periodo e riforme immediate.
Metà della governance di Next Generation EU alle donne e una valutazione di genere a monte e a valle di qualsiasi stanziamento; almeno il 60 per cento dei bambini da 0 a 3 anni accolti nei nidi pubblici entro 5 anni; un cashback sui servizi di cura e assistenza per le famiglie; assunzioni di donne e giovani nei servizi pubblici; diritto a maternità e malattia per tutte le categorie professionali autonome, ordinistiche e non.
Tra gli altri punti del Manifesto – conclude la presidente della Commissione Pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali, immigrazione Donata Bianchi – ci sono la sanità e l’assistenza di prossimità per anziani, disabili e non autosufficienti a cui dovrebbero andare almeno 4 miliardi, oltre alla cifra già prevista; investimenti su consultori e centri antiviolenza; politiche di condivisione del lavoro di cura e della genitorialità, ponendo a carico dell’Inps l’anticipo dell’indennità obbligatoria di maternità e a carico della fiscalità generale il 100 per cento di indennità obbligatoria di maternità. Colmare gap occupazionali e di diritti è utile per tutti non farlo significa impoverire tutti. Le rappresentanti di Half of it saranno a breve audite dalle Commissioni Lavoro, sviluppo economico e pari opportunità”. (s.spa.)
02/03/2021 12.58Comune di Firenze