Il ruolo della donna nel mondo del lavoro
L’importanza del ruolo della donna nel mondo del lavoro e' ormai un dato di fatto supportato anche da numerosi studi che dimostrano come questo ha un impatto significativo sullo sviluppo e sulla crescita di un Paese. Le donne considerano il lavoro una garanzia di indipendenza e di riconoscimento sociale, sono sempre più presenti in ogni ambito lavorativo e raggiungono posizioni di rilievo in molti settori. Tuttavia anche se il lavoro femminile è in continua crescita e rappresenta un aspetto importante dello sviluppo occupazionale persistono ancora molte ineguaglianze fra donne e uomini. nell'articolo 37 della Costituzione italiana si legge:“La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore” e ancora : “le condizioni di lavoro devono consentire l'adempimento della sua essenziale funzione familiare”, nonostante tutto il tasso di occupazione delle donne è ancora in percentuale più basso di quello degli uomini, il lavoro part time riguarda il 73,2% delle donne e i redditi complessivi sono in media del 25% inferiori rispetto a quelli degli uomini. Questo perché la cura dei figli, delle persone anziane non autosufficienti e delle persone con gravi disabilità appartenenti allo stesso nucleo familiare nel 65% dei casi, grava sulle loro spalle!
A tal proposito la ex sottosegretaria del ministero dell’Economia (nel governo Conte), Maria Cecilia Guerra in un intervista sul “corriere della sera” ha affermato che: “Con una maggiore offerta di asili nido possiamo in un colpo solo raggiungere tre obiettivi: ridurre i forti divari di opportunità di cura ed educazione fra bimbi, che favoriscono la riproduzione e l’ampliamento delle disuguaglianze sociali, economiche e territoriali; alleggerire i carichi di cura che gravano sulle donne, favorendone una maggiore partecipazione al mercato del lavoro e attivare una maggiore domanda di lavoro in un settore dove è più alta la presenza femminile». In Italia da tempo si sta promuovendo Il principio giuridico di pari opportunità, questo prevede che anche le donne abbiano diritto ad accedere a qualunque lavoro in condizioni di parità con gli uomini ed il diritto allo stesso trattamento per un lavoro eguale oppure equivalente, nonché alle progressioni di carriera comprese le promozioni.. Tuttavia le norme, da sole non sono tuttavia sufficienti a garantire una concreta ed effettiva situazione di pari opportunità e di pari trattamento. Molte sperimentazioni adottate nel recente passato sull’argomento si sono dimostrate positive e meritevoli di maggior diffusione, si pensi, ad es., alla sperimentazione relativa allo “smart working”, che sopratutto in questo periodo ha determinato un significativo aumento della produttività, una progressiva riduzione dell’assenteismo, una soddisfacente riduzione dei costi di gestione degli spazi fisici, oltre a minori, ma pur sempre apprezzabili benefici in termini di risparmio economico e di tempo. Ciò ha contribuito a migliorare la qualità della vita. Anche la promozione di modelli di welfare aziendale (ovvero l’insieme delle iniziative di natura contrattuale o unilaterali da parte del datore di lavoro volte a incrementare il benessere del lavoratore e della sua famiglia attraverso modalità “alternative” alla retribuzione che possono consistere sia in somme rimborsate, sia nella fornitura diretta di servizi, o in un mix delle due soluzioni), che garantiscano in particolare servizi di cura alle persone e all’infanzia, può essere un importante segnale di maturazione culturale e segnare la differenza con le rigide impostazioni tradizionali. Stimolare e aiutare le donne che vogliono approcciarsi in maniera più efficace nel mondo del lavoro e quelle che fanno o vogliono fare impresa, potrebbe costituire un ulteriore contributo attivo alla realizzazione di progetti con esiti positivi. Intensificare gli sforzi per migliorare l’accesso delle donne a posti di lavoro dignitosi rappresenta un’importante opportunità.
L'art. 21 della Legge n. 183/2010 ha istituito il Comitato unico di garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni (CUG). Anche l'Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico – Giovanni XXIII ha istituito con atto deliberativo n. 0110 del 31 gennaio 2017, il "Comitato Unico di Garanzia per le Pari Opportunità, la Valorizzazione del Benessere di chi Lavora e Contro le Discriminazioni” Il Comitato, del quale faccio parte, in accordo con le linee guida ministeriali, si prefigge lo scopo di: assicurare, nell'ambito del "lavoro", parità e pari opportunità di genere, rafforzando la tutela dei lavoratori e delle lavoratrici e garantendo l'assenza di qualunque forma di violenza morale o psicologica e di discriminazione, diretta e indiretta relativa al genere, all'età, all'orientamento sessuale, alla razza, all'origine etnica, alla disabilità, alla religione ed alla lingua; favorire l'ottimizzazione della produttività del lavoro, migliorando l'efficienza delle prestazioni lavorative, anche attraverso la realizzazione di un ambiente di lavoro caratterizzato dal rispetto dei principi di pari opportunità, di benessere organizzativo e di contrasto di qualsiasi forma di discriminazione e di violenza morale o psichica nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici; valorizzare le differenze, migliorare la qualità del lavoro. Tutto ciò attraverso un cambiamento culturale che richiede un contributo di tutti i lavoratori e le lavoratrici dell’Azienda.
Il Ministro per il Sud e la Coesione territoriale nel Governo Draghi, Mara Carfagna recentemente ha affermato: “La partecipazione delle donne alla vita del nostro Paese incontra ancora troppi ostacoli, a cominciare dal tasso di occupazione femminile inferiore allo standard europeo, particolarmente nel Mezzogiorno: in Italia lavora una donna su due, nel Mezzogiorno una su tre.Il 17 Febbraio scorso il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha dichiarato: “la mobilitazione di tutte le energie del Paese nel suo rilancio non può prescindere dal coinvolgimento delle donne. Il divario di genere nei tassi di occupazione in Italia rimane tra i più alti di Europa: circa 18 punti su una media europea di 10. Dal dopoguerra ad oggi, la situazione è notevolmente migliorata, ma questo incremento non è andato di pari passo con un altrettanto evidente miglioramento delle condizioni di carriera delle donne. L’Italia presenta oggi uno dei peggiori gap salariali tra generi in Europa, oltre una cronica scarsità di donne in posizioni manageriali di rilievo”.
“Qualsiasi cosa facciano le donne, devono essere almeno due volte più brave di un uomo per essere considerate brave quanto lui. Per fortuna questo non è difficile”. Charlotte Whitton