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8 marzo, Actionaid: "Rafforzare i servizi di cura, tutti sulle spalle delle donne"

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Neet, donne in agricoltura e vittime di violenza, le richieste dell'organizzazione per il recovery plan. Il Piano nazione ripresa e resilienza “un’opportunità senza precedenti per mettere le basi per un’effettiva parità di genere"

ROMA - Il Piano nazione ripresa e resilienza “è un’opportunità senza precedenti che non va sprecata per mettere le basi per un’effettiva parità di genere: occorre sostenere quei settori economici più colpiti dalla crisi dove sono impiegate per larga parte le donne e le giovani. È necessario investire in infrastrutture sociali che rafforzino i servizi di cura ora tutti sulle spalle delle donne, e nelle misure di lungo periodo che creino davvero equità nella divisione di genere del lavoro, quello retribuito e non retribuito. Tutto questo non sarà possibile se non ci sarà la piena partecipazione delle donne ai processi decisionali, inclusi quelli che definiranno il Recovery Plan italiano, e alla progettazione di servizi e misure che impattano sulla loro vita”. Lo chiede Rossana Scaricabarozzi, responsabile Gender and Economic Justice Unit di ActionAid Italia, ricordando che l’obiettivo di un’effettiva parità di genere, come richiesto dall’Unione europea,attraverso l’incremento dell’occupazione femminile, “senza un ripensamento generale delle politiche rischia di fallire e vedere ancora una volta negati i diritti delle donne”. Le misure da adottare, secondo l’organizzazione, vanno riviste seguendo un approccio che tenga insieme il genere – quindi non solo le donne in generale - ma anche le altre variabili che determinano l’esclusione delle donne: le diverse fasce d’età, i diversi settori di impiego, l’iniqua distribuzione del carico di cura, lo status migratorio.  E, in questa prospettiva complessa, particolare attenzione deve essere prestata alle giovani, alle migranti, alle donne inserite in percorsi di uscita dalla violenza e alle lavoratrici in settori a scarsa tutela le cui condizioni di vita e lavoro, già poco tutelate, sono peggiorate a causa della pandemia.

DONNE IN AGRICOLTURA. Seguendo questo approccio partecipativo, le lavoratrici impiegate in settori ad alto rischio di sfruttamento come l’agricoltura, devono poter essere coinvolte, insieme alle comunità locali, nello sviluppo di politiche di welfaree politiche lavorative rispondenti ai loro bisogni ma anche sensibili al genere e alla cultura. Tale processo non può prescindere dall’assicurare che le loro condizioni di vita e di impiego siano in linea con l’agenda del lavoro dignitoso e con il diritto di vivere una vita senza violenza dentro e fuori i luoghi di lavoro.  

IL LAVORO PER LE DONNE FUORIUSCITE DALLA VIOLENZA. Per quanto riguarda i percorsi di empowerment socioeconomico di donne fuoriuscite da percorsi di violenza, il PNRR in stretta connessione con il futuro Piano antiviolenza 2021-2024 dovrebbe poter contribuire a favorire l’accesso al mercato del lavoro attraverso percorsi personalizzati, sostenuti anche da azioni di riqualificazione professionale e misure dedicate (es. sostegno temporaneo al reddito), oltre a programmi di sensibilizzazione rivolti alle aziende, che facilitino anche l’adozione di strumenti e procedure per prevenire e contrastare le molestie e la violenza sul luogo di lavoro, in linea con la Convenzione OIL 190 recentemente ratificata dall’Italia. Inoltre, per migliorare l‘incrocio tra l’offerta e la domanda di lavoro di questa specifica tipologia di lavoratrici, di cruciale importanza è che coinvolgano i diversi soggetti rilevanti sul tema: istituzioni locali, aziende, sindacati, realtà del terzo settore, CAV, centri per l’impiego a supporto non solo dell’inserimento lavorativo delle donne ma del loro intero percorso di empowerment socioeconomico.

LE GIOVANI CHE NON STUDIANO E NON LAVORANO. Urgente è anche l’attivazione di politiche, servizi e interventi che rispondano ai bisogni delle giovani NEET. Sarà infatti la popolazione giovanile, in particolare NEET, a scontare le gravi conseguenze socioeconomiche nel breve, medio e lungo periodo ed è per questo che è necessario dare avvio in tempi rapidi a misure dedicate che, da un lato, prevengano l’aumento della popolazione NEET in Italia e dall’altro che diano risposte adeguate che tengano conto della complessità e diversificazione di tale gruppo sociale. Ciò può essere fatto solamente a partire da una lettura approfondita delle cause e delle conseguenze del fenomeno in questione. Particolare attenzione deve essere prestata alla componente straniera e soprattutto a quella femminile, i cui livelli di vulnerabilità sono ulteriormente aumentati a causa della pandemia.

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