Tivoli - Giornata internazionale della donna: il messaggio della vicesindaca Di Giuseppe
«Come donna e professionista e come vicesindaca nel mio ruolo istituzionale attuale, nella “Giornata internazionale per i diritti delle donne” credo sia importante sottolineare e riconoscere che le donne soltanto in tempi recenti si sono affermate in ruoli a volte per millenni esclusivamente ricoperti da uomini. Un traguardo che non troppo tempo fa – agli inizi del secolo scorso – sembrava impossibile in Italia e nel mondo», così la vicesindaca di Tivoli, Laura Di Giuseppe, commenta la “Giornata internazionale dei diritti delle donne” a nome di tutta l’amministrazione comunale. «Ma ancora sogno il momento in cui non ci stupiremo più delle “eccezioni” e delle donne “eccezionali” rispetto a una norma che declina al maschile ancora il mondo di oggi: un altro traguardo per il quale occorre ancora lavorare tanto insieme, uomini e donne. Dobbiamo farlo a tutti i livelli, non soltanto nei contesti diplomatici e politici internazionali o nazionali, ma anche nelle nostre città e nella vita quotidiana, persino nella scelta del linguaggio che spesso sfocia nell’odio o nella sottovalutazione delle donne. Il rispetto dell’autodeterminazione di ciascuno è alla base della democrazia e dello sviluppo sociale di una comunità, della sua cultura, dell’economia, della qualità della vita. Credo anche che il giorno in cui smetteremo di stupirci se una donna nella sua vita professionale è un’ingegnera, una sindaca, o una direttrice d’orchestra, o la presidente di uno Stato, anche la scelta dei sostantivi ci apparirà meno cacofonica».
«Oggi vogliamo celebrare il fatto», prosegue Di Giuseppe, «che le donne possano e debbano poter scegliere di essere e fare ogni cosa che desiderano, seguendo le loro vocazioni e ambizioni, anche nella nostra comunità tiburtina: di lavorare o di non farlo; di essere madri o di non esserlo; di essere forti o di rivelare le proprie fragilità. Le donne dimostrano ogni giorno, in una società ancora sessista, maschilista e patriarcale, che devono avere tre volte la forza di un uomo per essere contemporaneamente lavoratrici, madri o anche single. Sottolineo invece, ancora una volta, la determinazione di tutte le donne a combattere per la loro libertà di scegliere la strada più giusta nella scienza, nell’imprenditoria, nella politica, nella famiglia in ogni paese dell’emisfero – anche dove si muore per difendere diritti ritenuti basilari -. Sogno, infine, il giorno in cui gli (e le) incapaci, uomini o donne che siano, suscitino in noi la stessa identica indignazione, a prescindere dall’appartenenza di genere, per una società più giusta ed equa e davvero, concretamente, basata sul merito e non sulle appartenenze».