in piazza per i diritti delle donne
«Non fiori, ma uomini per bene». Perché la consapevolezza che porta al cambiamento culturale è fatta di gesti quotidiani e non certo del mazzo di mimose regalato una volta all'anno. Sono stati gli uomini, ieri 8 marzo, a parlare in occasione della Giornata internazionale dei diritti della donna. E lo hanno fatto assumendosi la responsabilità di tutte quelle volte in cui il pugno si è nascosto dietro la carezza, in cui l'offesa ha prevalso sul dialogo, in cui il ricatto economico ha inchiodato in casa una moglie, una fidanzata, una compagna che non è riuscita ad autodeterminarsi con il lavoro. Non a caso, ieri mattina, di fronte a Porta San Biagio, c'erano i sindacati Cgil, Cisl e Uil a manifestare, oltre che il sindaco di Lecce. Ma, appunto, con un flash mob rovesciato, in cui istituzioni politiche e associative hanno fatto esprimere, per la prima volta, proprio coloro che sono ancora dall'altra parte della barricata: gli uomini.
Perché «il tema del ruolo delle donne deve essere affrontato nell'ottica dell'educazione all'affettività, dall'acquisizione del valore autentico della parola amore, che non è possesso ha affermato ieri il primo cittadino, Carlo Salvemini . Voglio dare voce a quegli uomini per bene, che devono essere gli elementi di innesco positivo per tutta la comunità. La violenza è una reazione scomposta a una delusione che non si riesce ad accettare e spetta a noi, che siamo una comunità educante, dare il buon esempio ai giovani, anche correggendo quei giochi goliardici di gruppo che tradiscono una mancanza di rispetto».La pandemia ha amplificato tragicamente gli episodi di violenza domestica, perché costringe le donne a restare in casa e a non parlare, come ha sottolineato il segretario generale della Uil, Salvatore Giannetto: «Ciascuno di noi, nella dimensione privata così come nell'esercizio delle proprie funzioni, deve prevenire e contrastare la violenza di genere, che costituisce una violazione dei diritti umani e un ostacolo allo sviluppo di una società democratica».E che il lavoro sia un aspetto fondamentale della parità di genere è dimostrato anche dai dati emersi durante l'emergenza sanitaria: su 444mila posti di lavoro persi nel 2020, ben il 70%, quindi 310mila, sono stati di donne e sempre in questo periodo è aumentato il lavoro di cura per le donne di ben 4 ore al giorno, soprattutto a causa della chiusura delle scuole e dei servizi dell'infanzia. Dati sottolineati anche da Giuseppe Piccinni, rappresentante dell'Unione degli universitari di Lecce: «Siamo in piazza, perché vogliamo scardinare la cultura patriarcale, lottare contro la disparità salariale e l'esclusione delle donne dalle posizioni lavorative di rilievo. E in questo assume un ruolo fondamentale l'università: purtroppo, i dati di Almalaurea ci dicono che a 5 anni dal titolo solo il 60% delle donne lavora a tempo indeterminato, di contro al 90% degli uomini. E se una donna desidera un figlio, ha addirittura il 18% in meno di possibilità di essere assunta».
L'urgenza di cambiare i modelli culturali è stato un refrain della manifestazione: «Peccato che tante donne, ancora oggi, quei modelli culturali non solo li accettino, ma li ritengano normali ha evidenziato Simone Longo, segretario confederale di Cgil Lecce. Potremo definirci un Paese veramente moderno, quando una donna sarà presidente del Consiglio o presidente della Repubblica. Invece ancora, soprattutto in politica, assistiamo a tanti teatrini dell'assurdo, come quanto avvenuto in Puglia col sistema della doppia preferenza, che avrebbe dovuto garantire l'accesso di molte donne in Consiglio regionale. Il risultato è piuttosto deludente: 8 consigliere su 51 consiglieri e appena 3 donne in Giunta». «Abbiamo scelto di metterci la faccia ha aggiunto Donato Congedo, segretario Cisl Lecce. Dignità e rispetto siano praticati in tutti i luoghi e con responsabilità».Nel pomeriggio di ieri, inoltre, la Casa delle donne di Lecce ha scelto di manifestare in piazza Sant'Oronzo per rivendicare il diritto al lavoro, ma anche all'attuazione del diritto di aborto, ancora oggi ostacolato da più fronti.© RIPRODUZIONE RISERVATA