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Ivg. Piemonte. Nel nuovo bando per i consultori si riparla di associazioni che “tutelino la vita sin dal concepimento”. Ed è di nuovo polemica 

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

di Lucia Conti
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11 MAR - Il Piemonte torna al centro dell'attenzione sul tema dell’aborto e dopo le polemiche per i paletti messi alla RU486 (che non può più essere somministrata nei consultori), assesta un altro colpo all’Interruzione volontaria di gravidanza nei Consultori prevedendo che le associazioni che vi operarono facciano tutte riferimento a principi pro-vita.

La Regione ha infatti inviato alle Asl la determinazione per il bando finalizzato a redigere i nuovi elenchi delle organizzazioni ed associazioni che possono operare nei servizi di tutela materno-infantile delle Asl, tra cui i consultori. E tra i requisiti richiesti si riparla, della “presenza nello statuto della finalità di tutela della vita fin dal concepimento e/o di attività specifiche che riguardino il sostegno alla maternità e alla tutela del neonato”.

Si tratta, in realtà, di una vecchia lotta condotta già nel 2010 dalla vecchia Giunta di centrodestra guidata dal leghista Roberto Cota, che con la DGR n. 21-807 del 15.10.2010 introduceva il “Protocollo per il miglioramento del percorso assistenziale per la donna che richiede l’interruzione volontaria di gravidanza”. Ma tra la Giunta e i consultori si mise di traverso l’Associazioni Casa delle Donne e ACTIVA DONNA, che presentò ricorso al Tar, il quale annullò il protocollo limitatamente alla “parte in cui prevede tra i requisiti soggettivi minimi che devono essere posseduti dagli enti no profit per essere iscritti negli elenchi dell’Asl la presenza nello statuto della finalità di tutela della vita fin dal concepimento”.

Oggi la Regione, attraverso il Dipartimento Sanità, torna ad aggiornare le modalità di formazione degli elenchi. E tra i requisiti torna per l'appunto ad introdurre “la presenza nello statuto della finalità di tutela della vita fin dal concepimento” auspicando che l’aggiunta di quel “e/o di attività specifiche che riguardino il sostegno alla maternità e alla tutela del neonato”, possa fare la differenza.

Intanto si sollevano le critiche. Per la vice capogruppo del Pd alla Camera, Chiara Gribaudo, “la scelta della regione Piemonte di privilegiare le associazioni pro-vita nell'accesso ai consultori è gravissima e viola i diritti delle donne alla propria autodeterminazione. Di fronte a una scelta difficile come quella dell'aborto le donne hanno bisogno di un sostegno imparziale: mettere i pro vita nei consultori è come privilegiare le assunzioni dei medici obiettori di coscienza”.

"La posizione dell'assessore Maurizio Marrone” (Affari legali) è per Gribaudo “vergognosa e nasconde una mentalità patriarcale e misogina. Chiediamo al governo di intervenire per garantire a tutte le donne, in tutte le regioni, il diritto alla libera scelta”. Lucia Conti

11 marzo 2021© Riproduzione riservata

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