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I lavoratori delle pulizie tra pandemia e diritti negati

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

L’internalizzazione degli operai e le paghe bloccate da otto anni sono i casi caldi. La nota positiva arriva dai vaccini: il personale ha la possibilità di accedere

EMPOLI. Trascorso un anno di epidemia, per chi si occupa di pulizie nei locali pubblici continua a essere tempo di rivendicazioni. Ancora in attesa di poter tornare a lavoro sono cinque addette dell'Empolese Valdelsa che operano nelle scuole, rimaste escluse dal primo processo di internalizzazione nell’ente pubblico dello scorso anno (ex lavoratori Dussmann e dei cosiddetti “appalti storici”).

Nei giorni scorsi le lavoratrici, assieme alla referente sindacale della Filcams Cgil Donatella Galgani, hanno indetto un presidio sotto il palazzo della Prefettura a Firenze per chiedere di rientrare al lavoro per potenziare gli organici delle pulizie scolastiche. «Nel primo bando statale per superare la fase degli appalti storici – spiega Galgani – si chiedevano requisiti come dieci anni di lavoro a tempo indeterminato, essere state occupate negli anni 2018 e 2019, il conseguimento della licenza media oltre a una fedina penale pulita. Nonostante l'ampio margine, c'è chi è rimasto ugualmente fuori, specialmente donne straniere che non hanno la terza media. Altro problema è legato a chi nei primi anni aveva contratti a termine, per esempio ho il caso di un paio di donne a cui mancavano due mesi di lavoro indeterminato. Il vicecapo di gabinetto della Prefettura, Simonetta Castellani, ci ha ricevuto prendendosi l'impegno di scrivere al ministero dell'istruzione per sollecitarlo».

L’internalizzazione del personale ha avuto, tra i vari benefici, uno non calcolato: la possibilità di accesso al vaccino per il coronavirus: «Si fosse stati nella fase degli “appalti storici” ci sarebbe stato sicuramente più da fare – dice Galgani su questo – il fatto che il personale delle pulizie scolastiche adesso sia rientrato nel personale Ata fa sì che abbia avuto accesso, come i docenti, alla campagna con il siero AstraZeneca».

Dalle scuole agli ospedali, anche qui la buona notizia è che le persone operanti negli appalti delle pulizie sono state inserite tra le categorie che hanno potuto avere il vaccino: secondo i dati della Filcams Cgil, sono circa 90 gli addetti che lavorano per le aziende esterne che, per conto dell'Asl Toscana Centro, offrono servizi di pulizie e barellaggio a Empoli, Fucecchio e San Miniato ( la maggior parte donne e con contratti part time). «Non sono partiti insieme al personale medico, ma dopo poche settimane è stato possibile prenotarsi – spiega la sindacalista – gli addetti si stanno vaccinando e siamo arrivati a numeri validi. Rispetto a un anno fa è migliorata anche la questione dei dispositivi di protezione, che adesso ci sono».

Ma restano problemi irrisolti anche per questo tipo di personale che lavora negli ospedali: «Ci sono lavoratori fragili che, non potendo continuare a operare in ospedale durante la pandemia, sono stati collocati in altri luoghi – conclude Galgani – ma cooperative come Rekeep e Cooplat a Empoli hanno solo questo appalto e quindi non è semplice. Al momento ci è rimasto un caso critico ma ne stiamo dialogando con l'azienda. Il problema ora è quello delle paghe: 5 euro netti l'ora con un contratto bloccato da otto anni. Vorremmo fare uno sciopero, ma è difficile operando nei servizi pubblici essenziali».

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