'Il Fvg non è una regione per donne'
"Seconda bocciatura per la doppia preferenza di genere in Fvg, ancora una volta determinata solo da ragioni di mera contrapposizione partitica", è il commento dell'avvocato Ester Soramel per il Comitato Pari Rappresentanza 50e50.
"Non è bastato il parere favorevole della CRPO espresso ancora lo scorso mese di luglio, non è bastata l’apertura espressa più volte dal Presidente Zanin, il quale giustamente ha ricordato ci sono doveri costituzionali da adempiere, non sono bastati gli appelli delle associazioni a tutela dei diritti delle donne alle quali il Presidente Fedriga aveva promesso lo scorso 22 ottobre 2019 una riforma della legge elettorale capace di favorire la pari rappresentanza. No, il Friuli-Venezia Giulia resterà “speciale” rispetto al resto d’Italia, comprese Liguria e Calabria, che, pur amministrate dal centro-destra, hanno accolto all’unanimità la doppia preferenza, solo per ragioni di bandiera"
"Alcuni interventi che si sono succeduti in Aula hanno avuto come filo conduttore la banalità: le donne “più belle e più brave” degli uomini che meriterebbero, per questo, di essere aiutate dagli uomini neanche si trattasse di caricare la lavatrice ogni tanto come a casa oppure che, sempre per lo stesso motivo, non hanno bisogno di “aiutini”. Ne discende la conferma della scarsa, per non dire nulla, conoscenza di cosa siano le pari opportunità e soprattutto di cosa sia la doppia preferenza di genere, strumento che il centrodestra continua a vedere con sospetto fondamentalmente perché ancora non ha capito come usarlo, come dimostrato da chi è arrivato a sostenere addirittura che cagionerebbe una lesione del libero arbitrio. Incomprensibile il voto contrario della consigliera Spagnolo, che per la seconda volta elogia la doppia preferenza di genere, ma poi la boccia (in compenso ha declinato correttamente al femminile “prefetta”). Un plauso a FDI che almeno ha ammesso il ritardo colposo del centrodestra sul gender gap in politica", continua il Comitato.
"In questo sconsolante panorama, la sinistra non ne esce immacolata, anzi. Da sempre si proclama esclusiva titolare delle tematiche di genere, salvo poi predicare bene e razzolare male: basti pensare al fatto che nemmeno la giunta Serrachiani è riuscita ad approvare la doppia preferenza, per non parlare dell’imbarazzante assenza di donne del PD nel governo Draghi, relegate in ruoli marginali di sottosegretariato e infine al teatrino dei capigruppo parlamentari, con i maschietti che non mollano la loro poltrona".
"Le democratiche regionali, poi, malgrado da sempre a parole invochino il gioco di squadra, par di capire che ai giochi partecipano solo se comandano loro. Il 30 gennaio il Comitato Pari Rappresentanza 50e50, trasversale e apartitico aveva lanciato una petizione online accompagnata da una lettera inviata al Presidente Fedriga ricordando la promessa che aveva fatto alle Associazioni e chiedendo di coinvolgerle nella scrittura nella riforma elettorale nel senso indicato dalla Costituzione e dalla L.20/2016. Lettera e petizione erano state inviate a tutte le associazioni, raccogliendo adesioni importanti e trasversali. Eppure la gran parte delle democratiche l’hanno snobbata, non l’hanno sottoscritta e non l’hanno condivisa, salvo poi copiarla quasi integralmente per supportare la ripresentazione del disegno di legge Russo (forse impegnato nella sua campagna elettorale come sindaco di Trieste) a quella stessa maggioranza che già l’avevo bocciato, oltre a lanciare un’ulteriore petizione online, a rimarcare, evidentemente, che nessun altro può permettersi di promuovere la pari rappresentanza di genere".
"E allora ha ragione il Consigliere Morettuzzo a ricordare che dopo quel 22 ottobre 2019 il Consiglio e non la Giunta doveva avviare un tavolo per riformare la legge elettorale in senso paritario, che il Covid è stato solo un alibi e che comunque l’approvazione della doppia preferenza di genere non avrebbe precluso la discussione su una più ampia riforma. Al netto di ogni ulteriore considerazione, si rinnova l’appello del nostro Comitato: se si vuole riformare davvero la legge elettorale si apra un dialogo convocando la CRPO e le associazioni, perché è evidente che i partiti sono troppo offuscati dalle rispettive ideologie e interessi di parte", conclude Soramel.