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Voto capogruppo Pd, Alessia Rotta: "Il confronto tra due donne non è un tè delle cinque ma neppure una lotta nel fango"

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

"Debora e Marianna sono due donne autonome e forti, che hanno una lunga storia personale nel Pd, nelle istituzioni e nella politica. E il confronto tra due donne non è un tè delle cinque ma neppure una lotta nel fango. È bene non farne una caricatura. Al primo punto c'è il rispetto". A poche ore dal voto per l'elezione della capogruppo dem alla Camera, la deputata dem Alessia Rotta di Base riformista  - indicata nei giorni scorsi come una delle possibili candidate -  mette in fila alcune premesse. 

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Rotta, doveva essere il vento nuovo di donne alla guida dei gruppi parlamentari del Pd, e si è trasformato in uno scambio di accuse, con tanto di lettera e controreplica. Perché? "Come tutti i passaggi inediti, fanno rumore. Siamo tutte e tutti poco abituati al confronto tra due donne. Molto di più a quello tra uomini o al massimo tra un uomo e una donna. Ma non trasformiamolo in una caricatura: Debora Serracchiani e Marianna Madia sono due donne autonome che hanno una lunga storia nel Pd, nelle istituzioni, nella politica. Il confronto tra donne non è un tè delle cinque, ma neppure una lotta nel fango". 

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Lei ha sperato di fare la capogruppo? "No. Io sto affrontando una esperienza nuova, affascinante e difficile come presidente della commissione Ambiente e Infrastrutture della Camera nel momento cruciale del Recovery Plan".  

Sbagliato votare senza avere fatto prima un dibattito in cui ciascuna delle sfidanti presenti la sua proposta?  "Il dibattito è sempre positivo e ben accetto. Penso si conoscano le idee e la personalità di entrambe. Siamo un gruppo di poco meno di 100 persone che sono chiamate a scegliere il capogruppo, non è la sfida congressuale. Dopo di che, c'è stato un fermento per questo imprevisto confronto? Quando a confrontarsi erano due uomini, mai chiesto approfondimenti. Però prendiamola come notazione per il futuro". 

E' stato detto: le donne non sanno competere, è così? "Non credo proprio che non sappiano competere. Certo c'è una questione di accoglienza e di linguaggio che riguarda tutto il partito. Il fatto che ci sia stato questo confronto dimostra che non si sono sottratte alla sfida".  

Però nel Pd  le correnti hanno sempre la meglio e decidono?  "Le correnti esistevano anche quando sono stati eletti rispettivamente alla Camera e al Senato, Graziano Delrio e Andrea Marcucci, gli ex capigruppo. Ma nessuno si sarebbe azzardato a parlare di loro come pedine di correnti. Se vengono usate sempre le donne per dire che sono deboli e che le correnti sono cattive, allora questa sì che è la dimostrazione di misoginia e di maschilismo da parte di chi lo afferma". 

Lei è della corrente Base riformista: spezza una lancia a favore delle correnti? "No, ma non nascondiamoci dietro un dito. Se le correnti sono questione di potere, non va bene e un partito muore. Se producono pensiero, idee, pluralismo, allora è un'altra cosa e positiva".  

Il Pd è un partito maschilista? "Non lo credo. Ma tutta la società italiana ha bisogno di fare passi avanti. Sicuramente il Pd ha dimostrato di recente di non essere all'altezza del suo passato e delle sue battaglie per l'emancipazione delle donne e la parità piena dei diritti e della  rappresentanza. Parità peraltro prevista nello Statuto del partito". 

Indicare la necessità che fossero due donne alla guida dei gruppi è stato strumentale, per sollevare Delrio e Marcucci dai loro incarichi con una motivazione importante?  "E' stata una istanza forte che Letta ha posto con schiettezza e con urgenza alla quale i capigruppo uscenti hanno risposto da democratici". 

Il segretario Letta ha anche sottolineato che per due uomini non sarebbero state usate le parole che alle due sfidanti sono state rivolte. "Sì. C'è un tema di linguaggio, tra l'altro. Non è che una donna è una "politica meno", meno qualcosa. Non ci sono concessioni qui. Non si facciano caricature". 

Però due donne - Simona Malpezzi al Senato e chi sarà eletta alla Camera - non fanno primavera. "Non ci sono una o due donne, ma dietro di loro ci sono tante donne nella politica come nella società. Poche purtroppo sono ancora le donne del centrosinistra presidenti di Regione e sindache. Le giovani che intraprendono la politica sappiano però che ce la si può fare". 

 

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