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Choc nel basket, adesivo sessista contro le tifose Pielle: «Gesto ignobile, è violenza di genere»

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Il volantino trovato al PalaMacchia. Nel pomeriggio le scuse (tardive) dei rivali che lo avrebbero stampato e distribuito  

LIVORNO. C’erano una volta gli sfottò tra tifosi di basket della Pielle e della Libertas. Slogan, cori e scritte sui muri talmente cattivi – sportivamente parlando – da risultare perfidi. E rimanere impressi in quella memoria collettiva che tutt’ora divide la fede cestistica dei livornesi. Ma mai, almeno fino a oggi, si era caduti nel sessismo, nell’offesa fine a se stessa. Andando ben oltre il limite della decenza e del gusto. A superarlo – facendo indignare – un adesivo stampato e appiccicato all’esterno del palasport “Bruno Macchia”, in via Allende. Il teatro del basket dove negli anni Ottanta sono andati in scena derby indimenticabili e pure l’ultima gara delle finali scudetto tra l’allora Enichem di Fantozzi e Alexis e la Philips Milano di Meneghin e D’Antoni. La vignetta ritrae la caricatura utilizzata spesso dal gruppo organizzato Sbandati 1987 (storica tifoseria della Libertas Livorno, oggi della Libertas 1947). Il personaggio, un maschio, è in piedi. Sotto c’è una specie di fumetto che ritrae, invece, una figura femminile vestita con i colori della Pielle che pulisce il pavimento in posizione a quattro zampe. La scritta – purtroppo – lascia poco spazio all’interpretazione: «Specialità del giorno, Piellina alla pecorina».

La denuncia

L’ignobile scritta è stato rinvenuto ieri mattina e in pochi minuti ha fatto il giro dei social, indignando la città e un pianeta, quello della pallacanestro livornese, che si sta impegnando per risorgere a suon di progetti e investimenti. Da qualche mese a questa parte, infatti, la giungla dei social, in particolare Facebook, è stata teatro di prese di giro, battute e anche di qualche parolaccia sui temi attuali e sui bei tempi che furono… ma tutto (sempre) circoscritto alla mera sfera sportiva, senza mai oltre passare il limite. Al contrario stavolta è stato superato il limite attraverso un disegno e uno slogan a dir poco incommentabile. Tra l’altro in un periodo storico in cui proprio la difesa dei diritti delle donne sono a giusta ragione motivo di battaglie sociali. Ecco perché chi ha concepito, stampato e poi messo in giro questi adesivi ne dovrebbe spiegare il senso (che non c’è). E lo dovrebbe spiegare non soltanto alle tifose pielline, ma a tutto l’ universo femminile.

le reazioni

Non si è fatta attendere la reazione, durissima, della sezione femminile dei Rebels (le Rebels Girls) – tifoseria organizzata della Pielle – attraverso una nota divulgata sulla propria pagina Facebook: «Nel 2021 la violenza di genere non è più ammissibile – si legge – l’oggettificazione e la sessualizzazione del corpo femminile sono fenomeni troppo diffusi e troppo pericolosi. Ogni giorno assistiamo a episodi sconvolgenti dove le vittime sono sempre le donne ed è bene capire che la prevenzione inizia da qua. Quello che per molti è una banale vignetta, per noi è l’esemplificazione di uno stigma che ci persegue da secoli. Caro “tifoso”, chiunque tu sia, ricorda sempre queste semplice regole: il vero tifoso grida, canta, esulta. Il vero tifoso ironizza le squadre avversarie perché fa parte del divertimento sportivo. Il vero tifoso conosce il termine “fair play” , il riconoscimento delle regole e del rispetto dell’avversario! A questo punto ci chiediamo: se tu, si proprio a te ci rivolgiamo, tifoso conosci le regole del gioco e soprattutto conosci il significato del termine rispetto, perché hai dimostrato oggi quel tuo senso di inciviltà verso le tifoseria femminile piellina, tappezzando la città di adesivi vergognosi, manifestando la tua ignoranza? Che amarezza».

Aggiunge una tifosa piellina: «Non mi sento mancata di rispetto come appassionata, ma come donna e madre di tre figlie femmine. Pretendo le scuse pubbliche da quelle teste di c.... che hanno ideato questa cosa obbrobriosa. Il rispetto verso le donne va oltre ogni rivalità». Nel pomeriggio è apparso un messaggio di scuse sulla pagina ufficiale degli Sbandati 1987. Dovuto. Ma che non assolve un atto da condannare che non ha niente a che vedere con la magnifica storia della pallacanestro cittadina. Significativo, infine, lo scatto diffuso dal dirigente piellino Pasquale Lamberti che, in occasione della presentazione estiva della squadra femminile targata Unicusano, donò a tutte le nuove giocatrici – tra le quali Aurora Fantozzi, figlia del grande Alessandro – una rosa bianca e una azzurra. —

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