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Ragazze, per noi non c’è la sedia, e forse ce ne saranno sempre meno

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Xinhua News Agency via Xinhua News Agency/Getty ImagesANKARA, April 6, 2021 -- Turkish President Recep Tayyip Erdogan 2nd R meets with European Council President Charles Michel 2nd L and European Commission President Ursula von der Leyen 1st L in Ankara, Turkey, on April 6, 2021. Top officials of the European Union on Tuesday expressed readiness to work on concrete agenda with Turkey to push forward economy and migration cooperation between the two sides. (Photo by Mustafa Kaya/Xinhua via Getty) (Xinhua/Mustafa Kaya via Getty Images)

Non c’era certo bisogno di quel bifolco di Erdogan, per saperlo. Ma dobbiamo ammettere che vederlo così, con la chiarezza di un tutorial, fa comunque una certa impressione. Perché, amiche e sorelle, diciamocelo: questo non è un mondo per donne. La pandemia ce lo ha già mostrato, con la cinica evidenza delle catastrofi, e per caso – perseguendo la sua politica del ripiegamento, del regresso, della frenata su ogni specie di modernità che riguardi soprattutto i diritti – il bifolco turco oggi lo ha messo in immagini: in questo mondo per noi, sorelle e amiche, la sedia non c’è. E se c’era – guadagnata a caro prezzo – , oggi o è sparita (nell’ecatombe dei posti di lavoro, delle attività, delle iniziative) o è occupata da qualcun altro. Qualcuno che non ne ha un diritto maggiore, e sovente neanche maggiori competenze. Ma è maschio: il suo diritto a quella sedia non viene nemmeno messo in discussione, non è oggetto di capillari distinguo, di controversia, di dibattito.

D’altronde, non possiamo seriamente pensare che il deragliamento a destra di tanti Paesi, e l’innamoramento stolido e durevole per gli “uomini forti” sia senza conseguenze, o premesse, e non vada a toccare quel nervo scoperto, quella zona grigia: le donne e i loro diritti. E per un Paese che, finalmente, si è sbarazzato d’un noto maschilista (quello che sosteneva, vi ricordo, che le donne “si devono afferrare da lì”) e ha addirittura una vicepresidente, per giunta nera (ma questo non azzera certamente disparità e disuguaglianze, a partire dagli stipendi...), ci sono ancora in giro troppi presidenti-padroni, e, ormai lo sappiamo bene, è una specie d’infallibile teorema: ogni forma di razzismo, oscurantismo, chiusura si accompagna sempre ad altrettanta antipatia per i diritti delle donne e i principi di uguaglianza. Senza eccezioni.Così, le donne a cui viene chiesto sempre il prezzo maggiore di ogni cosa, le donne che in questo tragico anno hanno perso il lavoro tre volte più degli uomini, e hanno preso sulle spalle il peso del mondo almeno due volte di più, caricandosi addosso ogni specie di cura e assistenza – di malati, di fragili, di figli reclusi e in Dad – oggi hanno dovuto assistere anche a questo magnifico siparietto, voluto e pensato perché avesse la forza di un apologo (no, non è maleducazione semplice: è un atto politico, e grave).Ragazze, per noi non c’è la sedia, e forse ce ne saranno sempre meno. Mi sa che dobbiamo cominciare a riprendercela o, meglio ancora, provare a costruirne un’altra. Migliore. Più comoda. E i bifolchi si siedano a terra a guardarci. Magari imparano qualcosa.

#permenoncelasedia 

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