Sanremo - La città ratifica la Carta dei diritti delle donne nello sport. Testimonial la bodybuilder Pruneti | Liguria | Imperia
Rossella Pruneti
Sanremo- Nella cornice di Villa Ormond a Sanremo, storicamente legata alla figura del politico ed imprenditore svizzero Michel-Louis Ormond e della moglie, la poetessa francese Marie Marguerite Renet, il sindaco Alberto Biancheri ha formalmente siglato nella mattinata del 21 gennaio l’inizio dell’iter che porterà alla delibera della Carta dei Diritti delle Donne nello Sport del 1985, nel corso del primo Convegno Distrettuale di FIDAPA Young BPW Italy con la referente Laura Cane e tutte le autorità dell’associazione, in primis Beatrice Vanzo, Leda Mantovani e Caterina Mazzella.
Tra i politici che hanno voluto presenziare oltre al sindaco Alberto Biancheri gli assessori comunali Daniela Cassini, Costanza Pireri ed Eugenio Nocita oltre agli assessori regionali Gianni Berrino e Marco Scajola. Un traguardo storico per Sanremo-commenta Beatrice Vanzo - che vedrà pienamente recepita la Carta come secondo comune dopo Campobasso, facendosi aprifila di una politica di non discriminazione e di promozione reale delle pari opportunità anche nel mondo dello sport, dimostrandosi sensibile dal punto di vista socio-sanitario, non solo a livello di principio.
Un modo di ovviare ad un maxi-ritardo, visto che la Carta dei Diritti delle Donne nello Sport è del 1985, proposta per la prima volta dalla UISP e trasformata dal Parlamento Europeo nella Risoluzione delle Donne nello Sport nel 1987 per promuovere la pratica sportiva, gli esempi positivi e le pari opportunità in ambiti non scontati, ad esempio tra i formatori e gli allenatori (ancora in larga parte considerata professione ‘maschile’), nel giornalismo sportivo o in gruppi ultras.
Tra le testimonial intervenute Rossella Pruneti, campionessa pluripremiata di bodyduilding. Nella sua testimonianza positiva ha saputo coinvolgere i presenti rovesciando la prospettiva: spesso le donne devono avere più iniziativa e maggiore determinazione per conciliare i tempi e la gestione della famiglia, ma gli stereotipi vanno eliminati.
Quali difficoltà hai riscontrato da donna nella tua carriera agonistica?
«All’interno del mio sport, nessuno. Le difficoltà sono soltanto al di fuori della carriera agonistica nei contatti con quelle persone (a partire dai familiari per arrivare a quello che passa per strada) che ragionano secondo luoghi comuni: una donna non può essere muscolosa, una donna non può essere intelligente, una donna non può essere laureata in Logica Matematica».
Oltre ad essere ambo le cose sei molto seguita, il tuo segreto?
«Pochi anni dopo essere entrata in palestra (1987) il bodybuilding divenne il mio lavoro (1996) oltre che il mio sport (dapprima come traduttrice dei testi del settore, poi anche come redattrice). Tutto quello che ho fatto è sempre stato improntato a sdebitarmi e a contraccambiare questo grande amore tra me e il bodybuilding. Ogni persona che è venuta in contatto con me (atleti, dirigenti, professionisti) lo sa. Aiutare gli altri nel mio sport è un “rendere”».
Cosa devi da donna al tuo sport?
«Al bodybuilding devo tutto, devo l’unico tipo di vita che avrei potuto vivere e che voglio vivere. Il mio segreto? Fai ciò che ami fare perché puoi fare bene solo quello che apprezzi».
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