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Pd, Letta: "Sogno una donna a capo del partito dopo di me. E se non riporto i giovani tra i dem, allora avrò fallito"

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Enrico Letta ha un sogno: quello "di lasciare nel nostro partito, serenamente e tranquillamente, la leadership dopo di me a una donna, a una democratica, quando decideremo insieme che il mio tempo è scaduto". Le battaglie Pd per le donne da quelle sui nidi al lavoro femminile "non sarebbero credibili da parte nostra se avessimo continuato sulla stessa strada", dice a proposito del cambio ai vertici dei gruppi: "Se non diamo questo segno forte, anche in politica, non ce la faremo mai". Dalle donne ai giovani. "Se non riuscirò a riportarli nel Pd, a non avere una classe dirigente giovane, io avrò fallito. Anche se vincerò le elezioni" ma la percentuali di giovani che votano Pd sarà bassa "avrò fallito. Per me questa è un'ossessione", spiega il segretario del Pd a Radio Immagina ribadendo "la necessità di concedere il diritto di voto ai 16enni" perché il "Paese ha bisogno di rafforzare la propria parte di elettorato che ha lo sguardo lungo".

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Donne

"Il Pd ha fatto dell'obiettivo di estendere i nidi di infanzia in tutto il paese, senza carichi economici - dice Enrico Letta, a Radio Immagina - Al nord, dove i nidi d'infanzia funzionano, il lavoro femminile va meglio; al sud, dove non ci sono abbastanza nidi di infanzia, va male". Oltre a questo "c'è il tema dei congedi parentali, sui quali la nostra battaglia non nasce adesso. Tutte queste cose non sarebbero credibili da parte nostra se avessimo continuato sulla stessa strada, senza una nostra leadership in cui sono allo stesso livello maschi e donne. È ancora troppo poco, ma sogno di lasciare nel nostro partito serenamente la leadership a una democratica, una donna. Se non diamo questo segno forte, anche in politica, non ce la faremo mai. Lo dico oggi che nel nostro Paese per la prima volta una donna va una donna, Maria Chiara Carrozza, a cui va il mio auguri di buon lavoro". Il segretario dem si riferisce appunto a Carrozza nominata presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), prima presidente donna nella storia del principale ente di ricerca italiano. È stata nominata dal ministro dell'Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, con il decreto firmato oggi, 12 aprile 2021.

La nostra forza sono i circoli. E da luglio agorà democratiche

Letta torna sull'importanza della base per ripartire. "La nostra forza è questo: la base, i circoli, gli iscritti, una partecipazione sui territori. Gli altri hanno costruito partiti sulla leadership carismatica, noi siamo diversi. Noi siamo e dobbiamo essere il partito dell'intelligenza collettiva, questa è la vera differenza fra noi e gli altri. Noi scommettiamo sul fatto che l'intelligenza collettiva è meglio della leadership carismatica e individuale". Poi annuncia che sabato lancerà "le Agorà democratiche che cominceranno il primo luglio e si concluderanno a dicembre, sei mesi di discussione sul futuro della democrazia e del partito. Coinvolgeranno i circoli ma saranno aperte anche agli esterni, a chi non è del partito". Letta spiega che "trentanovemila persone hanno discusso e ci hanno mandato i risultati della loro riflessione. E questa è la dimostrazione che il digitale se bene applicato può rafforzare la democrazia". Nelle Agorà democratiche si parlerà "anche di lavoro, che è la parola più ricorrente nei vademecum sottoposti ai circoli e che sono tornati e che stiamo processando in questi giorni, per l'assemblea di sabato. Venerdì farò un incontro con la stampa in cui presenterò tutti i dati", ha aggiunto.

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Alleanze e primarie per le amministrative

Il segretario dem spiega l'intenzione di formare una coalizione larga del centrosinistra con il Pd al centro. "Non dobbiamo essere il partito che prende la clava e uccide chi ci sta attorno, ma dovremo essere generosi, lungimiranti. Dobbiamo cercare di costruire attorno a noi coalizioni, solo così saremo vincenti. Il centrosinistra ha vinto quando ha fatto coalizioni - spiega a Radio Immagina - Le amministrative arrivano come un banco di prova significativo per la costruzione di un'alleanza politica vincente per le elezioni del 2023. Per noi saranno partecipazione. Per me la via maestra è quella delle primarie, sono sempre stato contrario agli accordi in stanze chiuse. Le primarie sono sempre una spinta energetica".

Nel nuovo Pd di Enrico Letta, poi, "agli iscritti e tesserati bisogna dare quella centralità e quel ruolo che è l'unica condizione di un partito vivo. Il partito che voglio proporre è quello in cui gli iscritti saranno il cuore, perché saranno loro a decidere sulle grandi questioni, come sta succedendo in questi giorni con il vademecum. Se uno si iscrive conterà, starà in una comunità in cui la sua voce conterà". E ribadisce che il Pd "non sarà il partito del potere. Se" alle elezioni "saremo mandati all'opposizione, faremo opposizione e ci rigenereremo. Troppo spesso il Pd è associato al partito del potere e del sistema, non lo saremo più, saremo il partito della gente".

Avanti con Ius soli e legge zan

Letta non molla poi sui altri due punti per lui considerati fondamentali. "Mi sono sentito dire: ma come, c'è la pandemia e tu parli di Ius Soli e ddl Zan? Il tema dei diritti è fondamentale oggi e domani, è un tema di modernità del Paese. La nostra battaglia su questi temi la continueremo con grande forza".

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Covid, sì a riaperture ma basta 'toto data'

Letta interviene anche nel dibatitto che anima la maggioranza: le riaperture delle attività economiche legate alla pandemia. "Dobbiamo mettere la parola fine al toto-data, la politica si è scatenata sul toto-data, ma penso che non faccia bene a nessuno. Crea un effetto frustrazione nelle persone, dire una data da parte di un politico vuol dire dare i numeri al lotto - commenta il segretario del Pd durante un filo diretto su Radio Immagina - Il tema non è dire una data, ma dire quando e a quali condizioni si riaprirà. Noi vogliamo che si riapra, ma a due condizioni. Le condizioni per una riapertura in sicurezza sono aver vaccinato tutti gli over 60" e un basso tasso di contagi per due settimane. "Spero che avvenga il prima possibile". E precisa: "Noi siamo per le riaperture, ma siamo anche sicuri che serva un provvedimento per aiutare chi è stato chiuso, un decreto imprese".

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