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La Sapienza sovversiva delle donne. Video

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

imageFoto di DESIGNECOLOGIST - Unsplash

Roma (NEV), 13 aprile 2021 – Le donne vivono “Ai margini delle religioni, ma hanno una grande sapienza”. Lo dice la pastora Letizia Tomassone, presentando l’incontro organizzato e promosso dall’associazione “Il Granello di Senape” di Pistoia.

L’incontro, dal titolo “La Sapienza sovversiva delle donne”, ha visto la partecipazione di Antonietta Potente, Marisa Iannucci e Franca Coen.

La pastora Tomassone, nell’introduzione, ha voluto portare un ricordo della filosofa Elena Pulcini, scomparsa lo scorso 9 aprile per covid, all’età di 71 anni.

Elena Pulcini “Si è occupata di ambiente e di relazioni – racconta Tomassone –. Ci ha dato moltissimo sui temi dell’etica della cura, su come prenderci cura, anche, di questo nostro pianeta. Senza il quale ogni discorso sulla giustizia non può avere spazio. Siamo addolorate dal fatto che Elena non sia più con noi – prosegue la pastora –, ma siamo anche molto riconoscenti per quanto ci ha lasciato. E pensiamo che il suo pensiero possa portare frutto nell’elaborare una via di uscita da questa impasse in cui ci troviamo oggi”.

In questi tempi di violazione di tutti i diritti, e in particolare di quelli delle donne, l’incontro sulla Sapienza delle donne vuole condividere riflessioni che attraversano la società e le religioni. I diritti delle donne, ribadiscono le organizzatrici, “sono diritti umani”.

In fondo a questa pagina pubblichiamo il link alla registrazione integrale dell’appuntamento.

imageNel video potrete ascoltare le parole sulla “via della gioia” di Antonietta Potente. La teologa parla della responsabilità delle donne. E della “passione femminile”, quella che desidera “un banchetto per tutti, uno spazio per tutti. La passione di scoprire il mistero, per uscire da quella mentalità monolitica che ha fatto danni a livello politico, nella geografia mondiale e a livello religioso”.

Marisa Iannucci, esperta di diritto, economia politica e femminismi musulmani, affronta il tema dell’imamato femminile. “Bisogna che la parola femminile sia pubblica, che vada a sondare ciò che nelle fonti è ambiguo, abusato – afferma la studiosa –. Bisogna sovvertire l’idea che l’uomo guida e le donne seguono. Si è fatto un passo avanti con i corsi per ministre di culto musulmano, ma sono iniziative di ministeri e università. C’è ancora tanto da fare nelle comunità, nonostante la storia islamica sia ricca di biografie di donne sapienti e giuriste. Siamo di fronte a una pericolosa regressione”. Eppure, ricorda Iannucci, “l’autorità sapienziale nell’islam non è gerarchica”.

Franca Coen, co-presidente della Federazione italiana ebraismo progressivo, accenna delle donne rabbine, della situazione italiana e delle Intese, “che dal punto di vista politico creano profonde differenze”. E parla quindi di soffitti di cristallo (o di pergamena), di contestazione e sovversione, in questi termini: “si chiede alle donne non solo di studiare e imparare, ma anche di agire. Di creare propri modelli attraverso i quali possiamo far capire le nostre originali interpretazioni”.

L’incontro ha visto anche la collaborazione del gruppo “Dialogo ebraico cristiano islamico (DECI)” di Firenze. DECI è un gruppo di dialogo interreligioso composto da membri della comunità ebraica, delle chiese protestanti, cattolica e ortodosse e della comunità islamica fiorentine.

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