Flash mob in difesa della legge 194 “No alle associazioni antiabortiste in consultori e ospedali”
ASTI
«No» alle associazioni antiabortiste nei consultori e ospedali piemontesi. E’ il messaggio con cui le donne di Cgil Asti, Uil Asti, «Non una di meno» e «Se non ora quando» danno appuntamento a tutti sabato (17 aprile) alle 16,30 in piazza San Secondo ad Asti per difendere l’autodeterminazione delle donne e il diritto all’aborto garantito dalla legge 194.
«Dopo le polemiche per i paletti messi alla RU486 (la pillola abortiva che non può più essere somministrata nei consultori), la Regione assesta un altro colpo all’interruzione volontaria di gravidanza nei Consultori e, tra i requisiti richiesti alle organizzazioni e associazioni che possono operare nei servizi di tutela materno-infantile delle Asl, dispone che tutte debbano fare riferimento ai principi pro-vita», spiegano gli organizzatori.
La Regione ha emanato una circolare che consentirà alle organizzazioni antiabortiste di operare all’interno di ospedali e consultori.«Quelli sono luoghi che dovrebbero essere deputati alla promozione della libertà di scelta, alla tutela della salute delle donne così come delle persone transessuali che necessitino di cure – aggiungono-. Aprire i consultori a queste organizzazioni integraliste significa mortificare, mettere in difficoltà, ostacolare una volta di più ogni donna che vuole interrompere la gravidanza. Diritto garantito dalla legge 194 ma, nei fatti, la procedura è ancora oggi una lotta contro il tempo, la burocrazia e la carenza di personale medico. E’ proprio su questo piano che tentano di insinuarsi i soggetti antiabortisti e di estrema destra».
Per le donne della Cgil astigiana è una battaglia che dura da tempo: «E’ da anni che scendiamo in piazza a difesa di questa legge per chiedere la sua piena attuazione e la tutela di nuovi diritti ancora troppo spesso ignorati - aggiungono - l’accesso gratuito alla contraccezione ed alle cure ginecologiche di ogni genere; l’accesso davvero sicuro, gratuito e garantito all’interruzione di gravidanza; un’educazione sessuale nelle scuole per una sessualità consapevole; consultori accessibili, accoglienti e finanziati; consultori per donne della terza età. Questo è ciò che serve, non la propaganda contro le donne».
Aderiscono al presidio: Astipride, Friday for future, Collettivo studentesco terzo intermezzo, A sinistra aps- Casa del popolo, Agedo e Cuass collettivo universitario.