Migranti, lunghe file e burocrazia per i documenti, l’iniziativa delle Donne Demcratiche
Firenze – Un focus, un tentativo di capire prima per poi proporre soluzioni, un confronto a tutto tondo con i soggetti coinvolti, dalla Questura alle associazioni, alla politica: a rilanciare il tema delle difficoltà per i migranti di ottenere permessi di soggiorno, documenti, tutela di diritti di base, anche per le seconde generazioni nate e cresciute in Italia e tuttavia sempre a rischio di rimanere stranieri nel proprio Paese, è la consigliera comunale Donata Bianchi, presidente della Commissione Pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali, immigrazione, che con Matias Mesquita, presidente dell’Associaçao Angolana Njinga Mbande, due rappresentanti delle Donne Democratiche, Francesca Torricelli viceportavoce regionale e Francesca Rampinelli, portavoce metropolitana, ha voluto riportare all’interno del dibattito politico il tema. Un tema antico, che ha visto varie riprese e cadute d attenzione, ma che è rimasto, nella sostanza, più o meno allo stesso punto (vedi https://www.stamptoscana.it/migranti-e-burocrazia-come-nel-gioco-delloca/)
“Ciò che abbiamo voluto fare anche con le Donne democratiche – spiega Donata Bianchi – è stato andare a toccare con mano i problemi rappresentati da fetta di cittadinanza, quella dei migranti regolari, che spesso devono affrontare vere e proprie maratone anche solo per richiedere il rinnovo del permesso di soggiorno, pur avendo i documenti in regola, pagando le tasse e sostenendo le varie spese previste per le procedure. Una serie di problemi di vario ordine che rischiano di mettere a dura prova la volontà di queste persone di seguire le regole, a cominciare dalla vera e propria maratona fisica necessaria per giungere al rinnovo, annuale, del permesso di soggiorno. Infatti, come ben sanno i cittadini che abitano nelle vicinanze della nuova sede della Questura in cui si assolve a queste pratiche, ovvero in via della Fortezza, le code sono spesso tanto lunghe. La pandemia ha reso ancora più difficile la situazione, nonostante gli sforzi della Questura. Uomini donne e bambini che aspettano sul marciapiede all’aperto il proprio turno, esposti al freddo, al caldo, sole, pioggia, oggi manca un bagno facilmente accessibile o altri servizi per rendere l’attesa meno dura“. Non solo un duro sforzo fisico che può protrarsi anche per otto ore, costretti a mangiare sulle panchine del giardinetto accanto, magari facendo scattare logiche di intolleranza nella gente, ma anche una sorta di umiliazione psicologica, senza contare il profilo sanitario, mai così importante come in tempi di pandemia.
Dunque, una discesa sul campo, che ha voluto rimettere al centro del dibattito politico la situazione di chi lavora, vive e paga le tasse in Italia, ma che deve pagare altri soldi (per l’iter di rinnovo del permesso) e spendere altro tempo, contratto di lavoro e di casa in mano, per farsi certificare di essere in regola, di possedere quel pezzo di carta che riconosce un altro anno di tranquillità.
“Il problema si sposta anche sulle seconde generazioni – spiega Bianchi – quelle che devono, se magari dimenticano di esercitare il diritto di richiedere la cittadinanza italiana entro il compimento del diciottesimo anno, ripartire dallo stesso iter dei genitori per rimanere legalmente in Italia”. Si sta parlando di ragazzi e ragazze che spesso parlano fiorentino come i loro amici e compagni di scuola, che magari non comprendono il linguaggio di origine dei genitori, che spesso non hanno neppure mai visto il paese da cui la famiglia proviene. Estranei al paese d’origine, stranieri in Patria. E’ più di un modo di dire: anche per loro serve il permesso di soggiorno, il contratto di lavoro, regole precise se frequentano l’Università. “Abbiamo riscontrato una grossa disponibilità da parte della Questura e anche degli altri soggetti coinvolti, in un percorso che dobbiamo continuare” precisa Bianchi.
“Stanno togliendo gli stranieri dal centro cittadino – dice Matias Mesquita – da via Pietrapiana (lo stabile ora giace abbandonato), poi da via Zara a via della Fortezza. I problemi sono tanti, e riguardano anche le modalità con cui si è costretti ad andare a richiedere i documenti. File all’aperto, sul marciapiede, senza un bagno, una difesa da sole e maltempo, spesso portandosi appresso i bambini. Nella fila si trovano donne incinta, madri che devono allattare i figli, lavoratori che perdono giornate di lavoro che nessuno gli rende. Del resto, il sistema è in parte responsabile delle file: infatti, ci si prenota per fascia oraria, poi, una volta giunti, è necessario prendere il biglietto numerato. Online ci si prenota solo per l’orario, una volta giunti si deve fare la fila per il numero, poi la fila in attesa di essere chiamati. Spesso si rimane in fila dalle 8 alle 16, quando piove non si sa dove rifugiarsi, non si mangia o al limite si mangia all’aperto, in strada o nella piazzetta vicina. In tutto questo, ci sono anche delle spese da sostenere che non sono poca cosa. Facciamo il conto dei costi reali per il rinnovo del permesso di soggiorno: si parte dai 16 euro per la marca da bollo da applicare sull’apposito modulo, 30 euro per spedire il kit postale tramite la raccomandata speciale che va pagata e spedita dall’ufficio dove si consegnerà il kit. L’importo del bollettino di pagamento varia in base al tipo di permesso da rinnovare “. Dentro il kit si trova un bollettino bianco, predisposto dal Ministero dell’economia e delle finanze, che va pagato per ottenere il tesserino elettronico. Le cifre: 70, 46 euro per il rinnovo del permesso di soggiorno con durata superiore a tre mesi e fino a un anno di scadenza; 80, 46 euro per rinnovo di permesso di soggiorno superiore a un anno e fino a due anni di scadenza; 130, 46 euro per richiedere il permesso di soggiorno di lungo periodo CE (ex carta di soggiorno).
“I costi lievitano. Tutti soldi che se ne vanno, per accedere a un servizio che dovrebbe essere il più semplice e meno costoso possibile – dice Mesquita – inoltre, devo anche dire che in Questura c’è poco personale, su circa 15 sportelli, aperti spesso sono solo due, tre, quattro. Se ci fosse un numero adeguato di personale, le file sarebbero molto più veloci. Non si può dire che la situazione è sconosciuta, gli stranieri regolari sono circa 56mila. Per questo, credo che sarebbe molto meglio riuscire a sbrigare le pratiche per categorie, inviando i regolari con lavoro e gli studenti presso gli uffici comunali. Anche perché i soldi da corrispondere per le pratiche potrebbero risultare utili per il sistema, ad esempio, delle mense scolastiche. Secondo logica infatti, per quanto riguarda la residenza, è incardinata all’amministrazione comunale, mentre le richieste per il lavoro riguardano l’Inps. Inutile passare dalla polizia”.
La Conferenza delle donne democratiche è attenta al tema dell’integrazione e dell’accoglienza, fin dalle prime iniziative si è aperta al coinvolgimento di donne con background migratorio e ha approfondito anche il team della cittadinanza con ragazze e ragazzi di seconda generazione in occasione della scorsa campagna elettorale, precisano Francesca Rampinelli e Francesca Torricelli.”Adesso siamo interessate anche a verificare come procederanno le vaccinazioni per le persone straniere presenti a Firenze e in Toscana” precisa Torricelli.
Un altro problema riguarda gli studenti. Per loro, il problema più grosso è rappresentato dalle lungaggini dei procedimenti per ottenere i documenti, che a volte giungono o scaduti o in procinto di scadere. Dunque, dice Mesquita, “allunghiamo i tempi di validità per i permessi, magari per chi studia”. Inoltre, c’è il problema dell’assicurazione sanitaria. Molti studenti pagano l’assicurazione di 50-70 euro all’anno, che è la quota minima, ma anche i vantaggi sono minimi, in quanto non copre le spese sanitarie. Un altro canale è quello della Poste, che ha un costo di 144 euro, per avere un’assistenza presso un medico. Tuttavia questa assicurazione scade a dicembre, lasciando di fatto scoperti i ragazzi fino a settembre. Perchè? Il motivo è il seguente: gli studenti giungono in Italia da agosto, cominciando l’anno a settembre. Accendono l’assicurazione sanitaria, che scade a dicembre. Dati i tempi scolastici, si tratterebbe di tornare a pagare altri 114 euro per 4 mesi circa. Molti non ce la fanno, e stanno senza copertura.
Se poi si tratta di un ricovero ospedaliero, i costi lievitano. “Careggi considera gli studenti alla stregua di turisti – dice Mesquita – con i conseguenti costi giornalieri. Lo studente con regolare permesso di soggiorno, per quanto riguarda la salute, è a livello di un clandestino senza documenti. Se una ragazza deve fare una mammografia paga il ticket, o, se ha soldi, se ne va alla Misericordia. Perché non creare un accordo col Comune? Oppure mi chiedo, Firenze è solo per i turisti? E quando l’amministrazione invita gli studenti a Firenze, di quali studenti parla? Di quelli con i soldi? E gli altri?”.
Tornando ai migranti che lavorano, è un fatto inevitabile che se si deve fare la fila di ore, si perde una giornata di lavoro. “Si tratta di una trafila umiliante – dice Francesca Rampinelli – che si potrebbe ovviare dividendo per categorie: studenti e lavoratori, regolari, agli uffici comunali, il che consentirebbe di abbassare le file in Questura. I 70 euro circa a testa che pagano i migranti per il rinnovo del permesso di soggiorno potrebbero essere dirottati nelle casse comunali, con vantaggio per tutta la comunità”.
Infine, c’è uno snodo nella vicenda dei migranti regolari e delle trafile cui sono sottoposti che è particolarmente critico, secondo quanto spiega il presidente dell’Associaçao Angolana Njinga Mbande. “La Regione Toscana spende tante risorse per le associazioni che si occupano di migranti senza risolvere il problema. p. Nei bandi per i migranti dovrebbe essere inserito come punteggio qualificante anche il requisito di avere partner stranieri. Non si può vincere un appalto e poi, i un secondo tempo, andare a cercare le professionalità: sarebbe bene avere dentro il progetto partner stranieri, di lingua e cultura ispanica, cingalese, ecc.”.
Ancora, non è mai stato risolto il problema dei ragazzi nati da genitori stranieri in Italia. “Un ragazzo che nasce in Italia non ha cittadinanza italiana, perché non può avere ad esempio un permesso speciale per andare all’estero? Perché, in quanto studente, non ha la libertà di girare l’Europa liberamente come tutti gli altri? Ricordo che nel 2009 la Regione Toscana presentò una legge sull’immigrazione molto moderna che è ancora nel cassetto. La Regione vinse anche contro il ricorso avverso del governo Berlusconi, ma poi non ha mai dato attuazione al testo”.
Fra le richieste portate avanti dai migranti, alcune sono banali ma efficaci. Ad esempio, continua Mesquita, “chiediamo al sindaco Nardella di prendere l’impegno di inviare una lettera a tutti i neo diciottenni di famiglia straniera per informarli del fatto possono richiedere la cittadinanza italiana. Anche perché il rischio per questi ragazzi è di ritrovarsi stranieri, addirittura clandestini, in Patria. Infatti se non si lavora e si perdono i requisiti richiesti a un qualsiasi straniero, si perdono i diritti di stare sul territorio. Un esempio di buone pratiche? – conclude Mesquita – il trattamento che si riceve dalle Biblioteche comunali. Basta il documento e si può fare l’iscrizione in biblioteca. Non sei uno straniero, ma un utente, un persona. Ed è questo che chiediamo: che le istituzioni comincino a trattare gli stranieri non come un numero o uno che deve “pagare”, ma come esseri umani”.
Foto copertina: da http://www.glistranieri.it/ufficio-immigrazione-a-firenze-addio-code-il-permesso-di-soggiorno-si-richiede-online/