Anche a Torino è scontro in M5S sul video di Grillo. Lo staffista della sindaca: “Forza Beppe”
TORINO. C'è uno scontro tutto interno al Movimento 5 Stelle, anche a Torino, dopo il video postato ieri da Beppe Grillo sui social. Il comico nella clip cerca di difendere il proprio figlio, accusato insieme ad altri coetanei di aver violentato una ragazza. Scatenando una bufera, con diverse componenti politiche, e un'ampia frangia interna al suo partito, inferocite per uscita che ha avuto tutta l'aria sminuire la gravità del gesto ora al vaglio della magistratura. E i problemi sono diventati anche torinesi, quando su quel post sono spuntati i like dei consiglieri comunali Fabio Versaci, Serena Imbesi e Monica Amore (già nota per aver postato sul social blu un'immagine antisemita, con tanto di un'inchiesta dalla magistratura, aperta e poi chiusa dopo che la comunità ebraica di Torino, a seguito di scuse, ha ritirato la denuncia).
Non solo. Il social media manager di Chiara Appendino - storicamente la sindaca è in prima linea sul fronte dei diritti delle donne - ha commentato scrivendo "Forza Beppe", e definendo la vicenda processuale «semplicemente vergognosa». E qui è successo il finimondo, visto che gli altri esponenti pentastellati non hanno accettato un'uscita del genere da parte dei propri colleghi.
Tra i primi a commentare dal lato opposto c'è stato l'assessore alle Pari Opportunità del Comune Marco Alessandro Giusta: «Nel mondo paternalista e patriarcale nel quale viviamo qualunque forma di intromissione pubblica non fa altro che la giustificazione di una cultura dello stupro». La capogruppo M5S Valentina Sganga dice che «una donna deve essere sempre libera di denunciare una violenza quando se lo sente, senza che nessuno, neanche un padre in evidente stato di disperazione, possa permettersi di sentenziare in base a questo». Durissima invece Daniela Albano, consigliera pentastellata: «Le parole di Grillo nei confronti della donna che ha denunciato la violenza da parte di suo figlio sono raccapriccianti. A lei tutta la mia solidarietà». Il suo collega Marco Chessa spiega di «non concordare e dissociarmi da quanto riferito da Beppe Grillo, in un video tristemente famoso su un caso che deve essere valutato esclusivamente nelle sedi competenti». Anche il Partito democratico torinese prende posizione, definendo "farneticazioni" le sue parole «che consapevolmente confondono la vittima con il colpevole».