Stampa

Russia e USA: contro i diritti delle donne

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

In un momento in cui la parità di genere è già messa a dura prova dai primi provvedimenti del nuovo Governo di Donald Trump, la Russia, in cui il ruolo femminile è piuttosto marginalizzato e i diritti delle donne non sempre vengono rispettati, ha iniziato a muoversi in una direzione simile.

Due settimane fa i parlamentari russi hanno votato in massa a favore di una nuova legge che depenalizzerebbe alcune forme, più ‘leggere’ di violenza domestica. Un provvedimento che, secondo i sostenitori dei diritti delle donne in Russia, metterebbe ulteriormente in pericolo le vittime ed esonererebbe i lorotiranni’ da ogni responsabilità penale. La legge è stata approvata il 25 e il 27 gennaio in seconda e terza lettura e passerà ora al vaglio della camera alta e successivamente dovrà essere firmata dal Presidente Vladimir Putin.

In base alla nuova legge, definita dai suoi contestatori la ‘legge sugli schiaffi’, gli abusi domestici che non metterebbero in serio pericolo la vita dei membri della famiglia, ovvero violenze fisiche che non richiedano un ricovero in ospedale o non lascino segni visibili sul corpo, non saranno più trattati come reati, ma come semplici illeciti amministrativi, a meno che non vi sia una prova di recidività o vi siano gravi conseguenze per la salute della vittima. La legge sarà, inoltre, applicabile indipendentemente da chi sia il soggetto vittima della violenza, siano essi anziani, donne o bambini. I responsabili dell’abuso nel peggiore dei casi rischierebbero una multa, 15 giorni di arresti o una condanna ai lavori socialmente utili, mentre in precedenza le pene previste, nei casi più gravi, arrivavano fino a 2 anni di reclusione.

La ricercatrice russa di Human Rights Watch, Yulia Gorbunova, ha affermato che «L’approvazione di questa legge sarebbe un enorme passo indietro per la Russia, dove le vittime di violenza domestica devono già affrontare numerosi ostacoli per poter ottenere aiuto e giustizia».

Anche l’organizzazione Amnesty International ha fortemente criticato il provvedimento e Human Rights Watch ha aggiunto in un post pubblicato il 23 gennaio, che il palamento russo «ha il dovere di rigettare una legge così pericolosa e incompatibile con gli obblighi internazionali del rispetto e della protezione dei diritti umani, assunti dal Paese».

Per Svetlana Aivazova, specialista in studi di genere, con questa legge «il legislatore riconosce la violenza come una norma della vita famigliare. Questo dimostra quanto i deputati della Duma non siano semplicemente tradizionalisti o conservatori, bensì arcaici».I numeri sulle violenze domestiche in Russia non sono affatto confortanti. Secondo i dati forniti dal Ministero dell’Interno russo, il 40 % dei casi di violenza nel Paese sono commessi tra le mura di casa. Gli oppositori del provvedimento avvertono che è già raro che una donna denunci il proprio compagno per violenza, un provvedimento simile farebbe diminuire ulteriormente i casi di denuncia, mentre aumenterebbero i casi di femminicidio. Nel 2015, in Russia, 9.800 donne hanno perso la vita a causa di violenze e almeno un quarto di questi delitti è avvenuto in ambito famigliare.

Questo provvedimento è in contrasto con la legge approvata lo scorso anno sullo stesso tema. A luglio il parlamento russo aveva infatti approvato, su raccomandazione della Corte Suprema, un emendamento che definiva come reato la violenza verso un membro della famiglia, anche se già all’epoca alcuni deputati conservatori avevano sostenuto che questa legge avrebbe avuto un impatto negativo sui valori tradizionali della famiglia russa. Particolarmente ‘rumorosa’ era stata la Chiesa Ortodossa, la cui influenza sul Governo russo non può essere trascurata. La Chiesa avrebbe, infatti, affermato che la legge non aveva alcuna giustificazione morale.

A sorprendere resta comunque il fatto che la legge oggi in discussione è stata promossa da una donna, Yelena Mizulina, membro del partito ultra conservatore, nota per le sue posizioni radicali contro la comunità LGBT e già autrice di una legge che vieta la propaganda gay rivolta ai minori. Mizulina ha pubblicamente affermato di ritenere chele donne «non si sentirebbero offese alla vista di un uomo che picchia sua moglie» e che «un uomo che picchia sua moglie è meno offensivo di una donna che umilia un uomo

I sostenitori della legge hanno giustificato le loro posizioni, sostenendo di voler proteggere il diritto dei genitori di disciplinare i propri figli. In particolare, però, si tratta di una misura volta a ridurre il potere intrusivo dello Stato nella vita delle famiglie ed è una rettifica della tanto contestata legge approvata in precedenza.

In Russia, sostanzialmente, ad ogni passo avanti in merito all’affermazione dei diritti civili, pare che subito se ne facciano due indietro. Resta da vedere se la legge sarà approvata in via definitiva.

Fonte (click per aprire)

Aggiungi commento

I commenti sono soggetti a moderazione prima di essere pubblicati; è altrimenti possibile avere la pubblicazione immediata dei propri commenti registrandosi ed effettuando il login.


Codice di sicurezza
Aggiorna