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donne che salvano l’Italia- Corriere.it

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Chi sono le italiane che — anticipa in copertina Aldo Cazzullo — «hanno salvato» un Paese dove fino al 1919 le donne non avevano la capacità giuridica e fino al 1946 il diritto di voto? Un Paese che ha aspettato il 1975 per ammettere che imporre «la potestà maritale» sulle mogli era ingiusto e insensato, il 1981 per cancellare il delitto d’onore che giustificava l’omicidio delle presunte adultere (il caso opposto non era contemplato) e addirittura il 1996 per chiarirsi che lo stupro non è reato contro la morale ma contro la persona? Un Paese, l’Italia, da sempre lento al cambiamento, tuttora spaventato da quel liberarsi di energie e possibilità che lo scioglimento dei lacci porterebbe — finalmente — con sé. Un Paese che resta «maschilista, nel cuore di un’Europa dominata dalle donne» per riprendere la sintesi dell’autore di questo appassionato, intenso, impegnato volume arancio brillante, Le italiane, in uscita per Solferino editore.

Aldo Cazzullo,«Le italiane»: dal 26 aprile per Solferino (pp. 288, euro 18 in libreria; euro 16 più il costo del «Corriere» in edicola)La Germania a settembre potrebbe passare da Angela Merkel a una cancelliera verde, Annalena Baerbock, quarantenne; Ursula von der Leyen e Christine Lagarde cercano una rotta comune per attraversare la più grave crisi sanitaria ed economica che si ricordi; la Finlandia, che si conferma Stato più felice al mondo, è guidato da Sanna Marin, ancora a metà dei suoi trent’anni. E l’Italia? In Italia c’è moltissimo da fare. Ormai meno in termini di leggi (anche se le norme che regolano i diritti delle persone appaiono spesso fuori tempo massimo rispetto alla velocità della società), ma ancora e infinitamente in termini di consapevolezza, di cultura diffusa e condivisa. Per tutto questo è fondamentale il viaggio di Cazzullo tra le italiane: le centenarie, le ragazze, le attrici, le cantanti, le donne di parola, quelle di potere, le sante, le eroine. Fondamentale soprattutto per le più giovani, alle quali leggere le storie di chi non si è fermata darà una visione — e la forza — per non lasciarsi mai più rinchiudere nel luogo comune del sesso debole.

Aldo Cazzullo (Alba, Cuneo, 1966), giornalista e scrittore, è inviato ed editorialista del «Corriere»Scrive Cazzullo: «Siamo tutti in debito con le nostre donne: nonne, madri, sorelle, mogli, compagne, figlie, nipoti. Abbiamo tutti qualcosa da imparare dal modo in cui superano le difficoltà che vengono loro imposte dal fatto di essere donne». Se questa è la scintilla ideale che accende la narrazione, il bello de Le italiane è poi che tra le mani ci troviamo un grande racconto, una navigazione al largo delle vite, non un trattato. Il desiderio dell’autore — si vede, si sente — è stato negli anni quello di mettersi in ascolto per raccogliere le voci in un coro colorato da generazioni, mestieri, destini diversi fino allo stupore e tuttavia mai dissonanti.

È impossibile, oggi, non aprire la sequenza di alcune tra le oltre cinquanta citazioni possibili con Franca Valeri che dice: «Per me la giovinezza incominciò il 25 aprile, una giovinezza tardiva. Ma è stata bella. In quell’Italia tutto pareva possibile». E Franca, a guerra finita, non vedeva l’ora di ritrovare il padre per corrergli incontro e annunciargli che avrebbe fatto l’attrice. Accanto a lei sta benissimo Chiara Ferragni, capace di influenzare il mondo, che parla anche di femminismo: «Lo sento come un argomento molto mio. Come l’analisi. Faccio terapia da anni». Senza temere stigma. E così Monica Bellucci, la cui bellezza — quando arriva nel ristorante parigino dove avrà luogo l’intervista con Cazzullo — induce i presenti ad alzarsi in un gesto istintivo di ammirazione. Non a caso, parlando di sé non più ragazza, riflette: «Potevo passare la maturità seduta su una sedia di velluto; ho deciso di alzarmi in piedi, di rischiare, e sento che così è e deve essere. Non ho paura».

Con le attrici, in particolare, lo scrittore avvia un gioco di specchi. Incontra loro per raggiungere anche le donne che hanno impersonato in un film o una serie tv. Vittoria Puccini per fermare infine lo sguardo azzurrino di Oriana Fallaci, la quale mai gli perdonò un articolo su «La Stampa» — poco riverente, con le migliori intenzioni — e sfuggì a ogni tentativo successivo di intervista. Sonia Bergamasco per comprendere l’intelligenza e l’opacità di Margherita Sarfatti, che vide la violenza squadrista dei fascisti, la morte di Matteotti, e finì schiacciata dallo stesso sistema di potere che aveva contribuito a costruire.

L’amicizia di Dacia Maraini con Piera degli Esposti, nutrita di Storia e di risate. Il fascino senza tempo di Elvira Sellerio. Il padre di Gianna Nannini che scopre a cosa alluda l’album America, con un vibratore impugnato dalla statua della Libertà in cover, dopo aver letto un articolo del «Corriere della Sera» e costringe la figlia a usare uno pseudonimo (Patrizia Nanni, ma non durò, come avrebbe potuto?!). Iva Zanicchi che non teme Mina: «Quando mi proposero un duetto con lei al Lido di Venezia, accettai subito. Lei rifiutò. Fui sostituita da Claudio Villa». Mara Venier indicata al cronista come «pesce pilota» da seguire per capire dove va l’Italia. Straordinarie le pagine a colloquio con Inge Feltrinelli, Fernanda Pivano, Vittoria Leone. E con Franca Ciampi attesa sul sagrato di una chiesa a Santa Severa, sul litorale romano, il giorno dopo l’elezione del marito al Quirinale. Maggio 1999: «Siamo nati nel 1920, siamo anziani... non credo che arriveremo fino in fondo...». Infine la sorpresa, tra sante ed eroine, di Giò Stajano, il primo italiano a diventare donna all’inizio degli anni Ottanta, a Casablanca, con tappa finale di un percorso esistenziale avventuroso nel convento torinese delle monache di Betania.

I nomi, i racconti, le battaglie, le immagini si sovrappongono e completano. L’effetto è di un’opera collettiva: un romanzo nazionale che cuce passato-presente-futuro con un filo resistente. Ma è un’avanzata? O stiamo ora segnando il passo? Sapere chi siamo state e siamo, rileggerci così, tutte insieme, ci aiuterà a respirare e a sorridere in questo tempo di foschie. Ci aiuterà a continuare, contando sul nostro Dna e sui migliori tra gli italiani.

24 aprile 2021 (modifica il 24 aprile 2021 | 21:27)

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