Relazione del presidente Charles Michel alla sessione plenaria del Parlamento europeo
Vorrei ringraziarvi per avermi invitato. Come sapete, ho sempre attribuito molta importanza al rafforzamento dei legami tra il Consiglio europeo e il Parlamento europeo.
Parlerò innanzitutto della Turchia e della nostra visita ad Ankara, prima di passare agli altri punti all'ordine del giorno del Consiglio europeo di marzo.
Riguardo alla Turchia, la situazione è difficile da diversi anni. Un indizio della sua gravità è il fatto che i leader hanno discusso della Turchia in 11 riunioni dall'inizio del mio mandato. Tuttavia a marzo abbiamo adottato una linea chiara e ferma: un'agenda positiva, ma graduale, proporzionata e reversibile, che sarà oggetto di riesame a giugno. Questa linea ha spianato la strada alla riunione di Ankara.
Per quanto riguarda l'incidente protocollare, ho espresso pubblicamente il mio rammarico in diverse occasioni. Rammarico nei confronti della presidente della Commissione e di tutti coloro che sono stati offesi.
Nei fatti, al servizio del protocollo del Consiglio non era stato dato accesso alla sala riunioni prima dell'incontro. La Commissione non aveva inviato il suo servizio del protocollo. La delegazione dell'UE in Turchia aveva partecipato ai preparativi. Le nostre squadre non avevano pertanto potuto verificare in anticipo la disposizione delle sedie. Io e la presidente von der Leyen ci siamo impegnati a garantire che ciò non si ripeta. Abbiamo incaricato i nostri servizi che si occupano di protocollo e diplomazia di collaborare strettamente al riguardo.
Sono consapevole del fatto che, date le circostanze, molti di voi ritengono che avrei dovuto agire diversamente. Ascolto tali critiche e ne prendo atto. In quel momento, senza la visione retrospettiva che oggi abbiamo tutti, ho deciso di non reagire ulteriormente per non creare un incidente politico ancora più grave, che avrebbe distrutto mesi di lavoro diplomatico. Sono tuttavia consapevole dell'impressione negativa suscitata da quelle immagini e dei sentimenti di molte donne offese dall'incidente.
Vorrei ribadire il mio impegno autentico a sostegno delle donne e della parità di genere. Si tratta di una questione che ho affrontato nel corso di tutta la mia carriera politica.
Durante la discussione con il presidente Erdogan, io e la presidente von der Leyen abbiamo anche espresso le nostre serie preoccupazioni in merito al ritiro della Turchia dalla convenzione di Istanbul.
Molti di voi mi hanno scritto, chiedendomi di sfruttare questo episodio per difendere il ruolo delle donne. Sono disposto ad afferrare la mano che mi viene tesa e a trarre il massimo vantaggio dalla dinamica, in modo da proseguire in modo costruttivo. Ad esempio, potete contare sul mio massimo impegno per cercare di incoraggiare gli Stati membri a sbloccare la direttiva riguardante il miglioramento dell'equilibrio di genere fra gli amministratori senza incarichi esecutivi delle società quotate in Borsa.
Sono disposto ad esaminare altri fascicoli, tra cui la questione fondamentale della parità di retribuzione. Il divario retributivo di genere è superiore al 14% nell'UE. Nell'ultimo decennio è migliorato solo in misura molto lieve: la situazione è semplicemente inaccettabile. Sono inoltre disponibile a prendere in esame l'idea di una possibile formazione del Consiglio sulla parità di genere.
Consentitemi ora di trattare del contenuto dell'incontro di Ankara. L'obiettivo della nostra visita era riportare la Turchia su un percorso più costruttivo, o almeno meno negativo, nelle sue relazioni con l'Unione europea, allentare le tensioni e garantire una chiara attenzione ai diritti umani.
Io e la presidente von der Leyen abbiamo informato il presidente Erdogan di essere pronti a presentare un'agenda positiva, che dipendeva tuttavia dai progressi in diversi settori: in particolare i diritti umani, le relazioni con la Grecia e la soluzione della questione cipriota.
Abbiamo espresso profonda preoccupazione per quanto riguarda lo Stato di diritto, i diritti fondamentali e i diritti delle donne, segnatamente il ritiro della Turchia dalla convenzione di Istanbul, nonché la libertà di espressione e gli attacchi ai partiti politici e ai media. È francamente difficile prevedere un'intensa cooperazione con la Turchia fintanto che saranno applicate misure negative in questi settori.
Sono stati avviati colloqui esplorativi tra Grecia e Turchia. Questa settimana dovrebbero inoltre avere inizio trattative per risolvere la questione cipriota sotto l'egida delle Nazioni Unite. Abbiamo invitato la Turchia a dialogare in modo costruttivo sottolineando l'importanza del ruolo di osservatore attivo dell'UE in questi colloqui.
Abbiamo precisato che la nostra cooperazione potrebbe basarsi su tre pilastri:innanzitutto la cooperazione economica: esamineremo attentamente la possibilità di modernizzare l'unione doganale;in secondo luogo, la migrazione: abbiamo sottolineato la necessità che la Turchia dialoghi in buona fede su tale questione;in terzo luogo, ci adopereremo per rafforzare la cooperazione riguardo ai contatti interpersonali e alla mobilità.
Abbiamo inoltre affrontato temi regionali e di politica estera: la Libia, la Siria e il Nagorno-Karabakh. Abbiamo sollevato la questione del memorandum d'intesa firmato da Turchia e Libia sulla delimitazione delle giurisdizioni marittime evidenziando la chiara posizione dell'Unione europea in merito. Vorrei aggiungere che ho scelto deliberatamente di visitare la Turchia nel quadro di un viaggio nella regione iniziato domenica in Libia e proseguito in Tunisia prima di giungere in Turchia.
I capi di Stato o di governo tratteranno nuovamente di questo paese a giugno, quando sarà possibile fare il punto della situazione.
Come sapete, nel corso delle nostre discussioni abbiamo affrontato la questione della COVID in via prioritaria. Ci siamo concentrati su tre settori fondamentali:
Innanzitutto, far vaccinare i nostri cittadini il più rapidamente possibile. Alcuni paesi hanno espresso preoccupazioni in merito alla distribuzione dei vaccini e agli squilibri tra di essi. Abbiamo ribadito il principio della condivisione dei vaccini in misura proporzionale alla popolazione. I leader hanno inoltre sollevato la questione della governance del comitato direttivo. Abbiamo incaricato il Comitato dei rappresentanti permanenti di affrontare la problematica in uno spirito di solidarietà. Sono lieto che si sia giunti a una soluzione nella settimana successiva al Consiglio europeo.
In secondo luogo, abbiamo discusso dei preparativi per la revoca delle restrizioni e dei certificati digitali interoperabili. Discuterete dei certificati digitali mercoledì. Mi auguro che i triloghi abbiano inizio quanto prima.
In terzo luogo, la dimensione internazionale. L'UE è uno dei principali esportatori di vaccini in tutto il mondo. Contemporaneamente, abbiamo deciso di continuare a rafforzare la nostra risposta alla pandemia attraverso un meccanismo di condivisione dei vaccini volto a integrare il COVAX.
Durante la riunione vi è stato anche un breve punto d'informazione sulla Russia. Ho riferito in merito alla mia visita in Georgia, Moldova e Ucraina. Abbiamo ribadito i nostri cinque principi guida nei confronti della Russia e convenuto di ritornare sulla questione nella prossima riunione del Consiglio europeo di maggio.
Abbiamo adottato conclusioni incisive sul digitale, il mercato unico, la nostra politica industriale e l'economia.
Per quanto riguarda la tassazione del digitale, preferiamo una soluzione globale nel quadro dell'OCSE. Tuttavia, se necessario, siamo pronti a procedere da soli.
In occasione del Vertice euro abbiamo adottato un quadro per proseguire il nostro operato comune sul ruolo internazionale dell'euro. Approfondiremo il nostro lavoro in base a quattro pilastri principali:
sviluppo di una forte base economica e di una solida architettura finanziariafinanza digitale e finanza verde
Un euro forte migliorerà la nostra autonomia strategica preservando al tempo stesso un'economia aperta.
Infine, nel corso della nostra sessione abbiamo accolto il presidente Biden. È stata la prima volta in oltre dieci anni che abbiamo ospitato il presidente degli Stati Uniti. Abbiamo convenuto sull'imperativo di unire le nostre forze per sconfiggere la COVID-19 e di collaborare strettamente sui vaccini e sulle catene di approvvigionamento. In materia di clima abbiamo accolto con favore il rientro dell'America nell'accordo di Parigi. Abbiamo discusso della tutela dei nostri valori comuni nel mondo digitale e affermato la nostra volontà di affrontare insieme le sfide geopolitiche. Intendiamo partire dalla nostra amicizia per dare forma a una nuova mentalità transatlantica. Una base solida per la nostra rinnovata cooperazione. Come sapete, a metà giugno, terremo un vertice UE-USA con il presidente Biden e la presidente von der Leyen.
Ritengo che l'Unione europea debba concretizzare il livello delle sue ambizioni e dei suoi risultati, in particolare sulla scena internazionale.
Non siamo così deboli come pensiamo o come diciamo: si pensi alla nostra influenza in tutto il mondo. Si pensi alla Georgia, all'Ucraina o all'Africa. Si pensi a come abbiamo influenzato altre nazioni forti affinché diventino più ambiziose riguardo al clima. La Cina, il Brasile, l'India e gli Stati Uniti stanno seguendo l'esempio dell'Unione europea.
Tre anni fa, a Sibiu, eravamo solo in sette primi ministri a chiedere la neutralità climatica, mentre ora la fissazione del prezzo del carbonio alimenta dibattiti di attualità ben oltre i confini dell'UE.
Si pensi a come abbiamo stabilito norme globali per il digitale. Il regolamento generale sulla protezione dei dati è ora la norma di riferimento mondiale per la tutela della vita privata. Gli Stati Uniti stanno seguendo il nostro esempio e sono pronti a lavorare a un'imposta sul digitale. Solo la scorsa settimana l'UE ha proposto, per prima a livello mondiale, una legislazione vincolante sull'intelligenza artificiale.
Noi diamo l'esempio. L'UE è all'avanguardia nell'ambito del rinnovato multilateralismo e del perseguimento della sua autonomia strategica. E possiamo fare molto di più.