Quali erano i diritti delle donne nell'antica Grecia? Scopriamolo insieme
Con la nascita della società patriarcale, la donna si è sempre trovata ad essere in una certa misura subordinata all'uomo e anche nell'antica Grecia, culla della democrazia, le cose non andavano di certo diversamente.
Qui le donne erano giuridicamente libere, ma di certo non godevano di diritti politici. La loro esistenza svolgeva nell'oikos, cioè nella casa familiare, dove trovava sede il gineceo, la parte più interna della dimora dove venivano svolte varie funzioni domestiche come ad esempio filare, tessere, gestire il lavoro delle schiave e crescere i propri figli. Le uscite in pubblico erano molto rare, e si verificavano per lo più in occasione delle festività religiose.
La principale funzione della donna era quella di garantire la continuazione della famiglia e della comunità, e sebbene avesse diritto ad un suo patrimonio, questo era gestito di fatto da kyriòs, ovvero il capo-famiglia. Inoltre la donna non aveva alcun diritto ad ereditare beni paterni. Naturalmente il matrimonio era concepito come una sorta di contratto, e le donne erano intese come beni da cedere. L'uomo aveva il diritto di richiedere il divorzio e di rispedire la sposa nella casa paterna e poteva anche commettere adulterio senza pagare alcuna pena.
Tra l'altro, al mito della creazione della prima donna, Pandora, narrato da Esiodo, si ricollegano tutti i mali del mondo, facendo gravare dunque sulla figura femminile una serie di pregiudizi che hanno accompagnato la sua storia, limitando di fatto il suo valore.
A proposito di donne, date uno sguardo alla verità che si cela dietro il mito delle Amazzoni.