Bari, Welfare bocciato da associazioni e movimenti
Bari - «Moussa, questo il suo nome. Moussa è morto di stenti, in uno stato avanzato di denutrizione, dimenticato nei meandri di un sistema completamente burocratizzato che violenta i diritti di tutte e tutti, relegandoli ad un assistenzialismo che priva gli uomini e le donne della propria valenza politica. Moussa è morto perché privo di un’accoglienza degna di questo nome, senza che coloro i quali, per mandato istituzionale, provassero ad ascoltare i suoi effettivi bisogni e la sua condizione di vulnerabilità».
Durissima e dolente lettera di Ass. Moscati-Bari, Sportello socio-sanitario autogestito, Gruppo Lavoro Ri-fugiati, Parrocchia San Sabino, ass. Ex Socrate, Sportello Noborders - FuoriMercato, Comunità di Villa Roth-casa autogestita Bari, Solidaria Bari. Indice puntato contro le politiche cittadine di Welfare, che non tutelano a dovere le fasce estreme di popolazione. Il riferimento è alla morte di un rifugiato politico, costretto alla vita di strada, a Bari, privo di una reale rete di aiuto. La denuncia: il volontariato «prova a compensare le assenze e le mancanze di un complessivo sistema dei servizi sociali e sanitari che non è in grado di rispondere alla grave emergenza sociale di questo territorio. Non lo è perché gli strumenti sono inadeguati, inefficaci, perché manca una visione di insieme, perché gli interventi sono standardizzati e stretti in un meccanismo burocratico che ha perso di vista l’obiettivo principale».
La polemica: «Ci colpiscono alcune dichiarazioni successive. C’è un momento anche per il silenzio come atto politico. Per rispetto a Moussa, ai suoi amici, a coloro che erano con lui fino alla fine. Per non continuare ad agire violenza su una morte che reclama giustizia. La morte di Moussa e la sofferenza delle tante e tanti che sfuggono alle cronache, testimoniano e denunciano l’esistente, l'assenza di una visione politica, la mancanza di politiche sociali e di una politica di welfare. E pongono interrogativi ad un'intera amministrazione, reclamano risposte non più rinviabili. La grave situazione sanitaria dell’ultimo anno ha reso nudo il re, ha restituito impetuosamente l’immagine di una amministrazione che risponde ai bisogni sociali con una logica meramente emergenziale ed assistenziale, riducendo i diritti delle persone a necessità primari da meritar-si, che nega il diritto all’abitare e alla residenza, che spezza legami ed esperienze di comunità».
L'associazion. Moscati-Bari, Sportello socio-sanitario autogestito, Gruppo Lavoro Ri-fugiati, Parrocchia San Sabino, ass. Ex Socrate, Sportello Noborders - FuoriMercato, Comunità di Villa Roth-casa autogestita Bari e Solidaria Bari invocano «un atto di assunzione di responsabilità politica, serve un investimento che non può essere delegato alla solidarietà e al volontariato, è urgente ridefinire priorità e strumenti, bisogna ridefinire la policy e rimettere al centro le persone, bisogna imparare a guardare l’emergenza sociale e la grave marginalità che abita questa città, bisogna riprendere a parlare di politiche attive e di welfare».