Diritti dei minori, c'è il quarto "Indice sui maltrattamenti ai minori": da ottobre ad oggi aumentati del 30% i tentativi di autolesionismo e di suicidio
ROMA - In Italia si stima che 47,7 minorenni su 1.000 siano seguiti dai servizi sociali, di questi quasi 100.000 sono vittime di maltrattamento. Un'analisi sulle ferite visibili e invisibili inferte a bambini e ragazzi si trova nel Quarto Indice sul maltrattamento dei minori in Italia curato da Fondazione Cesvi. La ricerca rappresenta una fotografia dell’Italia durante l’ultimo anno segnato dalla pandemia, un’Italia percorsa da divisioni legate al territorio e al reddito. Ma l’immagine è anche quella di un’Italia accomunata da un trauma collettivo, quello della pandemia, che ha avuto gravi ripercussioni sui maltrattamenti ai minori. Il maltrattamento all’infanzia è un fenomeno dalle conseguenze drammatiche per il fisico e per la psiche dei minori che ne sono vittime. Ferite e fratture sul corpo e nella mente: ansia, depressione, disturbi a livello cognitivo e linguistico. Obiettivo dell’indagine è valutare come il contesto socio-economico e i servizi offerti dalle Regioni possano incidere sul benessere di bambine e bambini e contribuire a trovare soluzioni al fenomeno.
Struttura dell’Indice. L’indice 2021, dal nome “Il tempo della cura”, è stato sviluppato dalle ricercatrici Giovanna Badalassi e Federica Gentile. Spiega Badalassi: “Ciò che viene misurato non è il maltrattamento effettivo ma il rischio che tale fenomeno possa insorgere. Abbiamo considerato elementi ambientali, strutturali, comunitari, personali, sociali che possono agire da fattori protettivi o di rischio. In questo modo capiamo come poter intervenire a livello sociale e pubblico per contrastare il fenomeno”. Il risultato è una graduatoria basata su 64 indicatori classificati rispetto a sei diverse capacità: capacità di cura di sé e degli altri, di vivere una vita sana, di vivere una vita sicura, di acquisire conoscenza e sapere, di lavorare e di accesso a risorse e servizi.
Il trauma collettivo. L’edizione 2021 dell’Indice dedica un importante e approfondito focus all’impatto che la pandemia ha prodotto sulla salute mentale. Badalassi racconta come tutti gli esperti e personale medico sanitario intervistati per il progetto siano stati concordi nel definire un “trauma collettivo da COVID-19”, specifico e diverso da altri tipi di trauma. “Ha delle caratteristiche ben definite: è un fenomeno globale, invisibile e incontrollabile, cronico, asociale. È diverso ad esempio dal trauma derivato dal lutto o da una catastrofe naturale”. Un trauma collettivo quindi, che ha amplificato il disagio già presente nei contesti dove esistevano fragilità pregresse.
Aumentati del 30% i tentativi di autolesionismo e suicidio. Quasi la metà della popolazione italiana ha riportato un peggioramento della salute mentale nell’ultimo anno (43%), secondo una ricerca AXA condotta in 7 paesi europei. Tra le categorie più colpite dal trauma da COVID-19 c’è quella dei minori. Secondo i dati presentati, in generale c’è stato un aumento nelle richieste di aiuto psicologico per bambini/e e ragazzi/e e si è registrato un aumento dei tentativi di suicidio di ragazzi/e, specie durante la seconda ondata della pandemia: dall’ottobre del 2020 fino ad oggi sono aumentati del 30% i tentativi di autolesionismo e di suicidio da parte degli adolescenti. Nelle famiglie più fragili è aumentata la conflittualità, la violenza contro le donne e la violenza assistita e subita dai minori. La casa è considerata il luogo più pericoloso, dove circa il 60-70% dei minori tra 2 e 14 anni ha vissuto episodi di violenza emotiva da parte dei genitori o dei tutori.
Burnout e stress. Un fenomeno che si è manifestato in maniera trasversale riguarda invece i fattori di stress e ansia derivati dai minori contatti sociali, dalle preoccupazioni economiche, dalla paura di ammalarsi, dai disagi dell’insegnamento a distanza. Elementi che hanno causato stress nei bambini e nei genitori. Durante questo “esaurimento nervoso” genitoriale è più probabile che bambini e bambine vengano maltrattati, anche in presenza di fattori protettivi come un alto livello di reddito o di istruzione. Il Burnout - v spiegato - è una sindrome che deriva dall'espressione inglese «to burn out», ovvero «bruciarsi, esaurirsi». Si tratta dunque di uno stato di esaurimento sul piano emotivo, fisico e mentale.
Il quadro nazionale. I dati disaggregati per regione parlano di una vera e propria emergenza nel Mezzogiorno. Al Sud il rischio legato al maltrattamento è più alto e l’offerta di servizi sul territorio è generalmente carente o di basso livello. Le otto regioni del Nord Italia sono tutte al di sopra della media nazionale, mentre nel Mezzogiorno si riscontra un’elevata criticità: le ultime quattro posizioni dell’Indice sono occupate da Campania (20°) Sicilia (19°), Calabria (18°) e Puglia (17°). La regione con maggior capacità di fronteggiare il fenomeno del maltrattamento all’infanzia è il Trentino-Alto Adige.
I Children’s Days di Cesvi. I Children’s Days sono promossi dalla Fondazione Cesvi nell’ambito della campagna di sensibilizzazione “Quando sarò grande”, cui è possibile partecipare fino al 22 maggio tramite un Sms o una chiamata da rete fissa al numero solidale 45580. Fino all’8 maggio si svolgeranno 20 incontri virtuali con psicoterapeute, giornaliste e divulgatori scientifici per parlare delle esigenze, dei diritti e delle fragilità vissuti da bambine e bambini. È possibile consultare il calendario completo della rassegna.