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DDL ZAN, A CAMPOBASSO IL POPOLO è DISINFORMATO: DIBATTITO IN STUDIO A MOLISEWEB

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Pubblicato sabato, 08 maggio 2021

Dal body positivity al ddl Zan attraversando per circa 30 minuti le discriminazioni che attanagliano non solo tutto il Paese Italia ma anche il Molise. Passando per interviste tra il popolo campobassano che non ha certo ben figurato come apertura mentale. 

Sono stati questi i temi della trasmissione in diretta su Moliseweb condotta da Bernardino Ziccardi negli studi di Moliseweb con in studio Carmen Mastrangelo. Studentessa universitaria molisana e attivista sui social sul body positive, che ha partecipato con un suo capitolo dedicato alla tematica, alla stesura del libro "Afrodite soggettiva". Sui social è attiva anche con la pagina "Io non me ne vergogno" presente sia in versione instagram che facebook.

imageIn studio anche la vicedirettrice di Moliseweb Viviana Pizzi, oltre che giornalista anche attivista per i diritti delle donne e i diritti civili in generale. A confronto anche due modi diversi di vedere la lotta contro le discriminazioni: la prima quella della scrittrice e attivista che è una visione intersezionale e che abbraccia sia il diritto di essere grassa e non in salute (contro le diete pubblicizzate sui social), fino a quello di tutelare le persone appartenenti al mondo Lgbt, la seconda quella della nostra giornalista parimenti convinta della necessità di combattere le discriminazioni ma separando i piani di lotta quello femminista e quello delle associazioni lgbt.

In mezzo il Ddl Zan che equiparerà il reato di omofobia e anche di misoginia ai crimini d'odio previsti per il razzismo dalla legge Mancino. Potrebbe essere una buona legge se non ci fosse la parola identità di genere al posto di identità sessuale e se non si pensasse alla parte sanzionatoria prima che a quella educativa. 

Le interviste che abbiamo raccolto tra la gente da Maurizio Varriano offrono uno spaccato desolante di Campobasso. Si potrebbe accettare la maggiore vicinanza ai diritti sociali rispetto a quelli civili (compresa dalla confusione di Ddl Zan con Decreto Ristori ndr) ma non il confondere i due piani. Il pezzo più grave è stato: non mi piacerebbe avere un figlio gay ma alla fine dovrei accettarlo come si fa con una malattia. In studio è stata unanime la condanna a certe affermazioni. E il riconoscimento della necessità di un percorso educativo nelle scuole, nelle università e nelle associazioni per abbattere il concetto di discriminazioni. 

Il resto ascoltatelo nel dibattito. 

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