pro e contro delle star nei board
Nel bene o nel male, purché se ne parli. E dell'ingresso di Chiara Ferragni nel cda di Tod's, effettivamente, se ne è parlato tantissimo. Dalla notizia della sua carica al boom in borsa dopo sole 24 ore (quantificabile in 100 milioni di euro), l'effetto-Ferragni ha dato dato credito e valore all'intento iniziale: supportare il marchio in una comunicazione più fluida e diretta con le nuove generazioni. Tuttavia, c'è un però. Secondo Business of Fashion, esistono pro e contro dell'avere una celebrità nel proprio advisory board. L'analisi tocca non solo la Ferragni, ma anche l'attrice e attivista Emma Watson e la star del tennis Serena Williams: facciamo dunque il punto della situazione.
Chiara Ferragni nel cda di Tod's: i pro
"Mi fa molto piacere che Chiara Ferragni sia entrata nel cda di Tod's - ha commentato due settimane fa il Presidente della società, Diego Della Valle. - La conoscenza di Chiara del mondo dei giovani sarà sicuramente preziosa. Inoltre, insieme, cercheremo di costruire progetti solidali e di sostegno per chi ha più bisogno, sensibilizzando e coinvolgendo sempre di più le nuove generazioni in operazioni di questo tipo". Con oltre 23 milioni di follower su Instagram e una propria azienda (Chiara Ferragni Collection) di successo e in continua espansione, bof.com è d'accordo con Diego Della Valle. "Il gruppo Tod's ha avuto spesso difficoltà nel restare al passo di questo mercato in continua crescita e nell'essere consistente tra i consumatori più giovani", scrive la fonte.
In tal senso, l'ingresso di Chiara Ferragni nel cda di Tod's avrebbe già conquistato un primo punto a suo favore: "Della Valle - prosegue bof.com, - sembra star scommettendo sul fatto che avere Chiara Ferragni a bordo aiuterà non solo a costruire maggiore brand awareness e inviare un messaggio positivo agli azionisti, ma anche a trasformare il modello di business aziendale a favore del mondo digitale e diretto al consumatore".
E veniamo quindi al secondo pro dell'ingresso di Chiara Ferragni nel cda di Tod's. Proprio come l'attrice Emma Watson (entrata nel board del gruppo Kering lo scorso giugno) o la campionessa di tennis Serena Williams (nel board di Poshmark dal 2019), le star sono la scelta migliore per ottenere visibilità. "Le nomine delle celebrità portano immediato valore economico alle aziende, generando hype tra i consumatori", commenta la fonte. Non solo campagne pubblicitarie, non solo celebrity endorsement: il nuovo passo avanti nella carriera della Chiara Ferragni versione imprenditrice dimostra che oggi, più che mai, le celeb possono avere ruoli di spessore anche dietro le quinte. Nel caso della fondatrice di The Blonde Salad, la fonte specifica che si tratta di "suggerimenti di valore in merito alla cultura di massa, i comportamenti dei consumatori e un modo fresco e innovativo di approcciare la comunicazione".
Chiara Ferragni nel cda di Tod's: i contro
E come in tutte le cose, esistono i pro ma esistono anche i contro. L'ingresso di Chiara Ferragni nel cda di Tod's non porta con sé svantaggi, ma apre la strada a una serie di riflessioni. Ergo, perplessità da ponderare prima di coinvolgere una celebrità nel board di un'azienda. Oltre ai timori per la (potenziale) mancanza di tempo e l'interesse della star focalizzato maggiormente sulla propria azienda, bof.com evidenzia quello che merita d'essere considerato il vero punto critico: "Sarà necessario che le aziende ragionino strategicamente cucendo addosso alle celebrità dei ruoli specifici da far rivestire loro in base alla proprie esperienze personali. Si prenda come esempio il gruppo Kering (tra l'altro, recentemente schieratosi in prima linea con Gucci per i diritti delle donne, ndr): l'attrice e attivista Emma Watson, conosciuta come una paladina della moda etica ed ecosostenibile (oltre che per il ruolo di Hermione in Harry Potter), presiede il comitato aziendale che si occupa della sostenibilità". E di necessità è stata fatta virtù.
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