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Vi presentiamo le donne in prima linea nel boom tecnologico dell’Africa Occidentale

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Negli ultimi cinque anni, la scena tech in Africa occidentale ha conosciuto un boom, con un sensibile aumento di innovatori e imprenditori tecnologici – noti anche come ‘techpreneur’ – che utilizzano la tecnologia per fornire soluzioni semplici e accessibili a problemi quotidiani. Dai servizi per i pagamenti alle app che aiutano le persone a gestire i propri risparmi e a rendere più semplice per gli africani partecipare alla corsa globale per accaparrarsi le criptovalute, la scena tech dell’Africa occidentale è più animata che mai. In tutto il continente, sono spuntati hub tecnologici in luoghi come l’Egitto, il Kenya e il Sudafrica, con la Nigeria, il paese più densamente popolato dell’Africa, in testa al gruppo.

Gli imprenditori del tech in Africa occidentale hanno cercato di far sì che l’aumento degli utenti mobile nell’area si traduca anche nell’accesso a soluzioni di digital banking semplici e inclusive per un maggior numero di africani occidentali. Nonostante le aziende tecnologiche stiano affrontando molti problemi – dal rendere accessibili i dati sull’Africa e fornire servizi sanitari al rivoluzionare la moda africana – le aziende tecnologiche finanziarie sono tra le più grandi in Nigeria.

Mentre questa industria raggiunge nuovi traguardi, l’inclusione e la partecipazione delle donne non è esattamente quella che dovrebbe essere. Solo il 10 per cento delle startup dell’Africa occidentale che cumulativamente hanno raccolto 1 milione di dollari negli ultimi dieci anni hanno almeno una donna tra i cofondatori. Nell’Africa subsahariana, le donne costituiscono solo il 30 per cento dei professionisti nell’industria tecnologica. Malgrado molti techpreneur affermino che la loro missione è ‘fornire soluzioni inclusive o accessibili a problemi quotidiani’, non è possibile farlo davvero quando la maggior parte delle app e dei servizi sono creati dagli uomini, e la partecipazione delle donne nella loro creazione è così limitata.

Qui vi presentiamo sei donne che in Nigeria stanno raggiungendo livelli senza precedenti nell’industria tecnologica globale, ridefinendola completamente.

1. Odunayo Eweniyi

Nel 2016, una foto di una scatola di legno pubblicata da una persona che la usava per tenere i risparmi ha ispirato Eweniyi e le altre fondatrici a creare PiggyBank, ora nota comePiggyVest. Oggi, Eweniyi è la Chief Marketing Officer di questa app di risparmi e investimenti ed è anche tra le fondatrici diFeminist CoalitioneFirstCheck Africa, un angel fund e una comunità per donne africane nel tech.

Su come è entrata nell’industria tecnologica“Nel 2014 ho cofondato PushCV per collegare datori di lavoro verificati a candidati preselezionati. Abbiamo passato due anni a raccogliere fondi di venture capital e lavorato a vari altri prodotti che non hanno funzionato. Nel frattempo lavoravo anche come redattore capo da Techpoint, collaboravo con Zikoko! ed ero un’editorialista di Konbini, quindi il mio percorso tecnologico si è molto alternato con il giornalismo e la scrittura”.

Su come avere più donne nell’industria tecnologica“La mancanza di donne nel tech non si può spiegare soltanto con le differenze biologiche. In realtà dipende da una combinazione di pregiudizi sistemici, da uomini che finanziano uomini e da una cultura del lavoro che esclude le donne. Quando alle donne viene data un’occasione, eccellono”.

Sul lavoro che sta facendo con FirstCheck Africa“La gente dice spesso che non c’è un canale per le donne nel tech, in particolare donne nere o africane. Io e la mia cofondatrice di FirstCheck Africa, Eloho Omame, vogliamo costruire quel canale; intercettare le donne prima che si facciano scoraggiare dal processo di raccolta dei fondi e dare loro il denaro per costruire un prodotto con possibilità di crescita in modo che possano poi procedere a raccogliere fondi da investitori seed”.

2. Yewande Akomolafe-Kalu

Con una laurea in psicologia alla Birmingham City University e un’esperienza lavorativa nella moda e nell’industria dell’intrattenimento, oggi Akomolafe-Kalu è responsabile del branding e dello storytelling diFlutterwave,una delle maggiori aziende fintech dell’Africa.

Sullo stato attuale dell’industria tech in Nigeria“Si può dire con certezza che lo stato dell’industria tech in Nigeria è avanzato e innovativo; stiamo facendo più del dovuto per fornire alle persone comuni soluzioni da utilizzare per semplificare le loro vite”.

Sul suo percorso nell’industria tech “Due persone hanno creduto in me quando non avevo fiducia in me stessa: una è un’amica che mi ha raccomandato per un ruolo che non poteva accettare, e l’altra - Olugbenga Agboola - è la CEO di Flutterwave a cui mi ha presentato. Prima di allora avevo lavorato nell’intrattenimento, nella moda, per un’agenzia di marketing digitale e per una startup di e-commerce”.

Su come attirare più donne nigeriane nell’industria tecnologica“Uno dei principali ostacoli è che le ragazze non considerano la tecnologia tra le scelte possibili. Dobbiamo demistificare l’industria tecnologica in modo che la gente sappia che è un intero ecosistema. Dobbiamo deliberatamente assumere più donne e renderle più visibili; presentare loro delle alternative; mostrare loro che i lavori nel settore tecnologico sono accessibili e fattibili”.

3. Damilola Odufuwa

Cofondatrice della Feminist Coalition, Odufuwa si batte per l’uguaglianza per le donne nella società nigeriana, focalizzandosi in particolare sull’istruzione, sulla libertà economica e sulla rappresentazione nelle cariche pubbliche. Valori che porta nel suo ruolo di PR lead diBinance, uno dei più grandi exchange di criptovalute del mondo.

Su come è entrata nell’industria tecnologica“Dopo aver finito i master in finanza internazionale e sviluppo economico alla University of Kent, ho lavorato per anni nelle comunicazioni. Ho fatto pratica alla Universal Music e MTV Viacom prima di essere promossa a redattore capo di Zikoko! e di Konbini, e poi ho accettato un posto da social producer per CNN Africa. Non avevo programmato di lavorare nel tech, ma appena ho capito l’impatto che le cripto e la tecnologia blockchain possono avere sui diritti delle donne e la libertà, mi sono convinta”.

Su come attirare più donne nel settore tecnologico“C’è parecchia disinformazione sui tipi di ruoli disponibili nel tech – abbatterla stimolerà più donne a entrare nell’industria. Interagiamo ogni giorno con la tecnologia in diversi modi e tutti presentano opportunità per fare la differenza. Non c’è solo la programmazione”.

4. Eloho Omame

Cofondatrice di FirstCheck Africa, Omame è laureata alla London School of Economics e ha un MBA della London Business School.

Su come è entrata nell’industria tecnologica “Il mio primo lavoro è stato Lagos Innovates, un portfolio di programmi di sostegno alle startup che ho presentato al Lagos State Employment Trust Fund. Successivamente ho lanciato un’organizzazione di sostegno agli imprenditori chiamata Endeavor prima di lanciare FirstCheck Africa con Odunayo Eweniyi a gennaio”.

Su come far entrare le donne nell’industria tecnologica“Avere più donne in posizioni di comando attirerà più donne in cima all’imbuto - la rappresentanza conta. Sul lato degli investimenti, vorrei che più società di venture capital ammettessero di avere problemi culturali che potrebbero essere fastidiosi o difficili per le donne da superare. Cose come le politiche sul posto di lavoro, sull’intrattenimento e su come combattere il sessismo dovrebbero essere ridiscusse”.

Sul lavoro che sta facendo FirstCheck Africa“FirstCheck Africa è nato con la missione di promuovere equità, capitale e leadership per una generazione di donne in Africa attraverso la tecnologia e l’imprenditoria. Vogliamo colmare i preoccupanti divari di genere quando si tratta di potere, ricchezza e affermazione professionale in tutto il continente. Nel lungo periodo, speriamo che FirstCheck Africa sarà una piattaforma attraverso cui le donne nel nostro portfolio aiutino altre donne in Africa a fare la stessa cosa”.

5. Oluwaseun Runsewe

Runsewe ha cominciato la sua carriera come analista prima di unirsi aPaystack come business lead. Ora vicepresidente dello sviluppo di SoftCom, si sta impegnando a rendere i servizi finanziari accessibili a tutti, specialmente alle madri single come lei.

Su come è entrata nell’industria tecnologica“Ho lavorato come analista in KPMG, una società di revisione tra le Big Four, facendo consulenze a operatori di servizi finanziari sulla strategia e sui piani industriali. Ho anche coordinato un progetto per l’Africa per migliorare i servizi bancari, i pagamenti e la gestione del rischio finanziario. Poi nel 2016 sono stata presentata via mail al CEO di PayStack – un’azienda che aiuta le aziende in Africa a farsi pagare da chiunque e ovunque nel mondo – e mi sono unita in qualità di business lead mentre penetrava in nuovi settori e allargava le frontiere dell’economia digitale in Nigeria”.

Sul lavoro che sta facendo adesso“Adesso sto lavorando a una banca digitale per le madri – sono diventata una madre single un mese dopo aver compiuto 25 anni con meno di 15 dollari sul conto, quindi ho dovuto pensare a come fare dei soldi e gestirli per il futuro di mio figlio e ho lavorato nel fintech negli ultimi cinque anni. La mia missione è mettere gli stessi strumenti e conoscenze che sono serviti a me a disposizione di più madri possibile – specialmente madri single”.

6. Adia Sowho

Adia Sowho fotografata tramite Facetime

© Manny Jefferson

CEO ad interim diThrive Agrice direttore non esecutivo diHover Developer Services, Sowho si è costruita una reputazione come problem solver nell’ambiente tecnologico e dei media nigeriani. Con una carriera che abbraccia sviluppo di contenuti mobile, tecnologia e servizi finanziari, oggi il suo obbiettivo è cambiare la cultura tecnologica in Nigeria e ispirare più giovani donne a entrare nell’industria.

Sull’industria tech nigeriana “Ci sono due Nigerie: quella di cui sentite parlare nei notiziari con i problemi di corruzione, e quella stimolante di cui si parla meno dell’industria tecnologica con giovani che inventano nuovi modi di risolvere vecchi problemi. Queste due Nigerie si scontrano adesso e ci saranno delle conseguenze, ma credo che la giovane Nigeria avrà la meglio”.

Su come avere più donne nell’industria tecnologica“Al momento la struttura dell’industria è più aperta al contributo maschile che femminile; dobbiamo creare un’industria più inclusiva. Se un’azienda sta cercando uno sviluppatore, un uomo può entrare in gara senza problemi mentre una donna deve considerare cose come la distanza dell’ufficio da casa e se riuscirà a finire di lavorare in tempo per tornare a casa prima che sia buio”.

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