Stampa

Camilla Ravera, la comunista e antifascista che lottò per i diritti delle donne

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Nata in Piemonte nel 1889 in una famiglia benestante, racconta che il desiderio di impegnarsi politicamente, la sua “scelta di vita”, nasce per lei nel 1913, osservando una manifestazione di operai torinesi dalla sua finestra. Si iscrive al Partito Socialista e frequenta la Camera del Lavoro di Torino dove incontra uno dei suoi maestri di vita, Antonio Gramsci.

E proprio negli anni della sua formazione politica giovanile, nasce l’impegno in favore dei diritti delle donne: nel 1922 il neonato Partito Comunista d’Italia convoca la prima assemblea delle donne comuniste a Roma, da lei presieduta. In quegli anni, la Ravera chiede e ottiene un suo spazio su L’Ordine Nuovo dedicato ai temi dell’emancipazione femminile.

ad_dyn

In questa tribuna, il primo articolo di Camilla Ravera tratta del sotto salariato femminile, un tema ancora tristemente attuale un secolo più tardi. In un articolo successivo, intitolato “Le madri operaie” scrive:

“In primo luogo, si tratta di riconoscere alla donna, come all’uomo, il diritto al lavoro produttivo retribuito, e il fatto che la donna madre non deve perdere il diritto all’indipendenza economica. Spetta alla società di conciliare le due esigenze, del resto non inconciliabili, poiché l’allattamento, l’allevamento del bambino, oltre ad essere il soddisfacimento del naturale istinto materno, è pure opera produttiva, e utilissima, per la famiglia umana. Non è un’iniquità sociale questa che sull’operaia sposa e madre gravi un così enorme peso di estenuazione? Ma creare, allattare, allevare i figli è opera difficile, delicata, importantissima: da sola riempie la giornata di una donna, assorbe le sue energie; ed è opera produttiva per la collettività. Bisogna che sia riconosciuta come tale dalla società, l’opera della madre.”

Con queste parole chiare Ravera mette in luce un concetto importantissimo, che la società italiana non ha ancora fatto proprio: mettere al mondo un figlio non è solo una questione privata, la soddisfazione personale della donna (come ha dichiarato qualche giorno fa Tajani), si tratta di qualcosa che beneficia alla società tutta e come tale deve essere riconosciuta, aiutata e incentivata.

outofpage

Fonte (click per aprire)

Aggiungi commento

I commenti sono soggetti a moderazione prima di essere pubblicati; è altrimenti possibile avere la pubblicazione immediata dei propri commenti registrandosi ed effettuando il login.


Codice di sicurezza
Aggiorna