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Un festival per dire «no» ai pregiudizi e «sì» alla parità- Corriere.it

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Dopo un anno di pandemia si torna, timidamente in presenza. Tornano gli aperitivi, le cene al ristorante, ma per fortuna, ripartono anche le proposte culturali. Per tre giorni a Milano, dal 21 al 23 di maggio, si parlerà di empowerment, di stereotipi, diritti negati, riscatti e violenza di genere, di maternità e bodyshaming. È questa l’11°esima edizione del WeWorld Festival che quest’anno per la prima volta sbarca al Base di Milano oltre che completamente in streaming sulla pagina facebook di WeWorld, l’organizzazione no profit che da 50 anni difende i diritti di donne e bambini in Italia e nel Mondo. Dai The Pozzolis Family ad Antonella Lattanzi, da Veronica @Spora Benini a Sara Ventura, da Valeria Solarino a Carlotta Vagnoli, da Elvira Serra aCorinna de Cesare; ma anche Fumettibrutti, Sofia Righetti e MammadiMerda. I nomi di questa edizione sono tantissimi, comprese incursioni solo in streaming come gli interventi di Emma Marrone, Elisa di Francisca, Igiaba Sciego, Vittoria Schisano e Viola di Grado, tutte in collegamento. Ci saranno performance, fotografie, spettacoli teatrali, ci sarà chi farà commuovere e chi farà piangere dal ridere.

Sicuro ci sarà da pensare, che di questi tempi non lo si fa mai abbastanza Al WeWorld Festival protagonista è anche la fotografia, con tre produzioni inedite di WeWorld: “Il Tempo Sospeso”, progetto multimediale realizzato con la fotografa internazionale Francesca Volpi, che sarà esposto al Base durante i giorni del Festival con uno scenografico allestimento, grazie al contributo di Canon. Attraverso testimonianze e fotografie, Francesca Volpi, che ha visitato i campi dove opera WeWorld nella Valle della Bekaa e ad Akkar in Libano, accende i riflettori sulla vita delle rifugiate siriane a 10 anni dall’inizio del conflitto in Siria; “Io dagli Altri” con la fotografa Arianna Arcara - un progetto di ritratti per raccontare gli stereotipi delle adolescenti nelle periferie dove interviene WeWorld - che verrà presentato domenica in anteprima e il reportage fotografico di Vincenzo Montefinese presso la comunità Sikh nell’Agro Pontino per la ricerca condotta per WeWorld sullo sfruttamento lavorativo di donne migranti nella filiera agroalimentare, che verrà presentato venerdì. «Fino all’ultimo abbiamo rischiato di non poter fare il festival, che già nel 2020 era saltato. È stata una sfida, un rischio che abbiamo voluto correre perché mai come quest’anno sentiamo l’esigenza di riaffermare i diritti delle donne», dice Marco Chiesara, Presidente di WeWorld - «Non abbiamo mai smesso di dirlo, le donne in Pandemia hanno pagato il prezzo più caro: sono loro ad aver dovuto lasciare il lavoro, ancora loro (nella maggior parte dei casi) ad aver gestito la Dad, gli anziani lasciati da un giorno all’altro senza aiuti. Siamo stanchi di sentir parlare di resilienza, oggi vogliamo vedere le istituzioni e la società fare passi più concreti per società inclusive dove gli stereotipi non trovino più spazio. Siamo consapevoli che l’emergenza non è ancora finita, per questo il festival si svolgerà in totale sicurezza a Basa Milano, dove gli spazi ampi, alcuni anche all’aperto, saranno riempiti solo per un terzo della capienza originaria e previa prenotazione obbligatoria, garantendo così il distanziamento sociale per tutta la programmazione. Ci teniamo a sottolineare che tutte le normative anti-Covid vigenti - incluso l’utilizzo obbligatorio di mascherine, disinfettanti e misurazione della temperatura all’ingresso - saranno osservate durante tutto il festival». Insomma celebrazione dei diritti, sì, e in piena sicurezza.

18 maggio 2021 (modifica il 18 maggio 2021 | 23:24)

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