La Casa delle Donne di Ravenna su portuali che non imbarcheranno armi per Israele: "Scelta non violenta che costruisce la pace"
La scelta dei lavoratori del porto di Ravenna, che hanno dichiarato di rifiutarsi di imbarcare materiale bellico diretto in Israele, per non contribuire ad alimentare gli scontri in atto in Medioriente, che stanno mietendo centinaia di vittime, quasi tutte tra i civili palestinesi, è rimbalzata per tutta la giornata di ieri sui media locali e nazionali ed è stata profondamente apprezzata anche dalle socie della Casa delle Donne di Ravenna, che hanno reso pubblica una nota, con la quale esprimono tutto il loro apprezzamento ai portuali ravennati.
“Vogliamo esprimere apprezzamento e sostegno alla scelta di non “essere complici nell’alimentare una guerra che sta mietendo soprattutto vittime civili in quel tremendo teatro di guerra” come riporta il loro comunicato – si legge nella nota della Casa delle Donne di Ravenna -. Hanno iniziato tre anni fa i lavoratori del porto di Genova, per contrastare il transito di carri armati, missili ed esplosivi diretti in Yemen e in altri teatri di guerra. Dopo Genova, Livorno, Napoli ora anche i portuali di Ravenna si rifiutano di caricare armi. Auspichiamo che l’azione si allarghi a tutti i porti italiani perché tutto passa dai nostri porti, come dice The Weapon Watch, l’Osservatorio sulle armi nei porti europei e mediterranei, che denuncia anche gravi mancanze nel rispetto delle disposizioni di legge e dei trattati internazionali sul traffico di armi e materiale esplosivo”.
“Come donne pacifiste della Casa delle donne – conclude la nota – sosteniamo il gesto di coraggio e responsabilità dei lavoratori del porto di Ravenna e di tutti i portuali d’Italia perchè il rifiuto di essere complici, lo sciopero, la non collaborazione con il traffico di morte sono azioni nonviolente, che contribuiscono alla crescita di una cultura di pace e giustizia nel mondo”.
IL SOSTEGNO DI RAVENNA IN COMUNE
Anche Ravenna in Comune si pronuncia a favore della scelta annunciata dai portuali ravennati: “Nella realtà sconfortante di un conflitto che si prolunga da settantatré anni come quello israelo-palestinese, ogni gesto di opposizione alla guerra va salutato con convinzione e appoggiato in ogni modo. E’ per questo che esprimiamo la nostra solidarietà ai lavoratori del Porto di Ravenna, i quali – come apprendiamo da un comunicato stampa delle Organizzazioni Sindacali – si rifiuteranno di collaborare alle operazioni di imbarco di container contenenti materiali bellici diretti in Israele, dichiarando se necessario lo sciopero”, si legge in un comunicato diramato la gruppo politico.
“La situazione nel conflitto mediorientale si trascina a fasi alterne con periodiche riesplosioni di guerra vera e propria, alternate a lunghi periodi di violazione dei diritti umani e di espansione delle colonie israeliane, che ormai hanno eliminato ogni continuità territoriale nei territori palestinesi, e con essa la possibilità di giungere alla soluzione della costituzione di una Stato di Palestina, hanno istituito una situazione di vero e proprio apartheid, ed hanno indotto buona parte della popolazione palestinese ad una radicalizzazione in senso islamista e jihadista, contribuendo così ad incancrenire ulteriormente i termini del conflitto”, aggiunge Ravenna in Comune.
“Auspichiamo, pur senza illusioni, che la tregua scattata nelle ultime ore, non sia un semplice silenzio delle armi destinato a rompersi a breve, ma l’inizio di una nuova fase in cui l’iniziativa internazionale riesca finalmente a creare le condizioni per una pace stabile e duratura – conclude il capogruppo Massimo Manzoli a nome di tutta Ravenna in Comune -. Nel frattempo, crediamo che sia della massima importanza rafforzare la mobilitazione popolare che un po’ in tutto il mondo si va sviluppando, pur nell’ignavia e nella sostanziale complicità di gran parte del mondo politico. Per questo, come Ravenna in Comune, aderiamo all’iniziativa dei lavori portuali e alle altre manifestazioni di protesta e di pressione per una giusta pace in Palestina che si terranno nei prossimi giorni e nei mesi a venire”.
LA SOLIDARIETÀ DEL PARTITO COMUNISTA RAVENNATE
Anche la Federazione di Ravenna del Partito Comunista (PC) solidarizza con la decisione dei lavoratori del Porto di Ravenna di non voler caricare armi e materiale bellico destinato allo stato di Israele. “La nostra posizione come comunisti è molto chiara: totale solidarietà al popolo palestinese al quale viene da più settant’anni negata la dignità di vivere e prosperare. Quando muoiono 235 civili innocenti fra i quali 65 bambini, noi comunisti non abbiamo dubbi nell’appoggiare e nel solidarizzare con le vere vittime di questo conflitto. Forse ne ha qualcuno in più il Partito Democratico, che assieme alla destra ha partecipato alla manifestazione pro Israele che si è svolta a Roma. La solita ipocrisia perbenista e politicamente corretta”, affermano.
“Negli anni trenta, per sfuggire ai ghetti ed alle discriminazioni, tanti ebrei divennero comunisti e tanti di loro chiesero riparo e rifugio all’Unione Sovietica. Gli ebrei facevano parte di quella evoluta società socialista e si integrarono brillantemente nel mondo del lavoro, della cultura e dello sport. Gli ebrei sono nostri fratelli come lo sono i palestinesi e tutti i popoli del mondo. Non sono nostri fratelli, invece, gli stati imperialisti come Israele che opprimono i deboli e gli innocenti, facendosi scudo di orrori passati che non possono giustificare attacchi criminali contro una popolazione debole ed innocente, costretta a vivere in un enorme ghetto a cielo aperto ed in una miseria senza prospettive. Viva la Palestina libera!”, concludono.