Ribelle, anticonformista, glam e con il coraggio della diversità, Crudelia Demon è la nuova icona femminista?
“Normale è l’insulto più crudele che esista, e non me lo hanno mai detto”
Con il nuovo live action Disney diretto da Craig Gillespie, al cinema dal 26 Maggio, la perfida Crudelia Demon del classico di animazione del 1961 diventa un'icona femminista di nuova generazione: ribelle, anticonformista, glamour e istintiva.
Figlia di una lavandaia, la piccola Estella resta orfana e cresce per strada insieme a due ladruncoli incontrati per caso, Jasper e Horace. Ha un talento per la moda e nel tempo libero passa le ore a cucire e disegnare modelli di vestiti che gridano libertà e incitano a una rivoluzione dello stile. Piano piano comincia a realizzare che il futuro per lei può essere diverso, di successo, ma deve sfruttare le sue capacità e la sua indubbia follia.
Quando comincia a lavorare per la Baronessa interpretata da Emma Thompson, che sembra la versione venti volte più egocentrica e capricciosa di Miranda Priestly de Il Diavolo Veste Prada, in lei scatta qualcosa e il suo lato oscuro prende il sopravvento sulla sciadell'instabile Harley Quinn.
Crudelia: una donna che sa cavarsela da sola
In una suggestiva Londra in piena rivoluzione punk rock negli anni 70, Cruella è una giovane donna in conflitto con se stessa e con il mondo che la circonda. Si sente diversa, come trattenuta in una gabbia che non le lascia spazio per esprimersi. La sua natura duale, alla costante ricerca di un equilibrio tra bene e male, sta per pendere più da una parte, in seguito agli eventi. La competizione è forte e, dalla ragazza timorosa e sottomessa di inizio film gradualmente assistiamo alla nascita di una figura carismatica piena di energia, ma anche pericolosa e senza freni.
Crudelia è nata per la prima volta sulle pagine del romanzo inglese The Hundred and one Dalmatians di Dodie Smith che ha immaginato e creato uno dei migliori villain, prima della storia letteraria e poi dell’animazione. L’idea ha preso forma dalla donna degli anni 50 che rifiutava le regole di una società in cui il ruolo femminile era limitato a madre, moglie e casalinga. Crudelia rappresentava la donna che dice no al matrimonio e alla maternità, che aveva l’audacia di essere vecchia e ancora sexy, particolarmente pericolosa se benedetta dal potere e dalla proprietà. Ma anche illogica, emotiva e isterica. Una donna non adatta alla società educata che simboleggia la libertà di espressione, di azione, e di pensiero. Ma qual è il confine da non oltrepassare per essere in torto?
Le origini di Crudelia: femminismo vecchio e nuovo
"Ho messo qualcosa di tutte le donne cattive che ho conosciuto in Crudelia” ha detto Marc Davis che ha disegnato all'epoca il personaggio del classico Disney, ispirandosi all’attrice Tallulah Bankhead,che veniva da una ricca famiglia politica dell'Alabama alla quale si è pubblicamente opposta, sostenendo i diritti civili e la liberazione delle donne. Beveva molto e fumava una media di 120 sigarette al giorno; era divorziata e bisessuale, ha collezionato molte conquiste e ha suscitato scalpore spogliandosi nel corso di alcune feste del jet set.
Nata come caricatura femminista negli anni 50, a cui piacevano le macchine e vestire in modo seducente avvolta nelle sue pellicce, oggi Crudelia è simbolo del mondo femminile che vuole alzare la testa e far valere i propri diritti. Vestita di borchie e pelle, con un look alla Edward Mani di Forbice, esalta la sua personalità esplosiva e un po’ bipolare. Negli anni 90 ricordiamo la Crudelia di Glenn Close, un personaggio di una eleganza raffinata, un capo prepotente disposto a licenziare uno dei suoi migliori dipendenti perché non soddisfa un suo desiderio. Molto simile alla villain animata.
"Si perdono più donne buone per il matrimonio che guerre, carestie, malattie e disastri” dice in una scena del film del 1996. La donna egoista, egocentrica, con un amore per se stessa senza limiti, appartiene nel nuovo film più al personaggio di Emma Thompson rispetto alla Cruella di Emma Stone. Chi è la vera cattiva? Oggi si avverte un po' di confusione per il gioco di ruoli che ci propongono i film e le serie tv. Basti pensare al Joker di Joaquin Phoenix.
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