Perché Paxton Smith è nostra sorella
Sei settimane: sarà questo il tempo limite per accedere all’interruzione di gravidanza – sotto qualsiasi circostanza, incesto e stupro inclusi – a partire da settembre in Texas, dopo che l’ultima, iper-restrittiva legge è passata lo scorso maggio. Sei settimane sono, per moltissime donne, il tempo minimo indispensabile per capire di essere incinta. Sei settimane danno a malapena la possibilità di individuare una gravidanza, figuriamoci avere il tempo di decidere cosa fare e organizzarsi di conseguenza. Entro sei settimane non si può nemmeno sapere con certezza se ci possono essere delle problematiche per la donna e per l’embrione. Insomma, abbassare il limite di tempo a sei settimane per un IVG (interruzione volontaria di gravidanza) significa, nella pratica, vietarla. Il diritto di una donna di decidere del proprio corpo, della propria vita, è, di fatto, annientato.
È un pensiero terrificante per molte donne, in particolare per una ragazza di neanche vent’anni, come ha spiegato benissimo Paxton Smith nel discorso da neodiplomata che è diventato virale: “Ho sogni, speranze e ambizioni. Ogni ragazza che si diploma oggi li ha”, ha detto in uno dei passaggi più forti. “Abbiamo trascorso tutta la nostra vita lavorando per il nostro futuro, e, senza il nostro contributo, senza il nostro consenso, il controllo sul nostro futuro ci è stato tolto. Ho paura che se i miei contraccettivi falliscono, se vengo violentata, allora le mie speranze, aspirazioni, sogni e sforzi per il mio futuro non avranno più importanza”.
Paxton Smith è la studentessa texana che ha sfruttato il momento di visibilità datole dal suo 'valedictorian', ovvero il discorso di commiato alla cerimonia del diploma, per lanciare un messaggio coraggioso, importante, forte, prendendo in contropiede tutti, scuola inclusa, con la quale aveva concordato un altro tipo di speech. “Spero che possiate sentire quanto è straziante. Spero che possiate sentire quanto sia disumanizzante vedersi sottrarre l'autonomia sul proprio corpo”, ha spiegato dal palcoscenico, mentre con toccante fermezza ha articolato perfettamente, in meno di tre minuti, quale importante filo rosso unisca aspirazioni, conquiste, opportunità e controllo sul proprio corpo. Un diritto che per gli uomini è sacrosanto, mentre le donne devono continuare a lottare con le unghie e con i denti per mantenerlo.
Texas, il discorso della neodiplomata contro la legge anti-abortista: "Non possiamo restare in silenzio"
Intervistata da D Magazine, Smith ha dichiarato: “Quando ho delle opinioni che possono essere considerate politiche o controverse, le tengo per me, perché non mi piace attirare l'attenzione per quel genere di cose. Ma sono contenta di aver fatto qualcosa, e sono contenta che il mio discorso stia attirando l'attenzione”.
La situazione non è critica solo in Texas, o solo negli Stati Uniti, dove da tempo vengono promossi (e poi spesso smontati da sentenze di tribunale) decreti, divieti, leggi che limitano la libertà delle donne e la loro salute riproduttiva. Di recente la Polonia lo ha messo fuori legge se non in caso di violenza sessuale. In Italia, sebbene la legge 194 garantisca la possibilità di accedere all’interruzione di gravidanza entro la dodicesima settimana, non passa giorno in cui questo diritto non sia sotto attacco.
Il diritto all’aborto è stato sancito esattamente 40 anni fa, quando milioni di italiani si sono recati alle urne per difendere la legge 194 attraverso il referendum del 17 maggio 1981. Eppure, pur essendo un diritto acquisito, è ben lungi dall’essere dato per scontato. Alcune regioni come Umbria, Marche e Abruzzo sono state nei mesi scorsi al centro di dibattitti (chiamiamoli così, anche se sono vere e proprie guerre sul corpo delle donne) per le politiche antiabortiste che limitavano di fatto l’accesso all’interruzione farmacologica. In Liguria, una proposta depositata da alcuni consiglieri regionali che punta a dare spazio alle associazioni antiabortiste nei consultori e nelle strutture sociosanitarie sta facendo molto discutere.
Per avere una panoramica completa di quanto il diritto all’aborto nel nostro paese sia in verità un percorso ad ostacoli, si possono consultare le mappe dell’associazione Laiga – composta da ginecologi e specialisti in difesa della legge sull’interruzione di gravidanza – che danno un quadro di quanto non sia affatto facile accedere a quello che dovrebbe essere un servizio sanitario garantito.Quello che sta succedendo in Texas, ci ricorda che i diritti delle donne seppur acquisiti non devono mai essere dati per scontati, e ci impone di tenere sempre alta la guardia anche nel nostro paese. Ecco perché Paxton Smith è nostra sorella quando dice: “Non posso lasciare questo podio parlando di pace quando è in corso una guerra sul mio corpo, una guerra ai miei diritti, ai diritti delle nostre madri, delle nostre sorelle, una guerra contro i diritti delle nostre figlie. Non possiamo restare in silenzio”.