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Perché e come studiare la storia delle donne

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

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Al lavoro, in politica e nel mondo della cultura, così come tra le mura domestiche: pari diritti e opportunità tra uomini e donne non sono affatto scontati. Per questo è importante sensibilizzare al tema tutti, femmine e maschi, già dalla giovane età. E se mamma e papà sono chiamati a crescere i propri figli senza che considerino le donne su un piano di serie B rispetto agli uomini, un ruolo altrettanto fondamentale è svolto dai contesti scolastici. Un paio di anni fa, ad esempio, hanno fatto il giro del web le polemiche su un esercizio di un libro di testo di italiano, adottato in varie scuole primarie in Italia, nel quale l’uso del congiuntivo era spiegato ricorrendo a classici stereotipi e pregiudizi sui ruoli di donne e uomini: si leggeva «che la mamma stirasse e cucinasse» e «che il papà lavorasse e leggesse». La «questione di genere» sollevata dal caso menzionato continua a rimanere attuale: nel loro modo di parlare e trattare gli studenti, non solo i testi didattici ma anche i docenti corrono il rischio di etichettare e assegnare presunti comportamenti o caratteristiche al mondo maschile piuttosto che a quello femminile, senza dare libera espressone alle personali peculiarità e ai singoli talenti.

Non c’è però solo il linguaggio quotidiano che veicola (o rompe) pregiudizi di genere. Accanto a esso, la narrazione storica, ovvero come raccontiamo il passato, è un altro modo con cui certe attese culturali arrivano ai giovani e alle giovani. In un momento storico in cui si parla molto di come accrescere la percentuale di studentesse nei corsi scientifici, ad esempio, riflettere con maggiore attenzione sulle figure femminili e il loro ruolo storico in tutti i campi del sapere permetterebbe alle ragazze di non incorrere nel pensiero che certi settori siano prerogativa maschile. Inoltre, favorire in una visione d’insieme l’apporto di singoli e di gruppi, che hanno ugualmente contribuito a conquiste e svolte importanti nel nostro passato, è fondamentale anche per quanto riguarda concetti quali cittadinanza, mentalità collettiva e costruzione identitaria.

In questo senso, combattere l’assenza dei soggetti femminili nei manuali scolastici e nella pratica quotidiana di insegnamento non riguardano solo le donne: infatti, come spiegano Susanna Castelletti, docente di Storia al Liceo Cantonale di Locarno, e Marika Congestrì, docente di Storia al Liceo Cantonale di Lugano 1 – curatrici del volume «Finalmente cittadine! La conquista dei diritti delle donne in Ticino (1969-1971)» edito recentemente dall’Associazione Archivi Riuniti delle Donne Ticino (AARDT) –, adottare e diffondere uno sguardo di genere è fondamentale affinché le giovani generazioni «acquisiscano in modo più solido la consapevolezza di come ogni epoca storica e ogni cultura abbiano sempre addebitato sensi e pesi differenti all’essere donna e all’essere uomo. Una ricostruzione e divulgazione del racconto storico maggiormente egualitaria assumerebbe pertanto un valore civico, oltre che strettamente epistemologico.»

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