Lotto Marzo, anche Parma in piazza per i diritti delle donne
Sciopero per i diritti di tutte le donne, anche per quelle che in piazza non sono scese perché non hanno potuto. Perché nonostante i titoli di studio hanno un lavoro precario con un contratto rinnovato di mese in mese.Perché quando tornano a casa si ritrovano sole a mandare avanti la famiglia. Il corteo organizzato a Parma dalla Rete "Non una di meno" è stato anche, e soprattutto, per loro. E per quelle donne che non c'erano per un motivo aberrante: la loro vita è stata spezzata dalla violenza di un uomo. Cosmina, Silvia, Arianna, Michelle sono solo alcuni dei nomi delle vittime di femminicidi avvenuti negli ultimi anni nel parmense portati in corteo su cartelli tenuti in alto, per non dimenticare. E' stata ampia l'adesione alla manifestazione indetta in 55 Paesi di tutto il mondo in occasione dell'8 marzo, ribattezzato Lotto Marzo, per far sì che la Festa della Donna si riappropriasse dei valori femministi in un'epoca che sembra aver smarrito tante delle conquiste ottenute dalle donne nei decenni. A Parma in piazzale Santa Croce dalle 17 si sono riunite più di mille persone di ogni età - uomini, donne e non pochi bambini - con striscioni e cartelli contro la violenza di genere e per i pieni diritti di donne e persone Lgbt. Alcuni slogan facevano pensare alle lotte femministe del passato, "L'utero è mio e decido io", ma sono invece più che mai attuali in una società che da anni non garantisce l'applicazione della legge sull'interruzione di gravidanza. Il corteo dalle 18 si è snodato lungo via D'Azeglio fino in piazza Garibaldi.
Un altro pilastro per cui le donne sono scese in piazza è il diritto all'autonomia, che può essere raggiunta solo attraverso il lavoro. Quasi un'utopia, nell'Italia dei voucher, del precariato e della disoccupazione femminile alle stelle. Lo sciopero di oggi era anche dal lavoro di cura, quello domestico e di assistenza parentale che ricade in gran parte se non totalmente sulle spalle di mogli, madri e figlie. Un ruolo in cui le donne si trovano spesso "relegate" non per scelta ma per necessità. Oggi in tante pentole e stoviglie le hanno portate in corteo per protestare con una "cacerolada". Il movimento "Non una di meno" nasce per opporsi alla violenza di genere e alla cultura in cui prospera, mietendo centinaia di vittime di giorno in giorno. Tra i manifestanti c'era anche la mamma Edith Verde, che proprio in questo giorno tre anni fa dovette seppellire la figlia Michelle, vittima della furia omicida dell'ex fidanzato. "Bisogna fermare tutto questo - dice - da allora è successo tante altre volte, anche a Parma, e ogni volta rivivo la mia perdita".
La violenza non è solo quella fisica, quella che uccide e che lascia segni sul corpo. Come ha ricordato una portavoce del movimento, Petra Colombo, la violenza si manifesta in modi subdoli e sottili, con parole e gesti che distruggono l'autostima e la capacità delle donne di riconoscere il proprio valore. Questo avviene nelle relazioni sentimentali ma anche nelle relazioni sociali e di lavoro.- Protagonisti: