Stampa

G20, le politiche su cambiamenti climatici e diseguaglianze globali

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Nel corso del Global Solutions Summit, svoltosi a Berlino il 27 e il 28 maggio u.s., la Presidenza italiana del G20 ha tracciato le linee d’azione per la Conferenza sul Clima prevista a novembre a Glasgow e per il FMI contro le diseguaglianze globali. La linea di un nuovo “multilateralismo”.

image

Dopo il Global Health Summit di Roma si è svolto il Global Solutions Summit a Berlino, eventi nei quali è stata tratteggiata la politica del G20 sulle criticità globali:salute mondiale, cambiamenti climatici e diseguaglianze globali. 

Al Global Health Summit, la Presidenza italiana del G20 ha presentato la Dichiarazione di Roma in cui si è affermato il principio della “vaccinazione globale, equa,sostenibile edefficace” ed è stato assunto l’impegno a pervenire alla “sospensione dei brevetti” sui vaccini Covid-19.Al Global Solutions Summit di Berlino si è parlato anche delle sfide al cambiamento climatico e alle diseguaglianze globali. Si è trattata di una tappa importante in vista della Conferenza sul Clima (COP26) che si svolgerà a novembre a Glasgow e sarà co-presieduta dall’Italia con il Regno Unito. L’Italia organizzerà anche una Pre-COP26 a Milano nel mese di settembre.

Le linee d’azione presentate dalla Presidenza italiana del G20 sui cambiamenti climatici prevedono una più incisiva programmazione di interventi a scadenze ravvicinate per rendere concreta la possibilità di perseguire gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Sul piano d’azione per le diseguaglianze globali è stato richiesto l’intervento delle politiche del FMI sui diritti speciali di prelievo e dei “finanziamenti” netti da parte delle Banche multilaterali di sviluppo in favore dei PVS.  Il segnale per le grandi economie è stato chiaro: se non si interviene con tempestività sarà inevitabile l’effetto boomerang sulle nostre società, in termini di ondate migratorie, nuovi rischi per la salute e l’ambiente, insicurezza politica ed economica, conflittualità sociale e instabilità generale.

Infine è stata sottolineata l’importanza di un “nuovo multilateralismo”, non più concepito sulla polarizzazione di un gruppo di paesi, in specie occidentali, intorno alla leadership degli Stati Uniti, ma più inclusivo, per evitare le “logiche dei blocchi” che hanno portato a insanabili contrapposizioni e alla crisi della governance globale. In questa prospettiva sono plausibili gli scenari per una rafforzata rappresentatività internazionale dell’Unione Europea ed anche dell’Italia.

Il programma d’azione del G20

La Presidenza italiana del G20 sta proseguendo il percorso dei Global Summit delineando gli interventi che le 20 più grandi economie del mondo dovranno attuare per contrastare le criticità globali di questo inizio di millennio, peraltro strettamente connesse e interdipendenti: salute mondiale, cambiamenti climatici e diseguaglianze globali.

Al Global Health Summit svoltosi a Roma il 21 e 22 maggio u.s. sul tema della salute globale e della lotta alla pandemia, la Presidenza italiana del G20 ha presentato la Dichiarazione di Roma in cui si è affermato il principio della “vaccinazione globale, equa, sostenibile ed efficace”. È stato quindi assunto l’impegno a pervenire alla “sospensione dei brevetti” sui vaccini Covid-19, in un quadro di ampio sostegno finanziario e di trasferimenti di tecnologie e know out in favore dei PVS (Vaccini ''beni comuni''? Verso la sospensione dei brevetti al WTO).

Il 27 e il 28 maggio si è invece svolto a Berlino ilGlobal Solutions Summit, il forum che vede l’incontro tra le rappresentanze istituzionali del G20 e il Think20 (T20), Think20 Engagement Group. Il T20 è la rete di ricerca e consulenza politica delle 20 più grandi economie del mondo, indipendente dai governi nazionali, che comprende prestigiosi think tank e accademie della comunità internazionale. Anche stavolta si è parlato di pandemia e salute globale, riprendendo nella sostanza la linea del Global Health, ma la novità del Summit sta nelle linee d’azione individuate sulle sfide del cambiamento climatico e delle diseguaglianze globali.

Gli appuntamenti per la COP26

Sulle scelte per il cambiamento climatico il 2021 rappresenterà un momento cruciale: dall’1 al 12 novembre a Glasgow si svolgerà la 26^ Conferenza delle Parti (COP26) della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico (UNFCCC), dove si ritornerà a parlare degli obiettivi dell’Accordo di Parigi.

L’Italia con il Regno Unito avrà la Co-Presidenza della COP26 e sta già organizzando l’evento preparatorio “Pre-COP26”, che si terrà a Milano dal 30 settembre al 2 ottobre 2021. In tale contesto è previsto un evento dedicato alle giovani generazioni, lo Youth4Climate: Driving Ambition, che si svolgerà dal 28 al 30 settembre e potrebbe portare a una Dichiarazione finale che sarà presentata alla Pre-COP26. Ma un altro appuntamento importante si svolgerà sempre a Milano il 7-8 ottobre 2021, più specificamente dedicato ai temi ambientali e climatici per il continente africano, Incontri con l’Africa. La scelta di incentrare due appuntamenti che precedono la COP26 sui Giovani e sull’Africa è una rappresentazione efficace di come l’Italia possa muoversi con lungimirante sensibilità di fronte alla comunità internazionale, esprimendo dunque una visione capace di attrarre il consenso di altri protagonisti.

Quella dello Youth4Climate: Driving Ambition appare poi una scelta quanto mai opportuna se si considera che recentemente la Corte di Karlshure, la Corte Federale Costituzionale tedesca, proprio in nome del “diritto delle giovani generazioni” ha dichiarato incostituzionale il “Klimatacket” ritenendolo non adeguato rispetto agli obiettivi di riduzione delle emissioni posti dall’Accordo di Parigi (Leggi sul clima: il diritto delle future generazioni).

Le linee d’azione sui cambiamenti climatici

L’Accordo di Parigi – collegato alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Convenzione sul clima, UNFCCC, nota come Accordi di Rio) – è il trattato internazionale vincolante sul cambiamento climatico adottato da 196 parti, tra cui l’UE e gli Stati membri, alla Conferenza di Parigi il 12 dicembre 2015 ed entrato in vigore il 4 novembre 2016 (l’Italia ha ratificato l’accordo con L. 4 novembre 2016, n. 204, e le principali misure di attuazione trovano riscontro nel PNIEC Piano Nazionale Integrato per l’Energia ed il Clima https://www.mise.gov.it). Il trattato ha come obiettivo quello di limitare l’aumento del riscaldamento medio globale ben al di sotto dei 2° Celsius e preferibilmente a 1,5 ° C al di sopra dei livelli preindustriali, ponendo in pratica l’obiettivo di “emissioni zero” entro il 2050.

Al Global Solutions Summit di Berlino, il Presidente Draghi ha espresso una linea ben definita per le intese che dovranno essere perseguite alla COP26: “Abbiamo due obiettivi. Il primo è impegnarsi a raggiungere obiettivi di riduzione delle emissioni sufficientemente ambiziosi, limitare il surriscaldamento globale non oltre 1,5 gradi e raggiungere le emissioni nette pari a zero entro il 2050. Il secondo è mitigare i potenziali danni. Dobbiamo rafforzare le misure di contenimento, accelerando l’eliminazione graduale del carbone. E garantire un maggiore afflusso di capitali pubblici e privati verso iniziative legate al clima”.

Il Presidente Draghi era stato altrettanto chiaro al Leaders Summit on Climate organizzato dalla Presidenza Biden il 23 aprile, ove aveva indicato che rispetto agli obiettivi dell’Accordo di Parigi le azioni intraprese si sono rivelate insufficienti e che si è sul punto di raggiungere i 3 gradi di riscaldamento globale. E aveva aggiunto a proposito degli impegni nel G20: “I paesi del G20 generano il 75% delle emissioni globali. Abbiamo dunque una responsabilità particolare nel garantire il conseguimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi”. In quella circostanza aveva quindi evidenziato la rilevanza del Next Generation EU, il piano comune europeo di 750 miliardi di euro, di cui uno degli obiettivi è sostenere la transizione ecologica in Europa e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. E l’Italia ha dato l’esempio – aveva sostanzialmente indicato Draghi – prevedendo per circa il 10% delle risorse previste dal piano, cioè per quasi 70 miliardi di euro, la destinazione in investimenti per le infrastrutture verdi, l’economia circolare e la mobilità sostenibile.

image

Su Shop.Wki.it è disponibile il volume:

AmbienteAA.VV., a cura di Blasizza Erica, Wolters Kluwer Italia

Gli interventi per le diseguaglianze globali

Sul tema delle diseguaglianze globali il Premier Draghi ha sottolineato che le crisi sanitarie e climatiche rischiano di aggravare le disparità già esistenti. Ha quindi evidenziato che la pandemia ha già contribuito a portare almeno 88 milioni di persone in condizioni di povertà estrema nel 2020, ma sulla base di analisi della Banca Mondiale il cambiamento climatico potrebbe spingere ancora alla povertà altri 132 milioni di persone nel prossimo decennio. E ha aggiunto: “Questi effetti sono asimmetrici soprattutto nei confronti dei lavoratori più giovani e delle donne”. Da qui la proposta concreta: il Fondo Monetario Internazionale dovrà emettere nuovi Diritti Speciali di Prelievo (nota: le unità di conto del FMI adoperati per finanziare le operazioni in sostegno di Paesi in crisi) e trasferire quelli esistenti per aiutare i Paesi bisognosi, mentre le Banche multilaterali di sviluppo dovranno potenziare le loro iniziative di “finanziamento netto”.

Il segnale per le grandi economie è stato dunque chiaro. Si legge bene tra le righe il monito del Premier italiano: se non si interviene sui rischi del cambiamento climatico, con una decisa transizione ecologica, e sulla progressione delle diseguaglianze globali, con una altrettanto ferma politica inclusiva per le popolazioni bisognose, sarà inevitabile l’effetto boomerang sulle nostre società (in termini di nuove ondate migratorie, nuovi rischi per la salute e l’ambiente, insicurezza politica ed economica, conflittualità sociale e instabilità generale).

Un “nuovo” multilateralismo

Nei passaggi cruciali dell’intervento della Presidenza Italiana del G20 al Global Solutions Summit 2021 è emerso poi il tema di fondo ben evocato come elemento decisivo per affrontare i problemi globali: il ritorno al multilateralismo. Il Presidente Draghi ha dichiarato: «Il multilateralismo sta ritornando. La crisi sanitaria ci ha insegnato che è impossibile affrontare i problemi globali con soluzioni interne. Lo stesso vale per le altre sfide determinanti dei nostri tempi: il cambiamento climatico e le disuguaglianze globali. Come quest’anno alla Presidenza del G20, l’Italia è determinata a guidare il cambiamento di paradigma. Il mondo ha bisogno del mondo intero, non di un insieme di singoli stati».

Da queste espressioni, e da quanto è emerso nel dibattito degli analisti - che hanno interpretato gli interventi fatti anche in altre occasioni - dovrà trattarsi comunque di un “nuovo multilateralismo”, non più incentrato sulla polarizzazione di un gruppo di paesi, in specie occidentali, intorno alla leadership degli Stati Uniti. Beninteso, l’Italia conferma la sua politica estera basata sulla affermazione dei diritti umani, sulla “fedeltà atlantica” e sulla vicinanza delle democrazie occidentali, ma considera che non è realistico pensare di costruire un “blocco delle democrazie” che porterebbe a inevitabili contrapposizioni e quindi all’esasperazione della crisi della governance globale.

Di questa crisi gli effetti più deleteri si sono visti non solo nella mancanza di una adeguata gestione della recente pandemia, ma anche nell’incapacità di affermare la deterrenza del diritto internazionale. Ne sono stati ultimi esempi l’escalation della crisi israelo-palestinese e l’emblematico dirottamento di un volo internazionale per l’arresto di un dissidente ad opera di uno Stato come la Bielorussia, che si vuole aderente al sistema delle Nazioni Unite e dell’OSCE.

Piuttosto che posizionarsi su “blocchi” d’influenza, occorrerà perciò una visione multilaterale più inclusiva possibile per affrontare emergenze impellenti come salute globale, cambiamenti climatici e diseguaglianze globali. E in questa prospettiva il Presidente Draghi ha fatto un chiaro riferimento alla Cina: “Le molte sfide richiedono tutte terreno comune e impegno. La Cina conta per il 17% del Pil globale ma anche il 30% delle emissioni di gas. Serve preservare uno spazio di dialogo e cooperazione basato sulla condivisione di regole globali comuni, senza fare passi indietro sui nostri valori democratici”. Sul punto va detto che secondo diversi analisti la Cina sembra aver dato segnali di cambiamento avendo annunciato il proposito di raggiungere la carbon-neutrality entro il 2060. Quanto agli Stati Uniti è noto che il Presidente Biden ha voluto la revoca del ritiro americano all’Accordo di Parigi, presentandola come primo atto di definitiva rinuncia al sovranismo trumpiano.

Conclusioni: nuove prospettive per il ruolo dell’Italia e dell’UE

L’idea del “nuovo multilateralismo” presentato al G20 apre dunque gli scenari per una Unione Europea rafforzata e con maggiore rappresentatività nel proporsi protagonista nella riapertura del dialogo internazionale, ove potranno avere peso le grandi e medie potenze, ma anche attori più modesti e i PVS (sull’idea di un “microlateralismo” v. notiziegeopolitiche.net dell’8 maggio 2021).

In questa Unione Europea l’Italia potrebbe svolgere un ruolo di equilibrata ricomposizione delle polarizzazioni, divenendo anch’essa partecipe di un asse franco-tedesco, ma senza logiche escludenti. E una prima conferma della riconoscibilità di questo ruolo ci viene proprio da Berlino, dove le parole della Premier Merkel sono state eloquenti: “l’Italia ha mostrato che il G20 è pronto a lavorare insieme sui temi globali. Voglio dare tutto il mio sostegno all’Italia per un vertice di successo e per la sua leadership”.

Vanno colti dunque con grande attenzione gli ultimi segnali che vedono l’Italia protagonista negli incontri internazionali, in cui i temi appaiono affrontati con equilibrio e nel rispetto delle posizioni altrui, ma anche andando al nodo dei problemi, con capacità di visioni strategiche e concretezza d’intenti.

image

Pluris, CEDAM, UTET Giuridica, Leggi d'Italia, IPSOA  ti presentano One LEGALE: la nuova soluzione digitale per i professionisti del diritto con un motore di ricerca semplice ed intelligente, la giurisprudenza commentata con gli orientamenti (giurisprudenziali), la dottrina delle riviste ed i codici commentati costantemente aggiornati.

Fonte (click per aprire)

Aggiungi commento

I commenti sono soggetti a moderazione prima di essere pubblicati; è altrimenti possibile avere la pubblicazione immediata dei propri commenti registrandosi ed effettuando il login.


Codice di sicurezza
Aggiorna