Imprenditrice e paladina dei diritti delle donne - Cronaca
NUORO. Quarant’anni, il sorriso sempre sulla labbra, una figlia di sei anni di nome Francesca, imprenditrice, titolare di un panificio e figlia d’arte, visto che il babbo si chiama Giampietro Secchi e rappresenta un pezzo di storia e di battaglie nel mondo dei panifici sardi: Antonella Secchi è fresca di nomina come vicepresidente – su indicazione della consigliera regionale Daniela Forma – e unica nuorese e rappresentante della provincia, nella commissione regionale Pari opportunità, e da donna energica qual è ha già le idee piuttosto chiare sul senso da assegnare al suo mandato. «Vorrei – spiega – che questo mio nuovo incarico avesse come obiettivo principale la tutela delle donne, delle madri che lavorano, delle imprenditrici, di chi attraversa momenti di difficoltà e delle associazioni che le rappresentano. Punterò in modo deciso sul dialogo perché da sempre sono convinta che l’unione faccia davvero la forza. Ed è ora di finirla, in questo territorio, di dividerci: noi donne dobbiamo stare unite e sostenerci, e darci una mano, e volerci bene, e sostenere anche un nostro impegno sempre più deciso in politica, dove siamo ancora poche».Sarà per questo che sin dai primi istanti del suo mandato, l’imprenditrice nuorese ha preso il telefono e ha cominciato a contattare le varie realtà associative di Nuoro e provincia che da tempo aiutano le donne in vari settori: sanità, lavoro, difficoltà in famiglia. «Sono tante associazioni – ribadisce Antonella Secchi – e ci tengo a conoscerle tutte, a capire i loro bisogni, e come posso cercare di dar loro una mano. Le invito a contattarmi. Il mio sforzo sarà anche quello di farle dialogare e collaborare tra loro perché troppo spesso qui da noi ci sono divisioni e ognuno segue la sua strada. Dovremmo imparare, invece, a unire gli sforzi. Proprio per questo l’anno prossimo, l’8 marzo, mi piacerebbe che ci fosse una manifestazione che accomuni tutti e non escluda nessuno. Perché vorrei, e lo dico dal cuore, lo dico sulla base di esperienze personali che mi hanno provato ma anche insegnato tanto, ecco, nonostante le difficoltà che spesso noi donne incontriamo nel relazionarci con l’altro sesso, vorrei che i nostri uomini restino i nostri compagni di viaggio. E per uomini intendo i nostri mariti, compagni, padri, amici, non importa. Ma viaggiamo insieme a loro, lo dobbiamo fare anche per i nostri figli». «Per me – aggiunge – aiutare la donne in difficoltà, vuol dire soprattutto aiutarle a parlare, e a farlo con le persone giuste, ma aiutarle anche ad avere una indipendentenza economica. Perché è il lavoro la vera chiave che permette di fare scelte coraggiose. Se si ha quello, e il sostegno della famiglia e delle associazioni, allora siamo tutte più forti».