L'Inghilterra alza l'età minima per il matrimonio a 18 anni
Inghilterra e Galles alzeranno l'età minima per il matrimonio a 18 anni. È merito della campagna portata avanti dalla sezione britannica di "Girls Not Brides" ("Ragazze, non spose"), associazione presente in 100 Paesi che si batte contro i matrimoni precoci, se dopo mesi il ministro della Giustizia inglese ha deciso di fare propria questa battaglia di civiltà e combattere il fenomeno delle spose bambine nel Regno Unito dove attualmente la legge consente ai ragazzi sopra ai 16 anni di contrarre matrimonio "previo consenso dei genitori". Una formula legale che non tiene assolutamente conto del fatto che nella maggior parte dei casi sono proprio i genitori a obbligare i figli, soprattutto le femmine, a sposarsi in giovane età per rispetto di tradizioni culturali che contrastano duramente con i principi espressi dalla Carta dei diritti dei bambini, in base alla quale i minori godono del "diritto alla tutela da ogni forma di violenza, attacco, vessazione, maltrattamento o sfruttamento fisico o mentale, sotto la potestà di genitori, tutori o altri".
"Il governo sostiene l'innalzamento dell'età legale per il matrimonio in Inghilterra e Galles per proteggere i bambini vulnerabili che vivono qui — ha scritto Lord Wolfson in una lettera aperta pubblicata dal Guardian e rivolta all'associazione di beneficenza iraniana e curda per i diritti delle donne IKWRO, all'organizzazione Karma Nirvana, a Forward, un'associazione africana impegnata nella lotta contro la violenza di genere, e al Gruppo Indipendente yemenita —. "[Il governo si impegna] a garantire che i bambini e i giovani siano protetti e sostenuti mano a mano che crescono e si sviluppano al fine di massimizzare le loro potenziali possibilità di vita. Ciò include avere la possibilità di rimanere nell'istruzione o nella formazione fino al raggiungimento dei 18 anni. Il matrimonio infantile e una precoce genitorialità può privarli di queste importanti possibilità di vita".
Dopo una serrata campagna di sensibilizzazione, la notizia della riforma, che il governo approverà in Inghilterra e Galles "non appena si presenterà l'opportunità legislativa", è stata accolta con grande sollievo dagli attivisti che da anni si battono per la libertà e la tutela delle cosiddette spose bambine, anche se più voci nel mondo chiedono non solo di modificare l'attuale legislazione, ma anche di introdurre il crimine penale per chiunque incoraggi, incentivi o faciliti i matrimoni precoci. Natasha Rattu, direttrice di Karma Nirvana, che da anni si batte per proteggere le ragazze di appena 11 anni dal matrimonio infantile, ha dichiarato: "Siamo lieti che dopo un'incessante campagna elettorale il governo abbia ascoltato le nostre chiamate congiunte per porre fine al matrimonio infantile impegnandosi ad innalzare l'età legale a 18 anni. Ma mentre questo è un enorme passo nella giusta direzione, rimane imperativo che il governo renda anche il matrimonio infantile un crimine. Ciò garantirebbe le massime garanzie contro tutte le forme di matrimonio infantile e invierebbe il messaggio più forte possibile che il matrimonio infantile non è accettato o tollerato dal nostro governo".
Diana Nammi, fondatrice di IKWRO, che da oltre un decennio si batte per vietare il matrimonio infantile, ha affermato che la scappatoia che consente ai bambini di sposarsi con il consenso dei genitori – introdotta prima della seconda guerra mondiale per proteggere la reputazione e la terra delle famiglie – ha lasciato i giovani vulnerabili alla coercizione dei genitori. "Quello che dobbiamo vedere ora è la conferma da parte del governo di quando e come verrà attuato il cambiamento della legge. Non c'è tempo per il ritardo mentre i bambini nel Regno Unito continuano a essere costretti al matrimonio infantile, una pratica dannosa e nascosta che è stata esacerbata dalla pandemia" — spiega dalle colonne del Guardian.
Secondo un nuovo studio dell’Unicef pubblicato quest'anno, entro il 2030 potrebbero verificarsi 10 milioni di matrimoni precoci in più, che potrebbero minacciare anni di progressi nella riduzione della pratica. Se negli ultimi 10 anni infatti la percentuale di giovani donne a livello globale che sono state date in sposa da bambine èdiminuita del 15%, da circa 1 su 4 a 1 su 5, l’equivalente di circa 25 milioni di matrimoni evitati, la chiusura delle scuole, lo stress economico, l’interruzione dei servizi, ma anche la morte dei genitori a causa della pandemia hanno rappresentato concreti fattori di rischio per le ragazze più vulnerabili, per le quali, paradossalmente, un matrimonio precoce resta ancora oggi in molti Paesi l'unica tutela sociale. Succede in Rajasthan, India, dove sopravvive ancora l’usanza di far sposare bambini molto piccoli nel giorno di Akha Teej, una festa primaverile considerata di buon auspicio, durante la quale si celebrano nozze di massa tra ragazzi e ragazze molto giovani. Tra loro una percentuale ridotta, ma significativa, dei bambini ha meno di dieci anni, mentre alcuni hanno appena due o tre anni di età. Accade anche in Niger, dove agli inizi degli anni 2000 l'Unicef ha rilevato che il 44% delle donne tra i 20 ed i 24 anni si è sposata prima dei 15 anni di età. E ancora in Bangladesh, dove molte ragazze vengono fatte sposare subito dopo la pubertà, in parte al fine di liberare i genitori da un onere economico ed in parte per proteggere la purezza sessuale della ragazza.
“Il Covid-19 per milioni di ragazze ha peggiorato una situazione già difficile. Scuole chiuse, isolamento da amici e reti di supporto e crescente povertà hanno aggiunto benzina su un fuoco che il mondo stava cercando di spegnere. Ma noi possiamo e dobbiamo estinguere i matrimoni precoci” ha dichiarato Henrietta Fore, direttore generale dell’Unicef, che nel 2016 ha lanciato il Global Programme to End Child Marriage. Promosso da Unicef-Unfpa,il programma punta a raggiungere entro il 2023 oltre 14 milioni di ragazze adolescenti in 12 paesi inAfrica, Medio Oriente e Sud Asia con servizi diretti, coinvolgendo famiglie, formatori, assistenti sanitari, governi e leader religiosi e tradizionali come parte dell’impegno globale per porre fine ai matrimoni precoci entro il 2030 e ridare istruzione, salute e futuro a migliaia di ragazze nel mondo.
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