il no al referendum è stata un'occasione persa per i diritti delle donne
"Tra le tante ragioni per cui mi dispiace che la riforma costituzionale non si sia concretizzata, c'è quella che conteneva l'introduzione della parità di genere nella rappresentanza parlamentare. Penso che anche quello fosse un buon motivo perso-stenerla". Lo ha detto la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi, intervistata dal quotidiano La Stampa, in occasione della sua visita all'Onu per guidare la delegazione italiana alla Commission on the Status of Women.
Il rimpianto per la riforma costituzionale
Ripensa con rammarico alla riforma costituzionale Maria Elena Boschi: "Ci credevo molto, ma non era solo la mia riforma. Era il risultato del lavoro di tante donne e tanti uomini che l'avevano condivisa in Parlamento, e sostenuta nella battaglia referendaria. Mi dispiace però anche perché conteneva l'introduzione della parità nella rappresentanza parlamentare. Penso che anche questo fosse un buon motivo per sostenerla". A pesare sulla bocciatura, secondo la sottosegretaria sarebbero state ragioni "più legate allo scenario politico e partitico, che non al contenuto della riforma, Ma tra gli elementi che hanno inciso non credo abbia pesato il nome di chi la firmava".
La parità di genere nella rappresentanza parlamentare si allontana
Con la bocciatura della riforma costituzionale, la parità di genere nella rappresentanza parlamentare sembra più lontana da raggiungere: "Non penso - ha spiegato Boschi - che nei prossimi mesi ci saranno le condizioni per altre riforme di carattere costituzionale, prendiamo atto della scelta fatta dagli elettori. È la democrazia. Abbiamo leggi elettorali che garantiscono le norme anti-discriminatorie. Ovviamente sancirle con un principio costituzionale avrebbe avuto più forza, e un valore programmatico per definire l'identità del paese. Vedremo se in futuro altri vorranno cimentarsi su questi temi".
Il Pd rimetta le donne al centro del partito
Per Maria Elena Boschi, il tema dei diritti delle donne - affrontato anche al Lingotto - è centrale e per questo "le donne devono essere al centro, sono l'asse portante del Pd. Lo abbiamo dimostrato valorizzando in Parlamento la componente femminile. Abbiamo lavorato molto su tematiche come il congedo retribuito per le donne vittime di violenza, il giro di vite contro le dimissioni in bianco, gli oltre 31 milioni di euro messi a disposizione dei centri anti violenza e gli oltre 18 milioni per i centri anti tratta, i 60 milioni di euro in più per le pari opportunità contenuti nella legge di bilancio 2017". Ora le priorità sulle quali deve concentrarsi il partito democratico sono l'occupazione femminile e la differenza salariale. "Se non lo farà il Pd difficilmente ci penseranno gli altri".
Leggi anche: La lunga marcia delle donne verso l'uguaglianza in 11 tappe