Women 20: "Chiediamo al G20 un piano contro gli stereotipi di genere"
ROMA - Hanno pagato il costo della crisi più degli uomini, e hanno maggiori difficoltà a reinserirsi nel mondo del lavoro: eppure tenere le donne ai margini non è solo iniquo, frena anche la crescita e lo sviluppo. 'Women's Empowerment in the World of Business' è il titolo dell'incontro online che si è svolto oggi in diretta dal Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa Italiana, a Milano. Il tema affrontato è quello del ruolo che le imprese private possono giocare nell'abbattimento del gap di genere e nella promozione di un ruolo più completo della donna nell'economia contemporanea.
"La relazione fra donne e business non è solo una questione di diritti delle donne, ma una questione anche di produttività - afferma la presidente di Women 20, Linda Laura Sabbadini - lo ha detto il Fondo Monetario Internazionale. E la ragione è semplice: se cresce l'occupazione femminile cresce la produttività delle imprese". Anche nel nostro Paese si vedono spesso situazioni in cui "le donne sono pagate meno degli uomini a parità di posizione - sottolinea - hanno meno opportunità lavorative e meno per fare carriera. Per le donne la situazione è molto difficile, specialmente, quando hanno dei bambini. Fin dalla più tenera età bambini e bambine vengono trattate, forse anche in maniera inconscia, in modo diverso e questo causa stereotipi". Infatti, nonostante "le bambine hanno migliori performance a scuola", nella loro vita lavorativa" sarà molto probabile "che si troveranno a guadagnare meno e occuperanno con meno probabilità posizioni di leadership rispetto agli uomini".
Per questo motivo "Women 20 ha chiesto al G20 un piano d'azione contro gli stereotipi di genere - annuncia Sabbadini - Molti studi confermano che le aziende che lavorano per diminuire questo gap trovano dei vantaggi. Riescono a incrementare le performance finanziarie, riducono i rischi, hanno più competizione al loro interno e attraggono molti più talenti. Altre ricerche mostrano che un ambiente lavorativo che tiene conto della parità di genere può aumentare l'ambizione e la produttività".
In Italia la percentuale delle donne che ha perso il posto di lavoro a causa della crisi innescata dalla pandemia è stata doppia rispetto a quella degli uomini. Le donne hanno inoltre registrato minori tassi di reinserimento occupazionale, subito un calo maggiore nelle nuove assunzioni e pagato il costo maggiore della crisi, pur essendo spesso in prima linea nella lotta al Covid e alle sue conseguenze. Questo in un contesto in cui, ricorda Women 20, a livello globale persiste un gap che rallenta le maggiori economie: in 18 dei Paesi del G20 infatti le donne guadagnano il 15% meno degli uomini e la percentuale di quante lavorano è del 55% contro il 78% degli uomini.