Difficile privarsi di antichi privilegi- Corriere.it
La cronaca ci rammenta tutti i giorni che le donne sono prese di mira. Ieri due ragazze straniere sono state uccise da una mietitrebbiatrice, l’altro ieri una ragazza è stata strangolata dal fidanzato, qualche giorno fa una donna è stata ammazzata a colpi di accetta dal convivente, un mese fa una bambina è stata uccisa a pugni dal patrigno, e così via.
Possiamo parlare di un clima di intimidazione contro le donne? Un clima che nasce da un sentimento condiviso di insofferenza e rivalsa contro un mondo femminile in crescita sul piano dei diritti e dei poteri? Vorrei ricordare che ogni nuova conquista significa un attentato ad antichi privilegi. A voce sono tutti pronti a esaltare i diritti delle donne, ma quando si tratta in pratica e sul serio di rinunciare ad alcuni privilegi millenari, pochi sono pronti ad accettare le restrizioni. Per quanto inventori di una bellissima invenzione umana che è la democrazia e il consenso sui diritti umani, nessuno rinuncia facilmente a un privilegio che poi è un potere. Il potere per esempio di attingere a una tradizione di predominio; il potere di dare lavoro e stabilire stipendi; il potere di considerarsi più prestigiosi ed esperti in qualsiasi professione; il potere di disporre di una persona dedita gratuitamente ai lavori casalinghi e alla cura degli anziani e dei bambini; il potere di essere brutti e vecchi senza perdere in prestigio e credibilità; il potere di trovare sempre una donna più giovane da amare e possedere; il potere di parlare un linguaggio che dà il maschile come universale e il femminile come particolare .
La perdita di privilegi non è soltanto un fatto che colpisce l’egoismo maschile, ma una umiliazione che provoca dubbi sulla propria identità virile. E questo per certi uomini, i più incerti e spaventati, è inaccettabile. Da qui la crescita di una cultura dell’insofferenza, che lì per lì sembra solo un fatto personale, ma piano piano si insinua nel comune sentire e provoca uno stato generale di avversione, rabbia e aggressività verso il mondo femminile. Basti pensare che la maggioranza degli insulti sui social sono diretti contro le donne. E i social esprimono gli impulsi più profondi, più cupi e nascosti dell’essere umano rispetto agli altri esseri umani.
5 luglio 2021, 22:46 - modifica il 5 luglio 2021 | 22:47
© RIPRODUZIONE RISERVATA