Amy Chua, la «mamma tigre» travolta dallo scandalo delle cene private con gli studenti a Yale- Corriere.it
Amy Chua, scrittrice e docente alla Law School di Yale, nel giro di dieci anni è passata dall’essere un esempio di donna e madre molto severa, ma di successo — è stata inserita nel 2011 nell’elenco delle 100 persone più influenti al mondo secondo Time — alla polvere sollevata sulla sua carriera accademica da un Dinner Party-gate, uno scandalo legato a cene e feste informali cui avrebbero partecipato alcuni suoi studenti.
Figlia americana di genitori di origini cinesi, immigrati negli Stati Uniti, era diventata famosa dieci anni fa, quando il suo libro Battle Hymn of the Tiger Mother (e il suo modello rigidissimo di educazione cinese) divenne un caso editoriale. Il saggio diventò un bestseller negli Stati Uniti, in Cina, in Corea del Sud, Polonia, Israele, Germania, Regno Unito e venne tradotto in 30 lingue.
Nel suo libro, Chua spiegava al mondo perché le madri cinesi fossero le migliori al mondo e perché l’educazione severa impartita alle due figlie fosse la strada ottimale per il successo (cosa che poi è avvenuta: Sophia e Louisa sono entrambe laureate e hanno un’eccellente carriera. Sophia inoltre ha ottenuto un tirocinio con il giudice Brett Kavanaugh).
Niente televisione, giochi per il computer, pigiama party con le amiche di scuola o pomeriggi di gioco. Le figlie venivano chiamate con soprannomi tutt’altro che affettuosi (fino a «spazzatura») e Chua ha più volte raccontato di aver minacciato le bambine di dare i loro giochi in beneficenza se non fossero riuscite a eseguire alla perfezione un compito, come suonare una melodia particolarmente complessa con il violino.
Un modello molto lontano dall’immaginario di una mamma americana sullo stile di Lorelai Gilmore in Una mamma per amica: ma fin qui, nulla di male. Il punto è che quel modello sarebbe molto lontano anche da come la scrittrice si sarebbe comportata con i suoi studenti del corso di Legge.
Secondo le accuse rivolte a Chua dalla comunità studentesca di Yale, la professoressa e il marito Jed Rubenfeld — anche lui docente alla Law School dell’università dell’Ivy League — non avrebbero perso occasione per organizzare feste e cene private invitando i giovani aspiranti avvocati e alcuni membri influenti del panorama legale statunitense.
E durante queste feste — che già violavano un accordo che Chua aveva sottoscritto con i vertici di Yale, impegnandosi a non familiarizzare con gli studenti al di fuori dell’orario di lavoro — marito e moglie, insieme agli aspiranti avvocati e ai migliori nomi sulla piazza (come stimati giudici federali) bevevano in modo eccessivo, discutevano e commentavano altri praticanti e docenti.
Tutto è iniziato tra marzo e aprile, quando lo Yale Daily News ha riportato la notizia che la professoressa avrebbe rotto l’accordo firmato nel 2019 con cui si impegnava a evitare incontri informali e amichevoli con gli studenti al di fuori dell’orario di lezione. Chua aveva infatti accettato di smettere di bere e socializzare con i ragazzi al di fuori delle ore di lezione e di ricevimento come risposta alle accuse di cattiva condotta che le erano state rivolte.
Eppure non avrebbe rispettato quanto promesso: alcuni giovani del corso di giurisprudenza, venuti a conoscenza delle abitudini mai cambiate di Chua, hanno portato agli amministratori della Law School prove a supporto delle loro accuse, che dimostravano le cene a casa della scrittrice con i suoi studenti e alcuni membri importanti della comunità legale. Era il 26 marzo 2021. Tre giorni dopo Chua veniva rimossa dall’elenco dei docenti che guidano piccoli gruppi di giovani praticanti al primo anno della Law School di Yale: «Non c’è spazio per una condotta riprovevole, qui».
Dal canto suo, Chua si dice innocente e ha scritto una lettera aperta allo Yale Daily News, in cui spiega di essere stata trattata «come una criminale» dalla preside della facoltà. Alcuni studenti hanno ammesso di essere stati a casa della scrittrice e del marito, ma non per feste a base di alcol, quanto per sessioni di studio pomeridiane a piccoli gruppi di due o tre persone o per fare due chiacchiere sul loro futuro.
Chua ha tirato in ballo la questione della diversità, sostenendo che quel trattamento veniva riservato proprio a lei, unica docente asiatica di Yale. «È la quarta volta che mi si scatena contro una tempesta» — ha detto la signora Chua — «e voglio solo sopravvivere e scrivere i miei libri». Inoltre ha sostenuto che le accuse che ora le vengono mosse siano spinte da una corrente liberal di studenti di Yale, che già in passato l’aveva criticata per le sue dichiarazioni sul giudice Brett Kavanaugh, nominato alla Corte Suprema dall’ex presidente Donald Trump e accusato di molestie sessuali e di comportamenti inappropriati. Chua aveva suggerito alle sue studentesse di curare il proprio aspetto se avessero voluto ottenere un tirocinio con il giudice, visto che Kavanaugh era famoso per apprezzare stagiste che apparivano come modelle. Dichiarazioni in seguito alle quali la scrittrice e docente era finita nella bufera. A gettare benzina sul fuoco, un suo editoriale dal titolo Kavanaugh Is a Mentor To Women (Kavanaugh è un mentore per le donne, ndr) pubblicato il 12 luglio 2018 sul Wall Street Journal.
Il significato dei Dinner Party-Gate
Ma davvero qualche cena, annaffiata con del vino pregiato e magari dei superalcolici, basta per mettere in crisi la carriera di una docente amata e apprezzata dalla maggior parte degli studenti? Leggendo la vicenda nel contesto della Yale Law School, sì.
Si tratta infatti della più prestigiosa scuola di Legge del Paese, frequentata da presidenti, segretari di Stato, giudici della Corte Suprema. Il numero degli studenti è inferiore a quello che accoglie ogni anno Harvard e per questo molti sembrano essere mossi da una sorta di filosofia della giurisprudenza, in cui tutti vogliono ovviamente fare carriera, ma alcuni legano il successo personale alle battaglie sociali.
«La facoltà di giurisprudenza è piuttosto piccola, ma piuttosto lacerata», ha detto una donna al New Yorker, che ha tratteggiato alla perfezione il contesto della Scuola di Legge di New Haven. «C’è una minoranza molto rumorosa di studenti orientati alla giustizia sociale», che sono lì per perseguire le loro passioni per la riforma della giustizia penale o i diritti delle donne». E per farlo, l’unico modo è riuscire ad accaparrarsi un tirocinio per un giudice di prestigio.
Ora: i migliori tirocini sono solitamente destinati ai migliori praticanti, secondo un principio di meritocrazia. Ma il primo anno, in cui tutti devono ancora ambientarsi e comprendere come muoversi nella scuola, è difficile comprendere davvero chi sia il candidato migliore. Ecco perché sono fondamentali le raccomandazioni di un professore. Come Chua: che, secondo alcuni studenti interpellati dal New Yorker e rimasti anonimi, non avrebbe esitato in passato a fare una telefonata per procurare a uno dei suoi pupilli un ottimo tirocinio.
I precedenti (e le accuse di molestie al marito)
Chua e il marito erano già stati al centro della cronaca nella comunità universitaria nel settembre 2018, quando — sempre stando alle accuse che sono state loro rivolte — avrebbero suggerito ad alcune studentesse un modo di vestire e di comportarsi per poter ottenere un tirocinio presso la Corte Suprema.
Le accuse comprendevano anche incontri privati, feste e cene a base di alcol. Rubenfeld inoltre ha dovuto fronteggiare un’indagine per molestie verbali e fisiche ai danni delle studentesse: avrebbe cercato di toccare e baciare alcune delle universitarie che seguivano i suoi corsi. Al momento è sospeso dall’insegnamento, come era stato chiesto dai giovani universitari.
Nonostante l’allontanamento momentaneo dalla cattedra, la preside dell’Università non ha mai rivelato alcun dettaglio sul caso.
6 luglio 2021 (modifica il 6 luglio 2021 | 13:44)
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