«La parità di genere entro il 2030»
«Parità di genere entro il 2030». É l'obiettivo indicato dalla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che con un videomessaggio è intervenuta al summit del Women20 che si è aperto questa mattina a Roma. Per tre giorni si discuterà di lavoro e imprenditorialità femminile, sviluppo digitale, ma anche di divario salariale e tecnologico, di contrasto agli stereotipi di genere e alla violenza sulle donne.«É triste sapere che al G20 io potrei essere l'unica donna. Abbiamo bisogno delle migliori idee al livello politico per dare le giuste opportunità a tutte le donne» e «per raggiungere la parità entro il 2030, abbiamo bisogno dei pagamenti dei congedi parentali, di consolidare l'assistenza per l'infanzia e per gli anziani. Questi sono gli investimenti che dobbiamo fare per una ripresa solida e sostenibile. Con il contributo del W20 riusciremo a gettare la base per rappresentare gli uomini e le donne in maniera equa sia nel lavoro sia nella famiglia».
APPROFONDIMENTI
«Non è vero - ha proseguito von der Leyen - che dobbiamo scegliere tra la carriera e la famiglia. Conosco gli ostacoli, ma dobbiamo pretendere un accesso equo al mondo del lavoro e poter allo stesso tempo crescere i nostri bambini». Un altro tema su cui porre l'accento, secondo la presidente della Commissione europea, è quello dell'istruzione. «Dobbiamo investire di più nell'istruzione - ha detto - perchè 11 milioni di bambini potrebbero essere costretti all'abbandono scolastico. Al G7 ho annunciato che la Commissione aumenterà di un terzo i fondi stabiliti per l'istruzione, raggiungendo i 100 milioni».
I lavori del summit Women20, engagement group del G20 dedicato alla parità di genere, sono stati aperti dalla presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati. «In un mondo in grande cambiamento, in questa società post pandemica, il tema della parità di genere diventa sempre più fondamentale. Oggi abbiamo l'opportunità di dare slancio alla ripresa economica e sociale del paese, includendo la prospettiva di parità».
«In 18 paesi del G20 - ha continuato - le donne continuano ad essere pagate oltre il 15% in meno degli uomini e solo il 55% delle donne è coinvolto nel mercato del lavoro rispetto al 71% degli uomini, ci sono ancora troppi pregiudizi culturali che impediscono al mondo femminile di esprimere il talento e i meriti. Il lavoro che il vertice porta avanti rappresenta un contributo fondamentale con l'individuazione delle tre priorità strategiche: lavoro, imprenditorialità femminile e digitale. Importanti sono, inoltre, i focus che il W20 ha deciso di dedicare alla violenza sulle donne e bambine, e sulla sostenibilità. Abbiamo bisogno di un'autentica svolta culturale e di politiche attive che cambino radicalmente l'accezione della donna ed il rapporto tra i sessi».
LA VIOLENZA
«Ritengo poi molto importante che la presidenza italiana abbia deciso di concentrare la sua attenzione anche sulla violenza contro donne e ragazze e sulla sostenibilità ambientale. La violenza contro le donne è una piaga globale che colpisce 1 donna su 3 nel mondo e assume forme diverse: può essere fisica, psicologica, sessuale, economica, lavorativa, digitale, e rappresenta una violazione dei diritti umani e uno dei principali ostacoli al raggiungimento dell'eguaglianza di genere. Un fenomeno inaccettabile, che nel periodo della pandemia si è purtroppo aggravato, perché il lockdown ha in molti casi amplificato la tensione domestica e familiare in cui spesso tali eventi accadono», ha aggiunto la presidente del Senato. «Non bastano naturalmente provvedimenti normativi per estirpare la violenza di genere, il sessismo e la discriminazione; c'è bisogno di una autentica svolta culturale e di politiche attive che rovescino gli stereotipi e promuovano un cambiamento profondo della percezione della donna e del rapporto tra i sessi. Anche i Parlamenti possono dare un apporto decisivo a questa battaglia. Per questo in Senato abbiamo istituito la Commissione di inchiesta sul femminicidio e su ogni forma di violenza di genere che ha proprio il compito di monitorare e tenere alta l'attenzione della politica e dell'opinione pubblica sul fenomeno e proporre soluzioni normative per contrastarlo», conclude.
Per il ministro della Salute, Roberto Speranza, «nel Servizio sanitario nazionale del futuro dobbiamo assumere come prioritario e fondamentale un punto di vista di genere: dobbiamo rafforzare la medicina di genere. Non vorrei che questo fosse solo un pezzo della nostra agenda di riforma del Ssn, ma vorrei - ha spiegato Speranza - che un'ottica di genere fosse in qualche modo una lente attraverso cui noi guardiamo tutto il Ssn, ovvero le politiche per la prevenzione, il ruolo dei consultori, gli screening, le battaglia per la lotta contro il cancro e su tutti i terreni che riteniamo prioritari». «Credo che la battaglia di fondo che anima il senso del W20 Women sia una battaglia ancora da vincere in ogni parte del mondo, e anche nel nostro Paese facciamo i conti quotidianamente con residui di una cultura di un tempo che vorremmo metterci alle spalle».
IL PIANO
«L’unione delle donne deve essere ottenuta al di là delle differenze e l'unità deve servire anche per migliorare le condizioni delle donne più vulnerabili, più sfruttate, private di diritti e multidiscriminate», ha detto Linda Laura Sabbadini, Chair del Women20, intervenuta dopo la Head of Delegation del W20 Italy, Elvira Marasco, e la Sherpa del W20, Martina Rogato. «Il G20 può fare la differenza – prosegue Sabbadini – indicando la strada dell’empowerment femminile e dando spinta ai governi verso l’uguaglianza di genere. Il W20 chiede ai governi di varare un piano entro tre anni per il cambiamento culturale contro gli stereotipi di genere, partendo dai bambini e dall’educazione, fino alla formazione».
«La presidenza italiana del G20 sta facendo un lavoro importante. È stata varata la road map per l'uguaglianza di genere. È ormai dimostrato che la crescita dell’occupazione femminile fa aumentare il PIL e anche la produttività. Contribuiamo a ridisegnare una nuova visione del mondo, puntando sulla strategia educativa e sul cambiamento culturale a tutti i livelli, con la valorizzazione delle competenze femminili in tutti i campi. È una vera scommessa – continua la Chair del W20 - ma le donne possono vincerla, se saranno unite e solidali, e se si uniranno agli uomini che hanno compreso il valore delle loro proposte. I governi devono investire di più sulla cura. Le infrastrutture sociali devono avere la stessa importanza di quelle economiche, dai servizi educativi per l’infanzia ai servizi per gli anziani non autosufficienti per i disabili e per tutte le persone che ne hanno bisogno. Il lavoro di cura non retribuito deve essere redistribuito nella coppia, tramite i congedi di paternità e altre facilitazioni, e deve essere redistribuito nella società tramite i servizi. Bisogna una volta per tutte investire nell’economia della cura. Chiediamo che la road map per l'empowerment delle donne sia inserita in allegato alla Declaration dei leader e non solo dei ministri del lavoro e sia allargata ad altre tematiche strategiche come gender procurement, stereotipi di genere, medicina di genere, vaccini termostabili, promozione della salute circolare e dell'approccio one health, digital empowerment femminile, violenza contro le donne e le bambine, forte impulso all'imprenditoria femminile e alla presenza delle donne nei settori a prevalenza maschile».
Per il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, «il tema della parità di genere va affrontato sotto ogni punto di vista. Io ho imparato a organizzare il processo di selezione per evitare discriminazione, nominando 2 donne su 3 posizioni. Questo pregiudizio si riversa nelle parole, ma soprattutto nell’economia. Noi gestiremo 62 mld del Pnrr - dichiara il ministro - e creeremo uno stimolo per il riequilibrio del settore delle costruzioni, a predominanza maschile. Per combattere questa tendenza abbiamo deciso di dare incentivi speciali. Servono poche decisioni che cambino radicalmente il sistema».
LE DISUGUAGLIANZE
«La pandemia, oltre ad amplificare tutte le disuguaglianze già presenti, ha acceso i fari sulle strategie e sulle energie che possiamo mettere in campo per riequilibrare il mondo, dando finalmente vitalità al protagonismo femminile». Così è intervenuta il Ministro per le Pari Opportunità e per la Famiglia, Elena Bonetti, al Summit del Woman20. «Le donne non sono una minoranza da includere, - prosegue Bonetti - ma sono persone capaci di portare un’energia necessaria per riattivare il sistema. Serve una visione strategica e comprensiva. Il potere è la possibilità di agire, ed oggi le donne sono pronte ad avere il potere. Stiamo provando ad attuare un cambio strutturale delle politiche sociali attraverso la riforma del Family Act, volta a promuovere l’empowerment femminile, considerata la leva del futuro sui fronti economici e culturali».
SMART WORKING
Il ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao, ha suggerito «borse di studio, fondi per le università che fanno proselitismo nelle scuole per avvicinare le studentesse alle materie Stem. Smart working ». A differenza dell'Italia, che ha ancora una visione tradizionale, «negli Stati Uniti viene premiato il pensiero innovativo e non convenzionale molto presto». Attenzione allo smart working, avverte il ministro, «che non diventi una zavorra, un ostacolo alla crescita professionale per tutti e le donne in particolare. Non parlerei di quote rosa, ma femmninili, e le estenderei non solo alle aziende quotate ma anche non quotate. Sulle cosiddette aliquote rosa, che preferisco chiamare aliquote di favore femminile, sono del tutto favorevole e con il ministro Orlando stiamo valutando la possibilità di dare ancora più incentivi proprio per il settore tecnologico e digitale per aiutare ad accelerare il processo».».
IL LAVORO E LE STRUTTURE SOCIALI
«Le infrastrutture sociali rischiano di essere meno trainate da soggetti forti, è necessario vigilare. Le donne pagano di più la mancanza di strutture che le sostengono. Il lavoro di cura è diventato fondamentale, usiamo il clima che si è creato con la pandemia», ha detto il ministro del Lavoro Andrea Orlando. «Ci sono i primi segnali di ripresa del lavoro femminile, siamo ancora nel campo del tempo determinato e lavoro precario, ma è un passo avanti».
I VACCINI
«Il mio appello, che lancio qui oggi, è questo: dobbiamo capire che, se vogliamo davvero aiutare le donne, quello che dobbiamo fare è raccogliere dati su come le donne stanno rispondendo e reagendo alla pandemia. Dati non solo sanitari, ma anche relativi ai posti di lavoro, alla situazione economica, alla mobilità. Abbiamo bisogno di vaccini che possano essere disponibili per gli uomini e le donne di tutto il mondo e questi vaccini devono essere termostabili», quindi maneggevoli e facilmente gestibili anche in contesti più poveri. «Dobbiamo aiutare le donne in tutto il mondo ad aiutare loro stesse». È il messaggio lanciato da Ilaria Capua, professoressa e direttrice del One Health Center of Excellence - Università della Florida. L'esperta ha evidenziato l'importanza di avere a disposizione dati divisi in partenza per sesso. «Abbiamo bisogno di analizzare e studiare nel contesto post pandemico dati che siano disaggregati» su questa base. «In tal modo potremo aiutare le donne, gli uomini, la nostra società a essere migliori dopo la pandemia. Cominciamo a raccogliere dati che abbiano informazioni di genere di default. A partire da ora», ha esortato Capua.