La "questione femminile" nell'agenda del G7 di Taormina
Le donne al G7 di Taormina. È la prima volta che i Grandi della Terra si occupano dei diritti di genere, spesso disconosciuti o ignorati. Nella cittadina dello Ionio, dove si incontreranno il 25 e il 26 maggio i Leader dei sette Paesi più industrializzati del mondo, si discuterà della “questione femminile”, del riconoscimento di ruolo, di dignità e della parità di genere. È arrivato il momento di chiedere e pretendere misure concrete per ottenere più donne nel mondo del lavoro e creare una reale uguaglianza, in cui nessuno o nessuna venga lasciato indietro. È giunta l’ora di lanciare una grande sfida per un apporto della donna emancipata, così da ridurre le discriminazioni ai danni delle donne, accrescere le loro opportunità di lavoro, di carriera, colmare il divario economico ,pay gap, e promuoverle in posizione di leadership.
Il mondo femminile è tuttora circondato da barriere che ostacolano il pieno sviluppo delle potenzialità delle donne e delle adolescenti, come la lotta agli stereotipi di genere, alle discriminazioni sul lavoro, al peso del lavoro domestico e di cura non pagato, alla tutela della loro salute, alla protezione delle donne migranti e alla loro integrazione dei Paesi diversi da quelli di origine.
È ancora necessario intraprendere una dura battaglia per potenziare i diritti e le capacità delle giovani donne verso un futuro economicamente e socialmente sostenibile per il nostro e per gli altri Paesi, specialmente per quelli dove i diritti delle donne non sono ancora acquisiti. In alcuni Paesi del mondo, infatti, le donne ancora richiedono il consenso del marito per lavorare.
In tanti altri, invece, alle donne è vietato aprire i propri conti bancari, ereditare proprietà di famiglia o svolgere gli stessi lavori degli uomini. Ancora in molti Paesi occidentali le condizioni di vita e di lavoro delle donne rasentano l’assurdo. Anche in Italia la situazione non è favorevole. C’è ancora un numero troppo ridotto di donne che occupa posti professionali di rilievo e prende decisioni, rispetto a quello degli uomini. Per eliminare questi vincoli, culturali, sociali e normativi, che rendono così lenta la marcia verso una reale parità, occorre partire dalle ragazze, dalle adolescenti. Puntare sulle ragazze è la leva da cui iniziare, così da metterle in condizioni, con l’educazione digitale, finanziaria e scientifica, di diventare protagoniste del proprio futuro. E a quel punto saranno loro, non altri al posto loro, ad assumere decisioni impegnative su una alta scala sociale, sull’equilibrio fra vita e lavoro.
È la prima volta che un Vertice mondiale include un confronto di questo tipo sul ruolo paritario della donna del terzo millennio, attraverso un progetto, “una road map”, facendo emergere una tematica di grande attualità ma finora oscurata. Un contributo che rappresenta uno stimolo per avviare una sana politica, di protezione delle donne, le più esposte nei conflitti e le più fragili nella globalizzazione.