«Molestie alla donne. Uomini, lottate per noi e con noi»- Corriere.it
L’attrice premio Oscar: «Sono cresciuta aspettandomi di essere molestata se indossavo una gonna corta. Per la mia generazione era ‘normale’ vedere gli uomini esercitare il loro potere sulle donne in metrò o sul bus. Ma le cose sono cambiate»
«Sono cresciuta aspettando di beccare qualche fischio, o peggio di essere molestata se indossavo una gonna corta, o mi facevo vedere con un rossetto. Per la mia generazione — sono nata nel 1975 — era un fatto normale quello di vedere gli uomini esercitare il loro potere — un potere fisico — sulle donne in spazi ristretti come la metropolitana o su un autobus affollato. La mia generazione è cresciuta senza fare nulla, ma semplicemente accettando che questa fosse una scomoda realtà della vita, che ti accadeva solo se eri una donna perché gli uomini avevano più potere. Adesso non è più così: le cose cambiano».
Scelte diverse
Tra i numerosissimi doni di Kate Winslet c’è anche quello della sintesi: d’altronde, l’unico elemento costante di una carriera di attrice che una volta si sarebbe definita “poliedrica” - i kolossal hollywoodiani e il teatro indipendente, la biografia di una delle più grandi scrittrici britanniche, Iris Murdoch, e quella di Steve Jobs, l’ Amleto di Kenneth Branagh e la tv intelligente come quella del serial attualmente su Sky Atlantic, Omicidio a Easttown - è l’impegno sociale: arrivata alla fama globale giovanissima, si è subito impegnata a fondo, con generosità e autentico sacrificio di tempo e fatica in cause benefiche, dalla ricerca sull’autismo ai diritti degli animali, la lotta all’analfabetismo, il supporto alla popolazione civile dell’Afghanistan. É noto, nell’industria del lusso, che Winslet accetta collaborazioni con marchi famosi a patto che ci sia, nella campagna, un aspetto legato alla solidarietà. Come dice per l’appunto il suo pragmaticissimo mantra: «Impegno o merda».
KATE SOSTIENE «STAND UP», PROGRAMMA CHE INSEGNA A UOMINI E DONNE A PRENDERE POSIZIONE QUANDO SONO NON SOLTANTO VITTIME MA ANCHE TESTIMONI DI UN ATTO DI MOLESTIA IN LUOGHI PUBBLICI. UN PROGETTO CUI PARTECIPA ‘LA 27 0RA’ DEL CORRIERE IN COLLABORAZIONE CON LA ONG «HOLLABACK!»
Quarantacinque anni, tre mariti, tre figli, ora sugli schermi come poliziotta di Omicidio a Easttown, è famosa in tutto il mondo dal 1997: quando si manifestò sugli schermi come un’apparizione, la dolcissima Rose di Titanic che con il Jack di DiCaprio è passata alla storia come una delle grandi coppie del cinema romantico. Da allora, in un’industria come quella del cinema accusata - spesso a ragione - di divorare attrici come secondo i miti greci Crono divorava i suoi figli, Winslet non solo resiste ma cresce: sempre più brava, sempre molto bella, avviata a una prevedibile mezza età e vecchiaia sul genere Vanessa Redgrave e Judi Dench, attrici dalla carriera letteralmente senza fine (sarebbe sgradevole indicare i nomi delle tante stelle nascenti che si sono eclissate in questi 24 anni, mentre Winslet continuava a brillare). Ora Kate è il nuovo volto di L’Oréal Paris, un ruolo che per qualunque attrice rappresenta uno straordinario moltiplicatore di visibilità ma che lei ha affrontato in modo molto winsletiano: colpita dalla collaborazione del colosso mondiale del beauty con una campagna che a lei sta molto a cuore, «Stand Up».
«LE MOLESTIE DI STRADA, LO SMINUIRE LE DONNE IN TUTTI GLI SPAZI PUBBLICI SONO UNA REALTÀ A DIR POCO TREMENDA. MOSTRANDO SOSTEGNO RECIPROCO E SOLIDARIETÀ, UNIAMO LE DONNE IN UN FRONTE COMUNE E DIMOSTRIAMO ALLE GENERAZIONI PIÙ GIOVANI CHE LE COSE ANDRANNO MEGLIO»
«Stand Up» è un programma di formazione e sensibilizzazione contro le molestie in luoghi pubblici promosso con la ong «Hollaback!», programma che insegna a uomini e donne a prendere posizione quando sono non soltanto vittime ma anche testimoni di un atto di molestia in luoghi pubblici (uno studio Ipsos del 2019 sulla parità di genere ha determinato che la molestia sessuale in luoghi pubblici - il comportamento porcino degli uomini, senza offesa per i maiali - è *il* problema vissuto più di frequente dalle donne e dalle ragazze in tutto il mondo). Il Corriere della Sera, attraverso La27Ora, collabora da anni con «Stand Up», e con il programma ha anche realizzato numerosi webinar. «Le molestie di strada, lo sminuire le donne in tutti gli spazi pubblici sono una realtà a dir poco tremenda. Mostrando sostegno reciproco e solidarietà, uniamo le donne in un fronte comune e dimostriamo alle generazioni più giovani che le cose andranno meglio. “Stand Up” è un modo di affrontare finalmente questo tipo di molestie e porre fine a comportamenti predatori e minacciosi degli uomini nei confronti delle donne, facendo loro capire che gli punteremo il dito contro per averlo fatto. Sostengo con tutto il cuore questo movimento fantastico, questo fronte comune di uomini e donne. È tempestivo, è necessario, è un passo verso la parità».
«OGGI MI SENTO PIÙ FORTE. IL TEMPO E’ STATO IL MIO MIGLIOR AMICO, MI HA PLASMATA. A 20 ANNI ERO PIÙ VULNERABILE E INGENUA, AVEVO IDEALI FISICI IRRAGGIUNGIBILI»
A volte le «celebrities» danno il merito delle loro conquiste a sé stesse indicando però a mo’ di paravento percorsi di meditazione, guru, e altro. Winslet, semplicemente, e misteriosamente visto che lavora in un business - il cinema - che dà un valore assoluto alla giovinezza - dà tutto il merito al tempo che passa: «Il tempo, le esperienze della vita hanno plasmato chi sono. Il tempo è stato un grande amico, mi ha regalato il senso del mio valore. Ho imparato ad accettare i miei difetti e a non essere così dura con me stessa. Ho imparato che i momenti più difficili mi hanno reso quella che sono. A vent’anni, quando ero molto più vulnerabile e ingenua, avevo ideali fisici irraggiungibili. Ora ho il senso di me stessa, e la mia adorabile famiglia — l’orgoglio che provo quando sono con i miei bambini, e la gioia che mi dà vederli crescere con animo onesto, gentilezza e umiltà — mi indica cosa valga davvero, nella vita».
«GLI ANNI POST MATERNITÀ SONO STATI PERFETTI. MA ANCHE ORA, SE NON STO GIRANDO UN FILM, MI PIACE CUCINARE E ANCHE CUCIRE»
L’insicurezza affligge tutti - anche le attrici da Oscar. Le cose che danno fiducia a Winslet sono, nell’ordine: 1) «Una buona giornata di lavoro». 2) «Un abbraccio dal mio adorabile marito». 3) «I giorni nei quali la mia pelle appare chiara e riposata senza trucco. Davvero: è una cosa che mi fa stare bene: significa che ho mangiato sano e mi sono presa cura di me stessa, che non sempre è facile quando hai una vita frenetica». 4) «Quando i miei figli si dicono orgogliosi del lavoro che ho svolto: sono i miei critici più duri, e so che posso contare su di loro per dirmi la verità, tutta la verità, ma proprio tutta... Anche troppa, a volte». Winslet ha avuto tre figli - Mia di vent’anni, Joe di diciassette e Bear che ha solo sette anni - dai tre mariti, i registi Jim Threapleton e Sam Mendes e l’attuale consorte Edward Abel Smith, uomo d’affari. Non ha, al contrario di molti colleghi e colleghe, un team di autisti, chef e collaboratori vari: viene aiutata da tate come succede a tutti i genitori che lavorano e quando non è sul set porta i figli a scuola e cucina per loro.
Una vita normale
«Se non sto lavorando a un film, quasi tutti i giorni mi alzo alle 6: preparo una tazza di tè per me, e la colazione per tutti, poi porto i ragazzi a scuola e il cane a fare una passeggiata. Cerco di allenarmi più volte alla settimana, se riesco: cardio, cyclette. La cucina, e il cibo in generale, sono una parte importante della nostra vita familiare. Di solito preparo la cena insieme con il pranzo, per non stare ai fornelli all’infinito. Tra email alle quali rispondere, sceneggiature da leggere, non ci sono mai abbastanza ore durante la giornata. Quando il mio bambino più piccolo, 7 anni, è a letto, c’è tempo per qualche serie tv (con binge watching) insieme a mio marito. Di recente ho cucito parecchio, alla sera: dei pantaloni secondo me molto carini per mio figlio e i suoi cuginetti... Non sono molto brava, ma è rilassante».
«Amo la bellezza delle attrici Anni ‘40 e ‘50»
É una star di Hollywood atipica, ma questa sembra la descrizione di una vita molto normale e molto poco scintillante, davvero simile a quella di milioni di suoi coetanei. Ma del resto Winslet non ha idee romantiche sulla gioventù o su una presunta «età perfetta» della vita. «No, non c’è un’età perfetta, ma i giorni in cui mi sento più vicina a quel che immagino possa davvero essere un’età perfetta, sono i giorni in cui mi sento soddisfatta di me. L’età non c’entra. Però mi sono sempre sentita estremamente forte dopo aver avuto i miei figli. Quindi quei momenti, gli anni immediatamente successivi alla maternità, sono stati abbastanza perfetti. Attenzione; non ho affatto avuto esperienze facili con il parto, ma la difficoltà del parto è una cosa che scompare quando nasce un bambino sano, e lo tieni tra le tue braccia». Il rapporto tra bellezza e cinema, per Winslet, è sottile e sfuggente: «Per quanto mi riguarda, amo la bellezza delle attrici degli Anni ‘40 e ‘50. Il trucco di quell’epoca era minimale ma nitido e pulito, un buon eyeliner e un bel rossetto rosso, pelle pallida e uniforme. Semplicemente semplice, ma classico. É bellissimo vedere la pelle di un’attrice, le lentiggini sono belle, così come le linee sottili d’espressione... il dorso delle mani».
Il ruolo del cinema, potente e stimolante
«Penso che la bellezza davanti alla macchina da presa si presenti in molte forme diverse. La bellezza può venire da un luogo improbabile: da un albero piantato tra il cemento di una città, dalle onde che si infrangono sulla sabbia. La bellezza può essere anche nei suoni che ascoltiamo. E, naturalmente, la bellezza può essere nei volti, nei sorrisi e nelle emozioni. Il cinema gioca un ruolo enorme nel dare vita a momenti immaginati e momenti di vera bellezza da trasmettere al pubblico. Può essere profondamente potente e stimolante. Raccontare storie è una cosa bella in sé». Winslet, spirito indipendente, ha dovuto fare i conti in passato con la gogna dei tabloid britannici e americani e i commenti grevi dei blog, colpevole di essere stata fotografata in costume da bagno o magari paparazzata senza look coordinato da una stylist ma semplicemente vestita da normale mamma che porta trafelata i figli a scuola. Anche per questo, la reazione quando L’Oréal Paris l’ha contattata per vagliare il suo interesse in un possibile ruolo da ambasciatrice è stato di sorpresa, e gioia.
L’ethos di chi cura la bellezza
«Mi sono sentita profondamente lusingata. Soprattutto per il modo in cui la casa considera le donne quando invecchiano - quando invecchiamo» spiega Winslet «Ero entusiasta di unirmi a un gruppo così potente di ambasciatrici femminili: per le donne, il trucco e la cura della pelle possono avere un forte impatto emotivo. E il marchio ha un ethos che condivido, ripete sempre che essere autentici è la cosa più importante, ma anche che a volte è bello godersi la soddisfazione e la carica emotiva che può dare un grande rossetto. Avere una pelle luminosa e capelli più sani può farci sentire meglio: significa molto per me far parte di un team che crede non solo nei suoi prodotti ma nel celebrare le donne e riconoscere che tutte noi abbiamo alti e bassi».
18 luglio 2021 (modifica il 18 luglio 2021 | 09:31)
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